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GIOVEDÌ 7 GENNAIO 2016 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI Di 'primo pelo'? Altro che persona alle prime armi era il soldato più esperto LUIGI CASALE O ggi si usa un'espressio- ne molto diffusa: "di primo pelo", per dire "giovane", "nuovo del mestiere". L'espressione nella pratica comunicativa proprio questo significa; anche se il pelo o la barba incipiente dell'adolescente non c'entrano proprio niente. Se quando si parla di "primo pelo" ci si riferisce al "giovane" o al "principiante", lo è solo per traslato, per metafora. Si parla di una cosa ma ci si riferisce ad sicale è trasportato alla parola di una ben diversa sfera lessicale. Il parlante che usa una determi- nata parola sposta il significato ad un diverso referente che nor- malmente verrebbe indicato con un'altra parola. Se il pelo di cui si parla qui fosse veramente il pelo della barba o altra peluria adolescen- ziale, il significato di "primo pelo" andrebbe a significare ugualmente "giovane" o "giova- nile", e ci troveremmo nella stes- sa sfera lessicale della gioventù. Però si dà il caso che il nostro "pelo", non è quello anatomico della specie umana che, se riferi- to alla barba, indicherebbe l'indi- viduo maschio adulto. O anche, potrebbe indicare la pubertà e si potrebbe applicare sia al maschio che alla femmina, nella fioritura preadolescenziale. Il "pelo", di cui si parla, e qui entra la semantica storica, è il "pilum" dei Romani, cioè il gia- vellotto, una specie di lancia corta che faceva parte della dota- zione del soldato. È solo un caso che anch'esso sia riferito all'uo- mo, maschio, adulto. In questo caso si tratta di un dato di cultu- ra, non di natura. Perché esso è esclusivo del soldato. I Romani chiamavano "pri- mipìlus" il soldato di prima fila, o il comandante di una unità militare, com'era il centurione. Ma non è escluso neppure che con questa espressione si potesse indicare il soldato appena arruo- lato; "alle prime armi", si direbbe oggi, come se i Romani avessero detto al "primo giavellotto". In latino: "primpìlus". E allora, solo per puro caso le due espressioni, quella antica e quella moderna coincidono. Ma se ci riferiamo a come usa Cesare, o altri autori, la parola "primipìlus" (per il quale essa significa il "centurione del primo manipolo dei triarii", cioè i vete- rani con tre lustri di anzianità e perciò alla quarta ferma, che era anche l'ultima), costui non sarà stato poi così giovane, essendo egli il comandante dei più anzia- ni; quindi anziano egli stesso. A conclusione di questa nostra conversazione possiamo notare come oggi la recuperata traspa- renza della lingua rischia di stra- volgere completamente il signifi- cato usuale, consolidato da un equivoco, di questa espressione molto frequente nella lingua ita- liana. Comunque, resta il fatto che è sempre meglio saperle le cose, che non conoscerle. un'altra. È questa la metafora. Sinonimo di traslato. Le due parole sono dei "calchi", cioè una è la copia dell'altra, dal punto di vista della loro struttura morfo-semantica. Traslato viene dal latino (trans + latum; "latum" è il participio del verbo fero [portare] e signifi- ca: portato. Traslato, perciò, è portato da una parte all'altra e quindi: trasportato, trasferito. Metafora è invece di origine greca (metà + phoréō) e significa la stessa cosa: trasportato. Il significato della parola che si dice di una determinata sfera les-