L'Italo-Americano

italoamericano-digital-2-18-2016

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GIOVEDÌ 18 FEBBRAIO 2016 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Atmosfera liberty e neogotica tra le vie della Capitale in ferro battuto, che pende dalla volta interna di un arco decorato con motivi asimmetrici. L'intero quartiere è avvolto da un'atmosfera quasi fiabesca ed Beatles vi fecero vestiti, dopo un loro concerto tenuto nello storico locale Piper, a due passi dalla piazza. Ma la cosa più particolare dell'intero quartiere è, senza ombra di dubbio, l'arco con lam- padario tra i Palazzi degli amba- sciatori, all'angolo tra via Arno e via Tagliamento. Un lampadario ALESSIA PICCIONI C 'è un piccolo tesoro nella Capitale d'Italia, come uno scrigno nascosto sco- nosciuto ai più. Stiamo parlando del Quartiere Coppedè, del quale addirittura non tutti i romani sono a conoscenza e, anche tra coloro che ne hanno sentito par- lare, c'è chi ammette di non averlo mai visitato. Ma cosa rende così speciale questa piccola area urbana costi- tuita da appena diciotto palazzi e ventisette tra palazzine ed edifi- ci? La risposta è semplice: lo stile eterogeneo ed eclettico! Nato nei primi decenni del 1900 dall'estro creativo dell'ar- chitetto Gino Coppedè, il quar- tiere è un esempio unico al mondo per via della sua architet- tura particolare, che fonde insie- me liberty, neogotico, kitsch, barocco e modernismo. L'area si sviluppa intorno al nucleo centrale di piazza Mincio, vero cuore del quartiere. Al centro di questa piazza, troneggia la Fontana delle Rane, una costruzione in stile barocco. Una vasca circolare posta su una piattaforma quadrilobata che pre- senta ad ogni lobo una grande conchiglia molto decorata, soste- nuta sulle spalle da due figure umane, una di schiena all'altra. Al centro di ogni conchiglia, sul bordo, si trova una rana dalla cui bocca esce acqua. La fontana è nota anche per il bagno che i estremamente suggestiva. Tutti gli edifici presentano, infatti, par- ticolari raffinati e ricercati, raffi- natissime facciate esterne, dorate e con numerose figure dipinte sopra. Come la Palazzina del Ragno di ispirazione assiro-babi- lonese che si contraddistingue per un grande ragno sulla faccia- ta o il Villino delle Fate caratte- rizzato da una totale asimmetria, con archi e fregi medievali rea- lizzato con la fusione di diversi materiali, come il marmo, il late- rizio, il travertino, la terracotta, il vetro. Una varietà di formule artistiche e soluzioni urbanistiche che ha reso inconfondibile il risultato finale al punto che Gino Coppedè, che si dedicò all'im- presa tra il 1915 e il 1927, risulta essere l'unico architetto del Novecento italiano ad aver lega- to il proprio nome a un quartiere per l'evidente unitarietà stilistica del complesso. In passato, proprio per la sua originalità e la sua atmosfera un po' misteriosa, il quartiere ha fatto da set cinematografico per molti film, tra i quali anche "L'uccello dalle piume di cristal- lo" e "Inferno" di Dario Argento, "La ragazza che sapeva troppo" di Mario Bava, "Il profumo della signora in nero" di Francesco Barilli e "Il presagio" (1976) di Richard Donner. Ma fu lo stesso Coppedè a omaggiare il cinema: un palazzo ha un portale che è stato fedelmente "copiato" dal film muto "Cabiria" firmato da D'Annunzio nel 1914. A Palazzo Spada la 'grande bellezza' di Roma con l'unico trompe l'oeil in architettura G ioiello barocco, galleria d'arte, sede del Consiglio di Stato: Palazzo Spada a Roma ha una lunga storia. Fu costruito nel 1540 dall'ar- chitetto Bartolomeo Baronino su c o m m i s s i o n e d e l c a r d i n a l e Girolamo Capodiferro. Quasi un secolo dopo, nel 1632, fu acquis- tata dal cardinale Bernardino Spada, che chiamò Francesco B o r r o m i n i c o n l ' o b i e t t i v o d i restaurare la struttura in chiave barocca: ne sono un pregevole esempio la facciata con deco- razioni scultoree e il cortile, con le nicchie riempite di motivi flo- reali, ghirlande e bassorilievi dallo stile manieristico. S i t u a t o i n p i a z z a C a p o d i Ferro nel rione Regola, a due passi da piazza Farnese e Campo de' Fiori, non è solo un edificio dal valore storico e architettoni- co ma un piccolo scrigno ricco di perle artistiche come la pina- coteca ricca di quadri del XVII secolo ma anche di sculture, arredi, mobili e oggetti d'epoca (tra cui due mappamondi di inizi XVIII secolo). Su tutte le perle però, c'è la Galleria prospettica di Borromini, costruita tra il 1652 e il 1653, esempio unico di trompe l'oeil in architettura. Commissionata dal cardinale Bernardino Spada, si tratta di una sequenza di colonne paral- lele lungo la galleria all'interno dell'androne di accesso al cortile che dà l'illusione prospettica di essere lunga 36 metri, pur mis- urandone quasi 9. Alla fine del colonnato c'è un piccolo giardi- no con il calco di una statua di un guerriero romano che sembra a grandezza naturale, ma misura solo 60 centimetri. B o r r o m i n i p e r r e a l i z z a r e questo capolavoro di prospettiva si avvalse della collaborazione del matematico padre Giovanni Maria da Bitonto: l'illusione otti- ca è data dal fatto che i piani convergono in un unico punto di f u g a : l e c o l o n n e l a t e r a l i decrescono in altezza da più di due metri a 1,60 metri, il pavi- m e n t o m o s a i c a t o è i n s a l i t a impercettibile mentre la volta è in discesa e le pareti conver- gono. Palazzo degli Ambasciatori, nel quartiere Coppedè a Roma, ha un insolito lampadario in ferro battuto Il gioco prospettico di Borromini a Palazzo Spada è stato ripreso anche nel film 'La grande bellezza' di Sorrentino

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