L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-3-2015

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GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015 www.italoamericano.org 32 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | L'italiano s'impara conoscendo la cultura del nostro Paese Q u a n d o e r o g i o v a n e i n Australia c'era un cine- ma che proiettava film italiani e ci andavamo come famiglia per vedere i film comici perché ai miei genitori non pia- cevano gli strappalacrime con A m a d e o N a z z a r i e Y v o n n e Sanson come "Catene" e "I figli di nessuno" che spesso proietta- vano. Naturalmente tanti dei film che vedevamo in quegli anni '60 erano di Totò. Pensavo allora di capire questi film, però mi sbagliavo. R i c o r d o p a r t i c o l a r m e n t e "Totò, Fabrizi e i giovani d'og- gi" perché molte delle scene tra i due grandissimi comici non ave- vano bisogno di un grande sfor- zo per essere capite da noi figli nati in Australia: erano scene dove i gesti e le mosse dei prota- gonisti si spiegavano da soli. Anni dopo, durante uno dei miei primi viaggi in Italia, e soprat- tutto dopo gli studi in italiano, ho avuto il piacere di rivedere q u e l f i l m e h o p o t u t o r i d e r e come mai prima alle battute. Ma mi sono anche reso conto che il ragazzo che ero non avrebbe potuto mai capire battute come "Parli come badi sa!" perché per poterlo fare bisogna capire bene l'italiano. È una lezione importante per chi impara una lingua, che potrai capire una lingua davvero bene solo quando ti trovi a utilizzarla nella vita quotidiana e non negli esercizi grammaticali in classe. Ho avuto un esempio di questo un giorno in macchina mentre ascoltavo un'intervista radio con un complesso inglese in tournée in Italia. Era ovvio che l'intervi- statrice aveva una conoscenza buona dell'inglese, ma il suo vocabolario limitato non le per- metteva di capire molti dei rife- rimenti dei cantanti e dunque non era in grado di poter coglie- re spunti dalle loro risposte. Ne è u s c i t a u n ' i n t e r v i s t a c o n domande e risposte che spesso non corrispondevano. La padronanza di una lingua non potrebbe mai essere sempli- cemente la conoscenza academi- ca, spesso sterile perché è il frut- to di studi di libri e testi più o meno vecchi e non sempre attua- li. In articoli e libri la scelta pre- cisa di parole non è mai casuale perché gli autori intendono tra- smettere un messaggio ai lettori e la padronanza vera di una lin- gua permette di cogliere ironie, sottigliezze e giochi di parole e non solo scritte, ma anche nei discorsi. Questo vale anche con m o l t i p e r s o n a g g i c h e h a n n o grandi capacitá di utilizzare parole e frasi come armi. Uno di questi era Giulio Andreotti che sapeva trasmettere messaggi politici senza il "politichese" e alcuni di questi, come la celebre " I l p o t e r e l o g o r a c h i n o n c e l'ha" sono entrate nella lingua italiana. C'è un personaggio partico- lare dove spesso vediamo lo sconforto del conduttore di turno quando si rende conto che l'in- tervista, o lo spettacolo prende ticolarità che cambiano da cultu- ra a cultura. La padronanza di altre lingue diventa ancora più importante in scambi commerciali, dove chi traduce o fa l'interprete deve assicurare che il messaggio sia fedele all'originale e, come a volte capita, assicurare di utiliz- zare le forme precise per non rischiare di offendere clienti stranieri. S a r e b b e b a n a l e d i r e c h e interpreti e traduttori devono conoscere alla perfezione le altre lingue, ma le sottigliezze non sono da sottovalutare. Per chi deve tradurre testi, sia d'affari che di letteratura e di altri generi, il traduttore deve essere capace di saper scegliere il verbo e le parole giusti per ogni occasione. Chi ha studiato lingue conosce fin troppo bene i cosidetti "falsi amici", quelle parole che si asso- migliano, ma che hanno signifi- cati diversi. Però questi sono s o l o u n a p a r t e d e l l a v o r o . Bisogna tradurre le frasi e non solo le parole e sarebbe facile t r a d u r r e e s p r e s s i o n i s e n z a cogliere il senso originale e que- sto succede soltanto con una conoscenza veramente pratica della lingua. Per gli interpreti, specialmen- te quelli simultanei, il lavoro diventa ancora più difficile per- ché devono fare il lavoro senza accesso immediato a dizionari. Devono tenere un vocabolario personale impressionante in due lingue e sapere utilizzare questa memoria nel modo più efficace e veloce. Inoltre, devono sapere i n t e r p r e t a r e , i n t u t t i i s e n s i , espressioni e toni di voce che non sempre corrispondono da l i n g u a a l i n g u a , c o m e a n c h e sapere come trasmettere il senso completo di ogni scambio. Bisogna ricordare che lingue sono allo stesso tempo armi e arnesi. Armi perché nelle mani di chi sa utilizzare magistral- mente una lingua le parole pos- sono essere utilizzate per tra- smettere messaggi di minaccia, di pace, oppure di accordo e di conciliazione. Sono arnesi per- ché il mezzo che utilizziamo per far sapere cosa vogliamo, cosa sentiamo e per dar direzioni in tutti gli ambiti della vita quoti- diana. Un luogo di lavoro, come in una famiglia e scuola, non sono niente senza gli scambi di m e s s a g g i c h e f a c c i a m o o g n i giorno. Naturalmente non tutti i messaggi sono verbali, ma i gesti sono limitati in quel che possono trasmettere. Tutti abbiamo avuto esperien- ze di quel che succede quando non badiamo a quel che diciamo, anche per un secondo. Basta una parola sbagliata per mutare un messaggio innocuo in un mes- saggio offensivo. Queste sotti- gliezze capitano poi in tutti i campi. Un'espressione che va bene a casa spesso non è adatta a un luogo di lavoro dove il voca- bolario è specializzato e parole normali hanno significati diversi. Per mantenere la padronanza chi parla un'altra lingua deve tenersi aggiornato perché ogni lingua è vivente ed è in costante evoluzione. Un esempio specifi- co di parola che ha cambiato senso in italiano è "picconata". Per un periodo negli anni '90 questa parola ha preso il signifi- cato di critiche severe in seguito ai discorsi spesso aspri e critici di Francesco Cossiga nell'ultima parte del suo mandato da presi- dente della Repubblica. Poco tempo dopo quella parola è tor- nata alla sua normalità e ora nes- s u n o l o u t i l i z z a p i ù i n q u e l modo. Non sottovalutiamo la capa- cità che la padronanza delle lin- gue ci può dare, è una chiave importante nel mondo moderno dove siamo in contatto costante con gente di altri Paesi. Ma, allo stesso tempo, questa padronanza non sarà mai possibile se non partiamo da quella padronanza linguistica più importante, la lin- gua italiana. E purtroppo in que- sto le scuole non fanno un buon servizio al Paese. spunti inattesi. Roberto Benigni ha la capacità e l'intelligenza di cogliere parole e frasi del suo interlocutore e di saper cambiare direzione a metà spettacolo in un modo che nessuno poteva imma- ginare. Ma questa padronanza di lin- g u e h a a n c h e c o n s e g u e n z e importanti per tutti gli aspetti della vita e del lavoro. Studiare altre lingue fa capire le differen- ze tra culture che non sempre sono evidenti. Chiunque ha visto f i l m a s i a t i c i h a s i c u r a m e n t e notato scene non sempre com- prensibili all'osservatore occi- dentale, come aspetti di compor- tamento personale, come anche di tradizioni, superstizioni e par- GIANNI PEZZANO Scena dal film Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi del 1960 di Mario Mattoli L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga

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