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GIOVEDÌ 31 MARZO 2016 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | Angelo J. Di Fusco, CPA Tax preparation & planning Financial statements & accounting Financial planning & budgeting Quickbooks professional advisor & small business consulting Let's team up to cut your taxes 25 years experience Parliamo italiano 818/248-9779 www.difusco.com HERITAGE MEMORIA IDENTITÀ STORIA RADICI La 'scuola' nasce da una p a r o l a b e n p i ù a n t i c a della sua idea moderna LUIGI CASALE O ggi intendo parlarvi di scuola. Della parola: scuola, naturalmente. E non dell'istituzione pubblica o privata che tutti noi conosciamo, in cui, da parte di alcune persone considerate maestri (magister, qualcuno che ha di più in autore- volezza, già formato, e in grado di formare) viene svolta l'attività di ammaestramento, per fornire ai più giovani le conoscenze nei diversi campi del sapere, o le abi- lità in arti, mestieri e professioni, la programmazione, la realizza- zione, la gestione, l'amministra- zione, e altro, che intorno a que- sto soggetto si concretizzano nelle società civili; e, finalmente, il principio astratto considerato in sé, inteso come filosofia o pro- gramma politico. Questo è quanto mi sono sfor- zato di trasmettere fino ad oggi: una cosa è la realtà, l'oggetto della vita quotidiana, la "cosa" (che tecnicamente si chiama refe- rente), e un'altra cosa è il suo nome (la parola: che si chiama segno linguistico) con cui il gruppo dei parlanti chiama, desi- gna, indica, proprio quella "cosa- oggetto-reale". E, anche se nelle mie argo- mentazioni, seguendo il ragiona- mento, talvolta esprimo giudizi sui referenti, cioè sconfino nelle questioni storiche, politiche, filo- sofiche, scientifiche ed esisten- ziali, resta il fatto che il linguista si occupa essenzialmente di paro- le e del loro significato, non dei referenti. Ora possiamo constatare che nel caso di scuola, ad indicare quella "cosa" che in italiano si chiama scuola, esistono altrettan- te parole in altre lingue che più o al fine di renderli esperti e capaci. Oggi si direbbe: "di formarli". Sono sicuro di poter ritenere che per la maggior parte dei letto- ri sia chiaro ed evidente che una cosa è la parola (in questo caso scuola) che io penso o pronuncio, e altra cosa, ben diversa, è la scuola come insieme delle azioni, delle operazioni, che servono a formare la gioventù, e la stessa sede in cui esse si svolgono, lo spazio fisico ed ideale, insomma, dove si riuniscono quotidiana- mente i ragazzi di una certa età; oppure, ancora, tutti i problemi teorici e pratici, le finalità sociali, meno indicano ugualmente la scuola: scholé / schola / scuola / escuela / école / Schule / school/. Ed è ancora più ampia la gamma delle lingue che utilizzano parole risalenti alla medesima radice per indicare il fenomeno "scuola". Tuttavia se la scuola è un con- cetto relativamente recente, la parola scuola, o meglio la radice da cui essa scaturisce, la parola greca scholé, è molto più antica della stessa idea di scuola come la pensiamo oggi: questa parola, quindi, all'origine doveva desi- gnare altre realtà, altri oggetti. Fine Prima Parte