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GIOVEDÌ 9 GIUGNO 2016 www.italoamericano.org L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 21 SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Se già i Romani usavano spezie indonesiane, allora il mercato globale non è un'idea moderna di vita degli aristocratici e dei ricchissimi per poi scendere nei vari strati della società europea fino anche ai più poveri. Un caso che divenne persino tragico, dimostra quanto fosse stato profondo l'impatto econo- mico e sociale della patata. Considerata il nuovo cibo per i poveri, ci volle poco tempo per- ché in Irlanda diventasse la base dell'alimentazione della popola- zione rivoluzionando completa- mente abitudini alimentari che erano andate avanti per secoli. Quando tra il 1850 e il 1852, a causa di una malattia che colpì la coltivazione di questo tubero, venne a mancare, non solo diventò la causa di una grave carestia che colpì l'isola. Ma quella carestia, che colpì una per- centuale enorme della popolazio- ne fino a farla morire di fame, fu il potente motore che spinse migliaia e migliaia di irlandesi ad emigrare nelle Americhe. Infine il colonialismo fece un ulteriore passo con l'introduzione di altri prodotti dalla colonie. Per dare un esempio divertente, il famoso Worcestershire Sauce considerato icona della moderna cucina inglese e ora utilizzato spesso anche in Italia, fu il risul- tato di un tentativo di copiare la ricetta di una salsa originaria- mente prodotta in una colonia britannica nel subcontinente indiano. Ogni volta che andiamo al supermercato vediamo prodotti nuovi, spesso il risultato dei cambi della demografia italiana a causa dei nuovi immigrati. Però, dovremmo ricordare e capire che questi nuovi prodotti e cambiamenti non sono nuovi al Paese, sono millenari e hanno sempre fatto parte della nostra Storia e tradizione sin da prima della nascita dell'Impero Romano. La nostra Cultura è ricca gra- zie a questi prodotti arrivati da Paesi lontani e ai tanti concetti e conoscenze introdotti dall'estero in un passato tanto lontano che pensiamo sia nostro senza più ricordare che fu merito di una "contaminazione". In questo senso, continuare ad essere aperti a idee nuove, non fa altro che rendere il nostro futuro più ricco di occasioni di crescita. parte del nostro patrimonio arti- stico. Un patrimonio che sarebbe stato impossibile senza questo commercio antico. Quando ci si lamenta dei cine- si e degli altri Paesi asiatici che ora copiano i nostri prodotti ricordiamoci che siamo stati pro- prio noi, per primi, a copiare i loro prodotti e non solo la cera- mica, ma anche la seta che abbia- mo importato in Europa per crea- re una nuova industria importante per noi. Naturalmente un altro periodo importantissimo per l'introduzio- ne di prodotti dall'estero fu quello che seguì la scoperta delle Americhe. Si potrebbero riempire pagine dei prodotti introdotti dal Nuovo Mondo che hanno cam- biato per sempre la cucina e le industrie europee. Basterebbe chiedere che cucina avremmo oggi senza il mais, la patata e il pomodoro per capire l'impatto enorme dell'antico commercio mondiale sul nostro stile di vita. Cosa sarebbe oggi la cucina italiana senza il pomodoro? "La scoperta del pomodoro ha rappresentato, nella storia dell'a- limentazione, quello che, per lo sviluppo della coscienza sociale, è stata la rivoluzione francese". Così lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo nel tradur- re l'impatto della pianta nella cucina e nella tradizione culinaria a cui nel tempo ha dato origine. Originaria del Cile e dell'Ecuador, dove per effetto del clima tropicale offre i suoi frutti tutto l'anno, la sua coltivazione era diffusa già in epoca preco- lombiana in Messico e Perù. Fu poi introdotta in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo, ma non come ortaggio commestibile, bensì come pianta ornamentale poichè all'epoca era ritenuta addirittura velenosa per il suo alto contenuto di solanina, sostanza considerata all'epoca dannosa. Nel 1544 l'erborista ita- liano Pietro Matthioli non a caso la classificò fra le specie veleno- se. Servirono due secoli al pomodoro per raggungere le cucine europee e diventare un prodotto imprescindibile di tan- tissime ricette e dell'alimentazio- ne popolare. Soltanto alla fine del Settecento la coltivazione a scopo alimentare del pomodoro conob- be un forte impulso in Europa, principalmente in Francia e nell'Italia meridionale. Ma men- tre in Francia il pomodoro veniva consumato soltanto alla corte dei re, a Napoli si diffuse rapidamen- te tra la popolazione storicamente oppressa dalla fame. Bisognerà tuttavia attendere l'Ottocento per- chè il pomodoro fosse inserito nei primi trattati gastronomici euro- pei, come nell'edizione del 1819 del "Cuoco Galante" a firma del grande cuoco napoletano di corte Vincenzo Corrado, dove sono descritte molte ricette con pomo- dori farciti e fritti. Anche l'introduzione del tabacco e del cioccolato ebbe un effetto enorme prima nello stile In una macelleria di epoca romana sono state trovate spezie esotiche provenienti dall'Indonesia a conferma di estesi traffici commerciali continua da pagina 20 Lo scrittore napoletano De Crescenzo: il pomodoro ebbe l'impatto della Rivoluzione francese nell'alimentazione