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GIOVEDÌ 10 NOVEMBRE 2016 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI C on circa 170 opere, tutte provenienti dalla collezio- ne dell'Herakleidon Museum di Atene, fino al 5 marzo 2017 a Palazzo Chiablese di Torino una grande retrospetti- va dedicata a Toulouse-Lautrec, l'aristocratico bohémien conside- rato il più grande creatore di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Il percorso illustra l'arte eccentrica e la ricercata poetica anticonformista e provocatoria - tra le più innovative tra Ottocento e Novecento - di uno degli artisti oggi più apprezzati e ammirati; un'anima da "artista tormentato" fin dall'infanzia e non adeguatamente "riconosciu- to", seppur pervaso da un fortis- simo slancio ottimista e dalla consapevolezza della bellezza della vita. Una bellezza semplice, dai contorni volutamente sfumati e da vivere in momenti dissoluti, Torino diventa retrospettiva e torna alla Belle epoque raccontato, guardato, gustato in ogni sua forma ed emergenza. Un territorio che oggi diventa un testimone di identità e tradi- zione tutto da riscoprire mentre l'autrice resta un po' avvolta nel mistero. Di lei poco si sa a parte il fatto che nacque nel 1852 e morì nubile nel 1948, che era la dama di compagnia di una nobi- le famiglia e non aveva parenti prossimi. Fotografava paesaggi e persone con evidente sensibi- lità (ritraendo lo sguardo assorto delle lavandaie al viso stanco dell'anziana che vende le uova al mercato avvolta in una coperta) ma decise anche di stampare e produrre in proprio le sue foto firmate, che poi commercializzò come cartoline, diventate nel tempo pezzi rari per i collezioni- sti. Finì a sua insaputa per pro- p o r s i c o m e u n a a n t e s i g n a n a della moderna comunicazione e del marketing. NICOLETTA CURRADI La Troupe de Mademoiselle Églantine (1896) di Toulouse-Lautrec dai colori forti e spregiudicati e priva di abbellimenti, nei disegni come nelle tinte. Nessuno, dopo di lui, è stato in grado di rendere così "perfetto" il volto dell'im- perfezione. È questo il suo stile. In mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manife- sti pubblicitari (come La passeg- gera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanchedel 1895) diventati emblema di un'epoca indissolubilmente legata alle immagini dell'aristocratico visconte Henri de Toulouse- Lautrec. Rampollo di un'antica fami- glia aristocratica del sud della Francia, nel 1881 il diciassetten- ne Henri decide di sfidare l'op- posizione del padre, trasferirsi definitivamente a Parigi e di diventare pittore. Era ormai chia- ro che non avrebbe potuto segui- re le tradizioni di famiglia, una Lo sguardo sensibile di un'antesignana della fotografia per riscoprire la storia de L'Aquila vita da gentiluomo di campagna o una carriera militare: a causa di una malattia genetica, la sua cre- scita si era fermata appena sopra il metro e mezzo, con gambe cor- tissime e problemi alla parola. Nonostante i limiti fisici Henri non ha difficoltà a inserirsi nel mondo libero e bohémien degli artisti e degli spettacoli: i caffè- concerto e i cabaret, principali luoghi della vita notturna parigi- na di fine secolo, diventano il suo rifugio prediletto e fornisco- no i temi principali della sua arte. Fra coraggiose scelte di soggetti scabrosi e innovative ricerche espressive, Toulouse Lautrec trae ispirazione per i protagonisti delle sue opere soprattutto dal quartiere parigino di Montmartre e ne racconta la vita notturna, alternando l'animazione dei loca- li con istanti di quotidianità, sempre fissati con un effetto di grande immediatezza. In poco tempo diventa uno degli illustra- tori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rap- presentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustra- zioni d'importanti riviste dell'e- poca, come la satirica Le Rire. Il circo e il Moulin Rouge, l'amore e le stelle effimere del cabaret, l'ultimo bicchiere di assenzio e il sorriso tirato di un'attricetta: l'a- ristocratico visconte lascia la scena a trentasette anni, il 9 set- tembre 1901, alle soglie del XX secolo. Un'epoca si chiude con lui. A ffascina l'inedito talento d i A m a l i a S p e r a n d i o , f o t o g r a f a a q u i l a n a d e l primo Novecento, offerto al pub- blico con la mostra "Memoria e diletto" a palazzo Fibbioni, pre- s t i g i o s a s e d e d e l C o m u n e dell'Aquila. La mostra offre pillole visive di quel patrimonio di immagini che Amalia Sperandio ha lascia- to in eredità alla città dell'Aquila a cui faranno seguito altre testi- monianze inedite nel volume in uscita a Natale con oltre 200 foto inedite pubblicate in omag- gio alla sua arte rimasta, per più di cent'anni, sconosciuta ai più. "Un'operazione a doppio senso - dichiarano i promotori della mostra - in quanto mette in luce un singolare personaggio femmi- n i l e c h e h a p r e c o r s o i t e m p i cimentandosi magistralmente con la fotografia e restituisce nel contempo tratti della memoria collettiva attraverso esistenze contrapposte di vita quotidiana tra agi e sofferenze, paesaggi mozzafiato, scorci aquilani e dintorni ormai scomparsi e che tornano ad essere presenti e a narrarne la storia". Quando la Sperandio scoprì la fotografia, come si legge nelle note bibliografiche, voleva emo- zionare, documentare con senso artistico e perfezione fotografica un territorio che merita di essere Due scatti storici di Amalia Sperandio: il primo ritrae una famiglia sotto il Palazzo della Prefettura crollato con il terremoto dell'Aquila, il secondo le lavandaie alla Fontana delle 99 cannelle