L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-8-2016

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GIOVEDÌ 8 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | 38 IMPRESA ITALIA ECONOMIA AFFARI AZIENDE Negli Stati Uniti 1/3 dell'export italiano di olio d'oliva I n una sola generazione sono raddoppiati i consumi mon- diali di olio di oliva con un balzo del 73% negli ultimi 25 anni che ha cambiato la dieta dei cittadini in molti P aes i, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli S tati U niti, d alla G ran Bretagna alla Germania. Una tendenza positiva che ha avvantaggiato l'Italia con un aumento record delle esportazio- ni di olio di oliva dell'8'% nei primi otto mesi del 2016, e valori che vanno per il Made in Italy dall'aumento del 18% in Cina, dove però le quantità sono anco- ra ridotte, al +7% del Giappone fino al +11% negli Usa, dove è diretto quasi 1/3 dell'olio che varca le frontiere nazionali. Nel mondo sono stati consu- mati comples s ivamente 2,99 miliardi di chili di olio di oliva nel corso dell'anno con la vetta della clas s ifica conquis tata dall'Italia con 581 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 490 milioni di chili, ma s ul podio, dice lo s tudio di Coldiretti, la principale associa- zione italiana di imprenditori agricoli agricoltori con un milio- ne e mezzo di associati - salgono a sorpresa anche gli Stati Uniti con un cons umo di ben 308 milioni di chili e un aumento record del 250% nell'arco di 25 anni. Ma la crescita dei consumi è avvenuta in modo vorticoso nell'ambito di una generazione anche in altri importanti Paesi a partire dal Giappone dove l'in- cremento è stato addirittura del un deciso effetto sull'andamento delle quotazioni che rispetto all'inizio della anno solo schiz- zate del 54% alla borse merci di Bari dove hanno raggiunto i 5,90 euro al chilo. Aumento record delle esportazioni italiane di olio di oliva dell'8'% nei primi otto mesi del 2016 1400% per un consumo di 60 milioni di chili nel 2015, in Gran Bretagna con una crescita del 763% a 59 milioni di chili e in Germania che, con un incremen- to del 465%, raggiunge i 58 milioni di chili. Una rivoluzione nella dieta si è verificata anche in Paesi come il Brasile in cui l'au- mento è stato del 393% per un totale di 66,5 milioni di chili, la Russia in cui l'aumento è stato del 320% anche se le quantità restano limitate a 21 milioni di chili e la Francia che con un incremento del 268% ha superato i 103 milioni di chili. La situazione è invece profon- damente diversa nei Paesi tradi- zionalmente produttori come l'Italia dove nel corso dei 25 anni i consumi sono rimasti pres- soché stabili (+8%), la Spagna dove c'è stato un debole aumen- to del 24% mentre in Grecia si è verificato addirittura un calo del 27%. A sostenere la domanda mondiale sono gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da nume- rosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel crescente segmento di popo- lazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimen- tazione. Una consapevolezza spinta dai riconoscimenti acqui- siti dalla dieta mediterranea il cui ruolo importante per la salute è stato certificato anche con l'iscri- zione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'uma- nità dell'Unesco avvenuta il 17 novembre 2010. Un'attenzione che in realtà si deve proprio ad un americano: lo scienziato del Minnesota Ancel K eys , che da A cciaroli nel Cilento, dove visse per 40 anni, studiò per primo gli effetti bene- fici di questo stile alimentare. A pesare quest'anno sul mer- cato mondiale è anche il crollo della produzione Made in Italy che si è praticamente dimezzata (-49%) a 243mila tonnellate, con Negli Usa 'false' 7 for me su 10 di Pecor ino. In Califor nia lo si fa con latte vaccino N egli Stati Uniti 7 pecorini di tipo italiano s u 10 sono "tarocchi" nono- stante il nome richiami esplicita- mente al Made in Italy. È quanto denunciano i pas tori della Coldiretti che hanno lasciato le campagne per portare le pecore al pascolo al Foro Traiano nel centro s torico di Roma per difendere il lavoro, gli animali, le stalle e i pascoli custoditi da generazioni. Il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione della nuova denominazione "Cacio Romano Dop" è importante anche nei confronti dell'agropirateria internazionale diffusa pure negli Usa dove la produzione di imita- zioni dei pecorini italiani nel 2015 ha raggiunto il quantitativo di quasi 25 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni, mentre gli arrivi dei prodotti originali dall'Italia sono risultati pari a 10,81 milio- ni di chili nello stesso anno. Oltre la metà della produzio- ne di Romano cheese e similari viene realizzata in Wisconsin, ma ingenti quantità si producono anche in California e nello Stato di New York. Se il nome è simile, le carat- teristiche sono profondamente differenti perché il formaggio Made in Italy originale deve rispettare rigidi disciplinari di produzione con regole per l'alle- vamento e la trasformazioni e un rigido sistema di controlli, a dif- ferenza di quello realizzato negli Stati Uniti che peraltro non con- tiene neanche una goccia di latte di pecora ma è ottenuto da quello vaccino. Le imitazioni del pecorino nostrano con prodotti cosiddetti "italian sounding" riguardano in realtà diversi continenti. D al Romano chees e degli Stati Uniti, anche già grattugiato o in mix con il parmesan, al pecorino Friulano del Canada dove s i vendono anche il Crotonese e il Romanello, tutti rigorosamente fatti da latte di mucca come il Sardo argentino o il Pecorino cinese, dove una mucca sorridente si trova pure in etichetta incurante del significato del nome pecorino, sono alcuni delle imitazioni dei formaggi ita- liani smascherati dalla Coldiretti che ha anche mostrato il kit per la produzione cas alinga del Romano venduto da una ditta inglese a circa 120 euro e che contiene recipienti, colini, termo- metri, presse oltre a polveri attra- verso le quali è possibile realiz- zare una contraffazione alimen- tare a danno dei consumatori. Negli Usa la produzione di imitazioni dei pecorini italiani nel 2015 ha raggiunto il quantitativo di 25 milioni di chili

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