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GIOVEDÌ 28 APRILE 2016 www.italoamericano.org 39 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | " Della fatal quiete" è il titolo del nuovo album di Beppe Giampà, il secondo capitolo del filone letterario iniziato con "I mattini passano chiari", il disco dove ha musicato le poesie di Cesare Pavese. In questo pro- getto, l'artista astigiano ha scelto i componimenti di poeti italiani nati nel 1800: Giosuè Carducci, D ino Campana, G iacomo Leopardi, U go F os colo, Giovanni Pascoli, oltre al porto- ghese Fernando Pessoa. Il lavoro di ricerca di Giampà è iniziato con la difficile selezio- ne delle poesie da musicare, un'impresa per nulla facile ma presupposto necessario per la realizzazione di un'opera di que- sto spessore. La disposizione dei brani nel cd è istintiva, basata su sensazioni a "pelle", tranne il legame tra brano di apertura e "Infinito" di Giacomo Leopardi, posto a conclusione dell'album. Le note del pianoforte suona- to da Marco Genta introducono i versi iniziali di "San Martino", che Giampà porge con garbo, lasciando alla musica il compito di rivelare il contrasto tra l'atmo- sfera del borgo e il suono del mare in tempesta, simbolo di un'inquietudine destinata a dis- solversi nella nebbia, sino a rag- giungere l'apparente tranquillità in cima alla salita. Si tratta di una pace momentanea, la forza del maestrale agita il mare del- l'es is tenza umana mentre le tenebre della notte incombono. Fisarmonica e basso introdu- cono "La piccola passeggiata del poeta", tratta dai "Canti Orfici" di Dino Campana. Le parole di Campana guidano e ispirano le note scritte da Giampà, in una sorta di simbiosi che ne fanno canzone vera e popolare, scapi- gliata e un po' decadente: "Trovo l'erba mi ci stendo a con- ciarmi come un cane, da lontano un ubriaco canta amore alle per- siane". Il titolo dell'album è tratto dal verso iniziale del sonetto "Alla sera" di Ugo Foscolo, uno dei brani più orecchiabili, in cui pia- noforte e violino introducono il dileguarsi di ogni forma di vita nel silenzio della sera, metafora della morte (nulla eterno), in cui perdersi senza disperazione. "Alla luna" è la canzone/poe- sia del ricordo, del senso di con- tinuità e del legame tra passato e presente, elementi necessari per alimentare l'immaginazione. Il musicista piemontese, accompa- gnato da percussioni e fisarmo- nica, affida alla sua vocalità "Il rimembrar delle passate cose", enfatizzando l'essenza pessimi- stica, sottotraccia della poesia di Giacomo Leopardi. "Lavandare" di G iovanni Pascoli è proposta come brano popolare, tra l'aratro, la fisarmo- nica e le voci corali, sintesi del madrigale pascoliano, in cui la Poesie che diventano canzoni. L'idea è di Beppe Giampà, cantautore astigiano classe 1976, non nuovo a progetti che uniscono musica e letteratura WILLIAM MOLDUCCI tecnica poetica dell'analogia evoca il tradimento e l'abbando- no subito da una donna, come l'immagine dell'aratro dimenti- cato in mezzo al campo senza che il lavoro sia terminato. Il tema dell'incedere del tempo lo troviamo anche in "Tedio invernale", tratto da "Rime nuove" di G ios uè Carducci, in cui il rimpianto per i vecchi tempi si esprime nella metafora della primavera e sul parallelismo tra luce, sole e vita: "Ma ci fu dunque un giorno su questa terra il sole? Ci furono ros e e viole, luce, s orris o, ardor?". L'essenzialità dei suoni dona magia alla canzone. La chitarra acustica accompa- gna "Non sto pensando a niente" di Fernando Pessoa, mentre in "A zacinto" di F os colo, le influenze progressive esaltano la forza dei sentimenti: "Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar, da cui vergine nacque". Il disco è stato finanziato, in parte, grazie a una campagna di crowdfunding su Internet cui hanno aderito 44 co-produttori e associazioni culturali da Italia, Francia e Belgio. Alla domanda di un giornali- sta che chiedeva a Giampà per- ché avesse intrapreso una strada così difficile e discutibile, la sua risposta è stata: "Semplicemente perché voglio illudermi che di poesia ce ne sia davvero bisogno, Contaminazione artistica con Giampà: in musica la poesia dell'800 perché in Italia abbiamo un patrimonio culturale che dovreb- be spogliarsi dei suoi tabù e diventare contaminazione artisti- ca, perché c'è bisogno di sensibi- lità tra di noi, e la poesia ha que- sto potere. Probabilmente nello stato attuale delle cose la poesia non ci fornirà il pane quotidiano, ma sicuramente ci renderà perso- ne migliori". La musica di Giampà è senza fronzoli, tanto affascinante quan- to essenziale, adatta al poeta come al ballerino, ricca di raffi- nate atmosfere e resa suggestiva dal talento di una forte espressi- vità vocale. "Pianto antico" ne è un chiaro esempio, grazie alla forza che la musica dona ai versi di Giosuè Carducci: "Sei ne la terra fredda, s ei ne la terra negra, né il sol più ti rallegra, né ti risveglia amor". CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI Beppe Giampà: "Voglio illudermi che di poesia ce ne sia davvero bisogno" (Ph Giancarlo Gk Rocco)