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GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2016 www.italoamericano.org 20 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI L'acqua alta a Venezia raggiunse il record, mai eguagliato, di 194 centimetri. Centinaia i Comuni colpiti. Vi furono oltre 130 morti, quasi 400 feriti e almeno 78.000 tra sfollati e senzatetto. Toccò lire di danni calcolati dalle autorità dell'epoca, il 40 per cento era imputabile allo strari- pamento dell'Arno in questa Città. Firenze divenne i quei giorni il simbolo doloroso dell'allu- i soccorsi. L'alluvione del 1966, a Firenze, rappresentò un evento eccezionale e inatteso nelle sue proporzioni, e mise in luce tutta la fragilità di un territorio profon- damente segnato dall'opera del- l'uomo, e interessato da un'estesa urbanizzazione. La piena colpì un'area molto vasta, di circa 3.000 ettari, che furono investiti da 50 milioni di metri cubi di acqua mista a car- burante e ad altre sostanze organiche. Al defluire dell'acqua, rimase il fango: oltre 600.000 metri cubi di sostanza limacciosa, mista a detriti e a materiali di ogni sorta, che rese inagibili le strade e diffi- cili le operazioni di soccorso. I danni materiali furono ingentissimi: quasi quattordicim- ila abitazioni devastate, oltre quarantatremila persone coin- volte; seicento aziende invase dall'alluvione; quasi novemila botteghe artigiane e diecimila esercizi commerciali danneggiati. Il bilancio fu aggravato dalla perdita o dal grave danneggia- mento di parte significativa del patrimonio artistico e culturale della città, da sempre considerata "culla di civiltà". Gli Uffizi, la Biblioteca Nazionale e l'Archivio di Stato, L'alluvione e gli Angeli del fango: 50 anni fa Firenze diventava inestimabile patrimonio d'arte di tutti come sta avvenendo con prontez- za ed efficienza - un riparo con- fortevole e ogni forma di assis- tenza, anche psicologica: tutto quello che è necessario per garantire agli sfollati una con- dizione dignitosa, premessa della Volontari da tutt'Italia corsero a Firenze per mettere in salvo libri, quadri, opere minacciate dall'acqua e dal fango Ma la storia dell'alluvione di Firenze, per fortuna, non si ferma al conteggio di vittime e danni. Firenze, benché gravemente ferita, non si arrese. Mostrò al mondo la sua volontà e la sua capacità di reazione. E da tante parti del mondo molte persone compresero e condivisero quella sfida. Firenze aveva nei secoli irra- diato sull'umanità intera la sua bellezza, la sua arte, la sua cul- tura. E in quelle difficili setti- mane fu come se, con un movi- mento uguale e di ritorno, da ogni angolo del mondo si facesse a gara per restituire quella ric- chezza immateriale che la città aveva donato a tutta l'umanità. Fu così che Firenze risorse. Grazie ai legami sociali, alla fati- ca e alla forza dei suoi abitanti. Grazie al grande movimento di solidarietà nazionale e inter- nazionale". Ma soprattutto, ha detto Mattarella ringraziando il prezioso e generoso contributo degli Angeli del fango, "Mai come in quel frangente, la percezione fu limpida e immedi- ata: Firenze, la sua storia, il suo inestimabile patrimonio in peri- colo appartenevano nello stesso tempo, ai fiorentini, all'Italia e al mondo intero". " Tra i marmi chiari dei palazzi, dei monumenti, delle statue e la plumbea materia melmosa, seminatrice di lutti e di distruzione. Sembrava, quasi, che si fossero materializ- zati gli elementi - l' "acqua buia", le "onde bige", la "lorda pozza" dello Stige - descritti da Dante nel lugubre paesaggio del setti- mo Canto dell'Inferno". Le immagini di Firenze, asse- diata dall'acqua e dal fango, fecero rapidamente il giro del mondo. La tragedia da un lato e la solidarietà dall'altro con gli "Angeli del fango" che, da tutt'Italia, corsero per salvare i tesori dell'arte e della cultura. Un grande Tricolore è stato srotolato sulla facciata di Palazzo Vecchio dove si è tenuta la ceri- monia per il 50° anniversario dell'alluvione di Firenze. A con- cluderla è stato il presidente dello Stato Sergio Mattarella che ha ricordato le migliaia di terre- motati che negli ultimi due mesi, stanno vivendo ore di paura, di disagio e di sconforto. "Ci sono persone che, oggi come cinquant'anni fa, hanno perso tutto: affetti, casa, lavoro, ricordi. Dobbiamo preservare la loro speranza. La speranza nelle istituzioni, innanzitutto. La Repubblica ha il dovere di soccorrere le vittime delle catastrofi, garantendo loro, nel più breve tempo possibile - ripresa. Immediatamente dopo, termi- nata la fase dell'emergenza, dob- biamo adoperarci concretamente per le prospettive di questi nostri concittadini, segnati da perdita e sofferenza. Oggi come allora, all'indo- mani dell'alluvione di Firenze, l'impegno deve essere quello della ricostruzione. Ricostruzione delle abitazioni, delle scuole, degli ospedali, degli uffici pubblici. Ricostruzione dei luoghi di lavoro, delle chiese, dei monu- menti che esprimono la storia antica e grande di quei comuni. Occorre sostenere il forte senso di appartenenza alla comu- nità locale, testimoniato dall'evi- denza del legame con il proprio territorio riaffermato dai nostri concittadini di quei comuni. Normalità non significa soltanto avere un tetto sotto cui dormire o sopravvivere. Normalità vuol dire tornare a poter progettare il futuro, a dare un senso compiuto e gratificante alla propria vita". "L'alluvione di Firenze fu - ha ricordato Mattarella - l'evento più rovinoso di una tragica cate- na di inondazioni, dovute alle piogge incessanti che colpirono, in quei giorni, larga parte del ter- ritorio italiano, provocando tante vittime e danni ingentissimi nel Nord-Est e nel Centro-Italia. però alla Toscana e a Firenze il bilancio più pesante: l'eson- dazione dell'Ombrone e dell'Arno causarono in questa regione 47 morti, centinaia di feriti e 46 mila persone senza casa. Dei circa mille miliardi di vione. Ricordando quel giorno, commemoriamo tutte le vittime di quei giorni di lutti e devas- tazioni. E il pensiero, riconoscente, va a tutte le per- sone che, in ogni parte d'Italia, si mobilitarono generosamente per la Basilica di Santa Croce, il Battistero di San Giovanni, il Museo Archeologico e quello del Bargello, la Sinagoga ebraica. Furono colpite opere d'arte e preziosi documenti e volumi antichi. Un grande Tricolore è stato srotolato su Palazzo Vecchio per la cerimonia dei 50 anni dell'Alluvione di Firenze