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GIOVEDÌ 14 APRILE 2016 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Nelle terre umide del Polesine dove mare e fiume si abbracciano L 'aeroporto di arrivo potreb- be essere Milano o Venezia e le autostrade vi porteranno facilmente fino a Rovigo. Ma quando arrivate nel capoluogo del Polesine, gettate guide e indicazioni e affidatevi ai consigli degli abitanti del luogo. E soprattutto, armatevi di "len- tezza". Il Polesine non è tra le terre segnalate con l'evidenziatore nelle agenzie di viaggio che smi- stano il turismo di massa. Ed è meglio così. Perché questo è uno di quegli angoli d'Italia che vanno scoperti senza clamori, penetrandovi con il piacere del passo lento e con il ritmo del fiume che rallenta per farsi acco- gliere in un abbraccio dal Mar Adriatico. Sarà il modo migliore per trovare un altro degli infiniti tesori disseminati nella terra ita- liana. Un punto di partenza per un percorso che avrà come punto di riferimento il fiume Po e il suo delta, e come città di riferimento Rovigo. Abitato anticamente dai vene- ti (solo omonimi degli attuali corregionali) e in seguito dagli etruschi e infine dai romani, il Polesine è una terra letteralmente strappata alle acque, e spesso posta sotto il livello del mare. Gli etruschi furono i primi a intraprendere le opere di bonifica per modificarne l'orografia palu- dosa. Costruirono canali chiama- ti "fosse" che l'ingegno tecnico dei romani ampliò: le fosse Augusta, Clodia, Filistina, Flavia, Messanicia e Neronia nel I secolo d.C. permettevano di navigare da Ravenna ad Aquileia rimanendo sempre all'interno di lagune percorrendo canali artifi- ciali e tratti di fiumi. Appartenente al Regio X Venetia et Histria, il Polesine (il nome deriva dal latino medievale "polìcinum" ossia terra paludo- sa) subì una prima grande tra- sformazione dopo la caduta dell'Impero romano d'occidente. A causa della scarsa manutenzio- ne delle opere idrauliche il terri- torio ritornò paludoso, scarsa- mente appetito dai bizantini (cui vennero affidate le zone setten- trionali) e dai longobardi (che vi fondarono il Ducatus Ferrariae). Il riemergere di alcune terre nell'alveo dell'Adigetto e la fon- dazione dei primi nuclei abitati di Badia Polesine, Lendinara, Villanova del Ghebbo, Villadose e Rovigo, segna la nascita uffi- ciale della terra del Polesine. Le alterne vicende storiche lasciaro- no a Venezia il compito di dare inizio alla vasta opera di canaliz- zazione e bonifica del terreno, GENEROSO D'AGNESE che negli anni seguenti avrebbe- ro finalmente stabilizzato questo lembo d'Italia che degrada verso il delta del Po. Entrato a far parte del Regno Lombardo-Veneto, il Polesine fu annesso all'Italia nel 1866 con la terza guerra d'indi- pendenza ma vide molti dei suoi abitanti emigrare verso il Brasile e l'Argentina o verso altre città industriali del Piemonte e della Lombardia, anche a causa delle periodiche e tragiche alluvioni. Il 17 settembre 1882 l'Adige inondò il territorio fino al Canalbianco costringendo 63.000 persone ad abbandonare la terra ed ad emigrare in Sud America. Luogo di incontro del fiume con il mare, il Polesine offre ai visitatori ancora tracce della cen- turiazione del territorio operata dai romani. La strada che da Rovigo porta ad Adria è proba- bilmente l'antico decumano mas- simo. Molti erano i castelli forti- ficati presenti nella zona a testi- monianza delle lotte tra Estensi, Scaligeri e Padovani: il castello di Ficarolo (1112) venne som- merso dalle acque del Po, i castelli di Bergantino e Melara furono distrutti nell'800, il castello di Loreo fu teatro di san- guinosi scontri durante la guerra tra la Serenissima e Genova. Tra Rovigo e Adria nacquero anche numerose istituzioni culturali, che nel 1300 produssero l'istitu- zione della scuola pubblica. La straordinaria opera di boni- fica realizzata dall'uomo non ha cancellato il profilo ribelle di una terra in perenne lotta con le forze della Natura, regalandole straor- dinarie potenzialità. Il mare che bagna il Polesine rende la provincia di Rovigo una delle prime produttrici di pesce azzurro in Italia. Nelle sue acque è possibile non solo pescare sar- dine, cefali ed alici di ottima qua- lità, ma anche ottime anguille, che iniziano il loro ciclo vitale nel lontano mar dei Sargassi, per finire, dopo quattro anni ed un lungo viaggio, nel Delta del Po. continua a pagina 39 Adria fa parte della rete dei Borghi autentici ed è situata in una delle zone di maggior interesse naturalistico d'Italia, nel Delta del fiume Po Scorcio dell'argine destro del Fiume Adige tra Boara Polesine e Rovigo