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GIOVEDÌ 7 LUGLIO 2016 www.italoamericano.org 32 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA COSTUMI PATRIMONIO TERRITORIO O ttimo s oldato e buon capitano, ma politico mediocre, fu spesso una pedina nel gioco dei pretendenti e dei favoriti del regno di Napoli. Attraverso i suoi matri- moni seppe incrementare e con- solidare la fortuna che s'era crea- ta con le armi; ebbe numerosi figli, di cui molti naturali poi legittimati. Figlio naturale fu il grande Francesco, futuro duca di M ilano, natogli da Lucia Terziani. Muzio Attendolo Sforza nac- que a Cotignola il 28 maggio 1369 in Romagna, da Giovanni Attendolo ed Elisa Petracini. P as s ò alla s toria con ques to nome ma, ai suoi tempi, veniva chiamato M uzzo, da Giacomuzzo. Furono i cronisti posteriori che, per nobilitarne la stirpe, arrivata al potere, trasfor- marono il popolare soprannome nel romano, nobile Muzio. Si narra che una sera del 1382 il giovane G iacomo, mentre stava zappando un campo, vide passare dei soldati della compa- Nelle acque del Pescara affondò la storia del soldato di ventura Muzio Bozzetto realizzato nel corso dell'Ottocento da Consalvo Carelli con il luogo dell'annegamento di Muzio Sforza ELISABETTA MANCINELLI gnia di Boldrino da Panicale alla ricerca di nuove leve. A ttratto dall' idea s cagliò la zappa in alto, se essa fosse tor- nata a terra sarebbe rimasto se invece si fosse impiantata in un albero avrebbe seguito la compa- gnia. La zappa si impigliò in una quercia, Giacomo rubò un caval- lo al padre e seguì i soldati. Iniziò così la sua carriera milita- re vera e propria come capitano di ventura di A lberico da Barbiano che gli diede il sopran- nome Sforza per la sua capacità di rovesciare le situazioni a suo favore e in riferimento al vigore fisico. Si raccontava infatti che fosse in grado di piegare un ferro di cavallo con la sola forza delle mani. S i pos e al s eguito del re Ladislao, in guerra contro il pon- tefice poi si fermò nel napoleta- no e alla morte del sovrano nell' agosto del 1414 rimase a servi- zio dell'erede Giovanna II. Nel 1417 il Papa chiese a Giovanna II l'invio di truppe per resistere a Braccio da Montone e Muzio Attendolo ne fece parte insieme al figlio Francesco. Nel 1418 fu nominato gonfaloniere della Chiesa e assunse il comando delle truppe pontificie. La sua avventurosa esistenza si concluse il 4 gennaio 1423, quando G iovanna diede allo Sforza l'incarico di andare a soc- correre la città dell'Aquila che s tava s ubendo l'as s edio di Braccio da Montone. Muzio, nel tentativo di gua- dare il fiume mentre un suo pag- gio rischiava di affogare, spinse il suo cavallo nel fiume per sal- varlo, ma essendosi le gambe posteriori del destriero affondate nella melma fangosa, egli fu rovesciato dalla sella. Il cavallo allora libero del peso giunse alla riva e il capitano sotto la pesante armatura, affondò nel fiume. Nessuno ritrovò il suo cadavere. Vi sono due dipinti in Abruzzo che ritraggono la scena dell'an- negamento di Muzio Attendolo Sforza. Il primo è un disegno che ritrae il luogo nel quale annegò il condottiero di ventura Muzio Attendolo Sforza all'inizio del 1424 e fa parte della serie di bozzetti realizzati nel cors o dell' O ttocento da Cons alvo Carelli riguardante paesaggi e monumenti abruzzesi. Si compone di tre parti: sullo sfondo alcune case ed un ponte sul fiume in lontananza, una torre cilindrica su una lingua di terra più vicina e, quasi in primo piano, due donne in costume che sostano presso il fiume dopo aver appoggiato un recipiente per l'acqua su un blocco di pie- tra. Attualmente è conservato pres s o la P inacoteca Civica "Vincenzo Bindi" di Giulianova. Il secondo è un dipinto a olio su tela di Gennaro Della Monica conservato presso la Pinacoteca d'arte "Costantino Barbella" di Chieti. Il pittore ha inteso rap- presentare il singolare episodio conferendogli un tono romanti- co, accentuato dalla colorazione cupa e dalle luci crepuscolari. La scena dell'annegamento del soldato di ventura dipinta a olio su tela da Gennaro della Monica