L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-3-2016

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GIOVEDÌ 3 MARZO 2016 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Nell'antica Sabina itinerari tra natura e storia dopo un improvviso acquazzone, escono a migliaia, ai bordi delle strade, grosse lumache carnose. La Chiesa di San Vittorino è oggi un curioso rudere, noto per la sorgente che fuoriesce a ruscello ziosamente arcaici!) da qui, per una stradina in mezzo ai campi, si raggiunge l'Abbazia farfense di San Salvatore Maggiore. E' in pessimo stato, vittima di una ristrutturazione lasciata a metà, fra sterpi e roveti, ma ha una sto- ria gloriosa. Venne fondata nel IX secolo, fu distrutta dai sarace- ni e poi riedificata nel '600 e vale la pena ammirarne la posizione in mezzo ad un altopiano coltivato ad erba e grano. Nei prati pasco- lano placide mucche da latte. Salendo, il paesaggio cambia improvvisamente, si abbandona l'altopiano e si incontrano monta- gne carsiche con rocce dilavate dall'acqua. Da Vallecupole per una stra- da tagliata nel calcare si passa a Varco Sabino e si giunge a Fiumata dopo aver attraversato una valle fresca e verde, la strada bordata di felce gigante. Costeggiando il lago del Salto, si corre tra boschi di querce, salici e castagneti. Ci si può fermare all'Isola del Salto, sulla strada per Borgo San Pietro, a mangiare sotto le frasche gli strangozzi, rustica pasta fatta in casa, zuppet- ta di ceci e una deliziosa ricotta con i mirtilli come dessert, tutto rigorosamente d'hoc. Borgo San Pietro, costruito nel 1938 per sostituire il vecchio paese sprofondato nel lago, non riserva particolari sorprese. Dopo la diga, imponente e molto alta, si procede tra il verde tenero dei boschi e i balzi di calcare della montagna. Ci troviamo nella regione del Velino. Cittaducale, Caporio, le Terme di Vespasiano. Le Terme di Cotilia portano il nome della città romano-sabina nota per le sue acque sulfuree cara all'imperatore Vespasiano che qui morì nel 79 d.C. Le Terme si trovano nella piana di San Vittorino, una distesa carsi- ca ricchissima di acqua, dove, FRANCESCA GRAZIANO P iccoli paesi di grande sto- ria, luoghi semi-abbando- nati, rocce, fitti boschi, campi di grano. C'è un Lazio minore, che ricorda le passeggia- te di Goethe e di Byron, i quadri di Corot e della Scuola romana, di Cagli, Omiccioli, Mafai, Scipione. Si trovano poco lontano dalla Capitale, la splendida Caput Mundi che egemonizza turistica- mente la regione facendo spesso trascurare le bellezze vicine. Un itinerario nell'antica Sabina significa incontrare borghi medievali arroccati attorno al castello, una natura quasi incon- taminata, santuari francescani fra gole e montagne maestose. La regione storica della Sabina è quasi tutta compresa nella provincia di Rieti. Tralasciando il capoluogo che possiede monumenti e attrattive per trascorrere un intero week- end e dopo aver preso l'autostra- da Roma-L'Aquila, si esce a Carsoli-Oricola. Nella campagna, vicino ad un piccolo corso d'ac- qua, pascolano liberi mucche e cavalli. Dopo Paganico Sabina si giunge al Turano. Rari campeg- giatori pescano carpe, cavedani e alborelle, l'aria è frizzante e sui bordi del lago crescono fiori azzurri. A Col di Tora conviene fermarsi: è questo un delizioso borgo con un piccolo lungolago che guarda verso est, a Castel di Tora ed al monte Navegna, fitto di boschi. Un acuto profumo di limonetto, che qui cresce ad albe- ro, impregna l'aria. A metà del lago si fronteggiano Colle di Tora e Castel di Tora, due paesini che ricordano l'antica città romana di Thiora. Un'altura rocciosa di fronte è dominata dai ruderi del Castello del Drago e dalle rovine di Antuni. Dopo Posticciola, arrampicata su uno sperone, si va ad Oliveto Sabina per una strada tuffata fra ruderi e ginestre. Prima del paese, in una piccola valle, c'è la Chiesa di Santa Vittoria, una chiesetta del 1100 eretta in onore di una giovane romana che evangelizzò la zona e venne martirizzata. Due acacie incorniciano il portale fra resti di colonne romane e sculture antiche, decorato con un rosone e delle edicole. Ci dirigiamo verso Monteleone, paese che si affaccia su una immensa distesa di olivi. Da qui si riprende la vec- chia Via Salaria per Roccasinibalda, se non altro per ammirare il castello disegnato da Baldassarre Peruzzi. Nasconde dietro una facciata medievale e guerriera un'incantevole edificio rinascimentale fatto edificare dal cardinale Giuliano Cesarini. Proprietà privata, solo il pomerig- gio della domenica si può visitare lo splendido giardino pensile. Ma è tempo di riprendere la stra- da. Dopo aver attraversato la dor- sale del monte Navegna, prose- guendo per Longone ed il bivio per Vaccareccia (che nomi deli- dalla porta. Anche Antrodoco, alle falde del monte Giano, ha perso le terme e poco rimane del glorioso Vicus Interocrium che fu sede di un gastaldo indipendente del ducato di Spoleto e protagoni- sta, in epoche più tarde, di episo- di di resistenza allo straniero. Una bella strada attraversa le Gole del Velino, di calcare, boscose e spettacolari. Una lunga galleria ha sostituito l'antica via, meno comoda ma più pittoresca, così che è quasi impossibile vedere il Masso dell'Orso, la rupe tagliata dai Romani quasi a per- pendicolo sul fiume. Posta è il paese-crocevia da dove si prosegue per Leonessa, frequentata stazione turistica. Dopo Morro Sabino si incontra Labro, un piccolo paese a pirami- de dominato da palazzo Vitelleschi ristrutturato da un architetto belga per una clientela estiva di stranieri. E' un paese giunto a noi praticamente intatto, con i suoi edifici medievali, le porte antiche, le strette vie, le erte scalinate. Da Labro l'occhio spa- zia sul lago di Piediluco, che ali- menta la cascata delle Marmore. Tornando verso Roma si incon- tra la piana reatina, in origine lago alimentato dal Velino. Una conca pianeggiante, ricca di acque e di vegetazione, una terra prospera e dolce dove sarà bello tornare per immergersi nella mistica atmosfera dei suoi santua- ri francescani, fra i romitori di Poggio Bustone, il convento di Fonte Colombo, di Greccio, della Foresta. Il castello zoomorfo di Roccasinibalda risale all'anno Mille ed è monumento nazionale dal 1928 Le terme di Cutilia erano note e frequentatissime in epoca romana tanto che Vespasiano vi soggiornava d'estate

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