Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel
Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/586098
GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2015 www.italoamericano.org L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 23 conquiste sono parole incise sulla pelle dei nostri connazio- nali, e forse anche dei loro figli e nipoti, perché spesso le storie migratorie, e le ferite collegate – quando non sono oggetto di una sorta di rimozione storica del- l'inconscio collettivo - si riflet- tono anche attraverso le succes- sive generazioni, nella storia di famiglia. E il desiderio crescente e diffuso di italianità che oggi si registra nel mondo ne è forse un'eco, un riverbero in risonan- za. Parole così significanti, testi- moni di un'epopea, che ho ritro- vato incise anche sul basamento di un Monumento all'Emigrante, ad Adelaide in Australia, posto nella Settlement Square, presso il Migration Museum in Tintore Avenue. Un luogo-simbolo della nostra diaspora, dove un tempo gli europei che arrivavano si radunavano per cercare un lavo- ro, un monumento bronzeo che ha una copia gemella in Italia, ad Asiago. E sono parole che sia io che Giuseppe Gambi abbiamo rite- nuto dovessero essere assoluta- mente presenti, e incise, in que- sto Inno affinché gli italiani all'estero potessero ri-trovarsi in pagine di un vissuto doloroso ma anche di grande forza mora- le. Ecco perché questo Inno è dedicato a tutti loro. "Italia Patria mia" celebra la storia di 27 milioni di italia- ni partiti tra Otto e Novecento e che oggi si riverberano in 80 milioni di oriundi sparsi nel mondo. Più che un Inno, è una grande responsabilità raccon- tarne le storie e le emozioni. Certo, è una grande responsa- bilità etica trattare le tematiche migratorie. Perché sono necessa- ri approcci rigorosi e complessi, che esprimano grande sensibi- lità, in quanto si affrontano temi centrati sull'uomo, sulla perso- na, su un vissuto di sofferenze ed emozioni legate al distacco da tre madri: la propria madre naturale, la madre-terra e la madre-lingua. E' sempre una responsabilità affrontare le questioni migrato- rie, sia che si tratti di curare un programma di servizio per gli italiani all'estero, che un'opera enciclopedica o il testo di un Inno. Il rischio dello scivola- mento nello stereotipo, nella banalizzazione degli universi ontologici è alto, ma aver lavo- rato per molti anni direttamente, da vicino, su queste problemati- c h e , è u n s a l d o a n c o r a g g i o . Come una sorta di 'certificazio- ne' di credibilità e di autenticità Ricucire le Due Italie con la storia scritta da milioni di nostri emigranti esperite sul campo, di cui sono molto orgogliosa perché frutto di rigore professionale e di gran- de passione per queste tematiche che i nostri connazionali mi riconoscono in una corrispon- denza ancora oggi quotidiana. Il rapporto fiduciario con gli italiani all'estero a cui prima facevo riferimento, l'approfon- dimento che viene da un lavoro lungo, sistematico e documenta- to, rappresenta senz'altro la base per poter esprimere, concettua- lizzare e condividere questa conoscenza, sia che avvenga sul piano scientifico e storiografico, come richiedono l'impostazione e la direzione di un Dizionario Enciclopedico, o che si canalizzi sul piano più estesamente emo- zionale, concorrendo alla scrit- tura di un testo che poi diventa linguaggio musicale, una evoca- tiva e sinestetica onda lunga sonora che varca i confini geo- grafici e interiori. Quanto è stato difficile rap- presentare i sentimenti, i suc- cessi degli emigranti, il dolore del Paese lontano, le difficoltà d i i n s e r i m e n t o n e l l e n u o v e realtà con un Inno che fosse valido per 5 continenti? Al di là delle mutevoli condi- z i o n i e c a r a t t e r i s t i c h e d e l migrante, ieri poco alfabetizzato e oggi plurilaureato, quando al centro si pone la persona, si entra in una dimensione più vasta, che travalica le categorie spazio-temporali. Sappiamo che la mobilità umana in transito sul pianeta è elemento costitutivo di ogni epoca, della storia dell'u- manità e, sul piano strettamente ontologico, che è la prospettiva di analisi e ricerca a me più vici- na, ci sono molte costanti che attraversano il vissuto migrato- rio nei suoi aspetti