L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2015

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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 33 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | La lezione di un cinema che raccontava la vita di un popolo GINEVRA CAPONE ma poi, insieme a Eduardo, capì che a causa della fame che pro- vava, non si poteva commuovere per ogni animale morto per sfa- marli. È grazie a queste scene, sia di finzione che di vita reale, che le persone delle generazioni future si spera riescano sempre a capire come non dovremmo dare il cibo per sicuro. Ci sono state persone che durante la loro vita si sono messe via gli spaghetti cotti in tasca pensando che forse sarebbero tornati comodi un giorno e altri che hanno dovuto piangere sul loro piatto pensando al povero piccione che si stavano mangian- do. Questo dovrebbe farci pensare a quanto siamo fortunati di vive- re in un luogo e in un tempo dove abbiamo la possibilità di scegliere tra infinite possibilità di cibo a nostra disposizione. Dovremmo pensare molto atten- tamente a quello che compriamo e come lo consumiamo perché le nostre cattive abitudini stanno distruggendo il mondo attorno a noi; e limitando la biodiversità mondiale, limitiamo il nostro cibo, la nostra vita e il luogo dove viviamo… perché dove c'è il nostro cibo, c'è casa nostra. N ei film, e specialmente nelle commedie italiane del periodo post-Seconda Guerra Mondiale, il ruolo del cibo è di importanza incredibile visto che per l'ultimo periodo era stato qualcosa che gli italiani non avevano avuto con facilità. Durante la prima metà del ventesimo secolo una grossa parte della popolazione italiana non ne ha avuto molto e anche il cibo era spesso poco e molto povero. Questo aspetto della vita comune spesso viene ritrovato nei film fatti successivamente. Era un aspetto poco piacevole della vita, ma anche un modo per gli spettatori di rivedersi nei per- sonaggi dei film e un modo per ricordare in futuro quello che le persone avevano provato a quei tempi. Antonio De Curtis, chiamato più semplicemente Totò, era un attore italiano nato a Napoli nel 1898 che morì nel 1967 e che seppe profondamente che cosa volesse dire vivere da persona povera mangiando poco e niente. Il padre lo riconobbe solo succes- sivamente durante la sua vita da adulto. Per questo, nella prima parte della sua vita, sua madre, che non aveva una buona riserva di denaro, lo crebbe da sola e conseguentemente ebbe la possi- bilità di dargli soltanto cibo di un certo genere, e non certo il più caro. Grazie a questo, quando divenne un adulto e guadagnò molto grazie alla sua carriera e grazie all'uomo che lo adottò, tenne sempre in mente le persone che stavano soffrendo per la fame e decise di aiutarle con donazioni di cibo e di soldi e con supporto costante durante la sua vita. Molti dei suoi lavori ebbero spazi estremamente importanti per il cibo, ma in uno in partico- lare dei film in cui ha recitato recitò una scena che divenne incredibilmente famosa nono- stante la sua semplicità e che viene ancora ricordata come una delle più comiche scene nella sto- ria del cinema italiano. Il film si chiama "Miseria e Nobiltà", diretto da Mario Mattoli nel 1954 e basato su un'opera teatrale del 1888 scritta da Eduardo Scarpetta. Il perso- naggio principale si chiama Felice Sciosciammocca, un uomo povero che cerca di lavorare come scrivano. Vive con suo figlio e con un'altra famiglia nella stessa casa, come spesso accadeva alla fine del 1800 per abbassare i costi della vita, e sembra che la sua vita sia costret- ta in povertà. Un giorno, invece, accade un evento inaspettato: gli viene chiesto da un giovane mar- chese chiamato Ottavio di aiutar- lo a trovare un modo per sposare una giovane ballerina, figlia di un ricco chef. La vita va avanti con una serie di intrighi e complica- zioni. La famosa scena menzionata precedentemente mostra Totò, mentre interpreta il personaggio di Felice, con gli altri membri della sua "famiglia allargata" che lentamente si avvicinano ad un piatto di spaghetti molto grande preparato da uno chef e servito elegantemente sulla loro umile tavola addobbata adeguatamente dai camerieri. Continuando a stare seduti, i personaggi si muovono a piccoli passi trascinandosi dietro la sedia fino a quando non saltano tutti assieme verso il gigantesco piatto di pasta e iniziano a prendere gli spaghetti con le loro stesse mani. Tutti gli attori a quel punto ini- ziano ad ingurgitare la pasta con sempre maggiore foga fino a quando non vedono un uomo che si avvicina e si fermano (tutti tranne Totò che rimane dietro le loro spalle a mangiare) per chie- dergli se ci fosse qualche proble- ma. Quando lo sgradito ospite si allontana, ricominciano a man- giare tutti assieme e si vede il personaggio di Felice mentre si mette via degli spaghetti in tasca (perché non si può sapere cosa riservi il futuro). Antonio De Curtis una volta raccontò una memoria di quando era giovane. Al tempo era solo un adole- scente e mentre era a teatro vide, insieme a Eduardo de Filippo (suo amico di una vita e stimabile collega), un piccione volare all'interno del salone dove si tro- vavano. I due si guardarono e capirono che entrambi stavano pensando alla stessa cosa: acchiapparono il piccione e lo portarono in un ristorante lì vici- no per farselo preparare per poi mangiarlo. Quando Totò rac- contò di quel momento disse che allora iniziò a piangere pensando all'idea di aver ucciso un animale Lo chef Antonino Cannavacciuolo (Ph. Expo 2015-Mascolo) La famosa scena della grande abbuffata in Miseria e Nobiltà Non è una moda l'alta qualità del buon mangiare " E x p o M i l a n o 2 0 1 5 ? Piacevole e attraente come un goloso babà alla napole- t a n a " . P e r A n t o n i n o Cannavacciuolo, famoso chef e star di programmi televisivi di successo come "Cucine da incu- bo", è il celeberrimo dolce cam- pano il simbolo che incarna al meglio le sensazioni che regala l ' E s p o s i z i o n e U n i v e r s a l e . Accolto dal commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala, Cannavacciuolo è stato protago- nista proprio in questi giorni a "Identità Expo" con un menù di sua creazione, che spazia dai sapori mediterranei sino ai pro- fumi raffinati della tradizione francese. Ambassador di Expo Milano 2015, il cuoco stellato dà molta importanza alla tematica che c a r a t t e r i z z a l ' E s p o s i z i o n e : " M a n g i a r e b e n e è v i t a , u n aspetto fondamentale delle cre- scita di ognuno di noi. Un'alimentazione sana e di qualità è imprescindibile, le s e n s a z i o n i c h e t i r e g a l a u n p a s t o d i a l t o l i v e l l o n o n s i dimenticano più, ecco perché diventa una priorità diffondere l a c u l t u r a d e l b u o n c i b o " . G r a n d e a m a n t e d e l l ' I t a l i a e delle sue tradizioni gastronomi- che, ai fornelli da quando aveva 13 anni anni, è convinto che, se Expo Milano 2015 darà i mes- s a g g i g i u s t i , t r a 1 5 a n n i i l mondo non potrà fare a meno del nostro olio extravergine di oliva, della nostra mozzarella e dei nostri ingredienti. C a n n a v a c c i u o l o c h e n o n segue le mode perché, dice "se non ci credi davvero il messag- gio arriva solo a metà e il clien- te se ne accorge", sottolinea la bontà della dieta mediterranea: "Oggi è diventata una specie di moda, ma già 90 anni fa mia nonna cucinava profumi e sapo- ri classici della gastronomia ita- liana".

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