L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-7-2016

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GIOVEDÌ 7 LUGLIO 2016 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Nel Giardino ci sono tutti gli elementi tradizionali: laghetto, cascata, rocce, isole, ponticello, lampada di pietra ELISA CUOZZO A Roma, nei dintorni di Via delle Belle Arti, luogo di grande fervore artistico e culturale dove cui in passato sorsero Accademie ed Istituti di cultura straniera, in una sorta di Esposizione Universale come quella che caratterizzò la città di Milano nel 2015, si trova un'oasi che trasporta nella concezione del mondo simbolica, equilibrata ed armonica della cultura orientale. Qui si estende il giardino giapponese aperto al pubblico e alla visita gratuita solo alcuni mesi l'anno. Realizzato dall'ar- chitetto Ken Nakajima, ripro- ducendo una sintesi armonica e ben studiata tra uomo, piante, acqua, rocce e natura, è adiacente all'Istituto Giapponese di Cultura, un edificio costruito su progetto di Isoya Yoshida secon- do i canoni architettonici del periodo Heian (IX-X sec.) in cui si organizzano attività culturali con l'obiettivo di promuovere la cultura giapponese sul territorio italiano. Inaugurato nel 1962 a seguito degli accordi tra Italia e Giappone nel 1939 e nel 1954, l'Istituto Giapponese di Cultura a Roma è il primo istituto di cul- tura nel mondo voluto dal gover- no giapponese e il suo giardino è il primo realizzato in Italia. Un onore per il nostro Paese rappre- sentante e portavoce di un'inte- grazione culturale sempre più ampia e capillare verso ogni tipo di forma artistica, letteraria, lin- guistica e folcloristica prove- niente dall'estero, e nel caso specifico dall'Oriente. Ben lontani dal tipo di giardi- no zen con roccia, ghiaia e mus- chio e senza attribuire alcuna importanza all'ampiezza del prato e dello spazio di dimensioni contenute, questo è un tradizionale giardino con laghetto che riflette la visione delle radici del mondo. Caratterizzato dalle molteplici letture che nasconde e dai diversi significati di ogni ele- mento che lo compone, si con- figura come giardino da passeg- gio: una volta entrati si ha voglia di visitarlo e scoprirlo tutto. Lo si può osservare, interpretare, sco- prire e vivere su due piani: quello visivo del luogo ameno che cir- conda il visitatore (acqua, cas- cate, rocce, piante e laghetto) e quello simbolico, più affasci- nante, dietro cui si nascondono valenze ed interpretazioni proprie della cultura giapponese e del suo modo di interpretare la natura. L'acqua e le cascate simboleg- giano la vita; le rocce, sempre presenti in questo tipo di giardino ed utilizzate per rappresentare una montagna o un'isola all'in- terno o una scogliera, esprimono un concetto di eternità legato alla divinità; la lampada di pietra bassa che si riflette sul laghetto, oltre ad avere la funzione estetica di evidenziare la bellezza della neve quando cade, simboleggia l'illuminazione e la luce. In assenza di fiori questi giar- dini sono caratterizzati dagli alberi di ciliegio, piante di buon presagio per il raccolto, la cui breve fioritura rimanda alla bre- vità dell'esistenza dei samurai. Fin dalla metà dell''800 i giapponesi usavano ritrovarsi all'ombra dei ciliegi per osser- vare la natura, completamente immersi in essa, a bere e a man- giare. Per la grande valenza che hanno in Giappone, molti ciliegi, oggi situati in via Panama, sono stati donati a Roma dall'impera- tore giapponese. La collocazione del pino vici- no all'acqua del laghetto in un luogo tranquillo e di un pino rosso in cima alla montagna, esposto alle intemperie, rappre- sentano gli opposti: bianco e nero, maschio e femmina, pace e guerra, tranquillità e tempesta. Le rocce nell'acqua che simu- lano un guado naturale sono un effetto voluto dall'architetto per rimandare ad un elemento real- mente esistente in natura. Nonostante l'opera e il diseg- no ben studiato, la mano dell'uo- mo è quanto di più impercettibile ci sia con l'obiettivo di celebrare la natura nella sua essenza e spontaneità, nonchè l'ordine armonico tra tutti i suoi elementi. L'equilibrio naturale induce alla meditazione. L'incontro e il confronto tra culture raggiunge, lo scopo di far riflettere. Se secondo la cultura cristiana Dio creò il paradiso terrestre con Adamo ed Eva che, una volta cacciati, cercarono altri giardini in cui vivere facendo derivare da qui la nostra concezione di gia- rdino tanto più bello quanto più grande, e come luogo che riflette il potere dell'uomo sulla natura, che abbellisce i palazzi dei potenti da cui il giardino deve essere osservato in modo sim- metrico, ordinato, chiaro ed este- so, la forza sovrannaturale in cui credono i giapponesi, che creò il mondo, capovolge la visione del rapporto uomo-natura privando l'uomo della sua posizione privi- legiata, ponendolo sullo stesso piano degli altri elementi naturali e in armonia con essi. Oltre alla sua bellezza e al suo perfetto ordine estetico che è senza dubbio un piacere per gli occhi del visitatore, il giardino giapponese stimola l'armonia interiore e la meditazione tramite il confronto tra diverse visioni del mondo, religioni, credenze ed usanze, un confronto costruttivo che arricchisce l'uomo e il suo spirito. Visitato in ogni stagione dell'anno, questa oasi naturale, in condizioni climatiche diverse e con colori differenti, sembrerà sempre nuova e i vialetti tortuosi permetteranno di osservarla come se fosse sempre la prima volta. Oasi di armonia nel Giardino Giapponese di Roma Il Giardino Giapponese di Roma è stato il primo realizzato in Italia da un architetto giapponese (Ken Nakajima) dopo accordi diplomatici (Ph. E. Cuozzo)

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