teorici, siste- mi di valori, segni, simboli, psi- cologia, come l'identità, lo sra- dicamento, l'altrove, l'adatta- mento o il disadattamento, l'ap- partenenza, la costruzione di nuove territorialità, l'asimmetria nell'arrivo in nuovi contesti socio-culturali, le catene migra- torie, le discriminazioni, le stra- tegie adattive, l'associazioni- smo, la questione linguistica verso l'integrazione, lo stress psichico legato al distacco, al partire spesso non per libera scelta, la solitudine, lo spaesa- mento, il ritorno, la xenofobia, l'intergenerazionalità. In questa solida e ineludibile prospettiva umanistica, mi è stato quindi naturale rappresentare anche in un Inno la storia della nostra emigrazione, facendo riferimen- to alla vasta e densissima pano- ramica, anche archetipica, dei sentimenti che la riguardano e le appartengono, ad ogni latitudi- ne. Quanto sarebbe opportuno che quest'Inno venisse, se non imparato a scuola come quello di Mameli, almeno conosciuto d a g l i i t a l i a n i ? S a r e b b e u n primo passo verso quell'altra Italia sempre un po' trascurata? Sarebbe una delle vie, o dei sentieri... Quello di tenere sem- pre doverosamente alta la soglia di attenzione verso l'emigrazio- ne italiana e i nostri connaziona- li nel mondo, è un mio impegno quotidiano, determinato e siste- matico, in ogni contesto, dalle mie lezioni all'università agli incontri con i giovani studenti nelle scuole, dalle mie relazioni ai convegni sui temi migratori alle interviste in televisione. È un impegno e una sfida. P e r c h é n o n s i c o m p r e n d e certa miopia di 'sguardo' verso l'Italia oltreconfine, quella costi- tuita dagli emigrati e dai loro milioni di discendenti, non si comprende perché non si valo- rizzi in maniera forte e sistemica questo nostro patrimonio costi- t u t o d a i c o n n a z i o n a l i , c h e c o m u n q u e c i o s s e r v a n o e s i aspettano segnali di attenzione non estemporanea. Penso che questo Inno, così c o m e p u r e i l D i z i o n a r i o Enciclopedico, dovrebbero esse- re conosciuti certo all'estero, perché ai nostri connazionali nel mondo è dedicato, ma soprattut- to in Italia, dove il lavoro di focalizzazione e di sensibilizza- zione su questa nostra straordi- naria pagina storica necessita, su questo insisto, di quotidiane azioni sinergiche di consapevo- lezza, conoscenza e approfondi- mento. I giovani qui in Italia non conoscono abbastanza la storia dell'emigrazione italiana, perché spesso se ne parla in maniera affrettata, incidentale, aneddotica e quasi folclorica, come retaggio di un'epoca. Ma anche perché gli stessi testi sco- lastici la affrontano in maniera marginale, dedicandole poco spazio. In realtà però, "facendone a m e n o " , c i p r i v i a m o d i u n a parte della nostra italianità, della nostra storia. Questa miopia di 'sguardo' si riflette non solo nella mancata valorizzazione dei legami tra le 'due Italie', ma anche, in una prospettiva più storico-culturale, in un mancato processo di matu- razione nell'interpretazione dei contemporanei fenomeni migra- tori in corso da e verso l'Italia. Ma l'acquisizione e l'elaborazio- ne di amplianti chiavi di lettura sulla controversa complessifica- zione del nostro Tempo, di cui la globalizzazione e la mondializ- zazione sono un segno distintivo, anche se dinamiche di lungo r e s p i r o , s o n o n e c e s s a r i e n e l rumore compulsivo di un bulimi- co 'qui e ora'. Ritengo che stia a ognuno di noi, perciò, nel proprio specifico esperenze e professionale, impe- gnarsi in questo sentiero verso nuove e più mature consapevo- lezze su chi siamo e dove andia- mo. Iniziando dalla nostra storia di italiani, che pur tra numerose difficoltà e sacrifici, con corag- gio, orgoglio, talento e creatività, abbiamo portato lustro ovunque nel mondo. E penso a persone s t r a o r d i n a r i e c o m e A m a d e o P i e t r o G i a n n i n i , M a n u e l B e l g r a n o , M a r t i n S c o r s e s e , E n r i c o F e r m i , F r a n c i s F o r d Coppola, Mario Cuomo, Bill De Blasio, Alfred Zampa, e tanti altri, dal passato al presente. continua da pagina 22 Dal Columbus Day al Dia del inmigrante: in tutti i continenti i discendenti italiani celebrano le radici (Ph. wlrn.org) HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI