L'Italo-Americano

italoamericano-digital-12-8-2016

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GIOVEDÌ 8 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org 48 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO E ' una vera fortuna poter essere investiti dai suoni magici delle zampogne nei vicoli di Roma, a Piazza Navona, o al Pantheon, lasciarsi incantare dagli zampognari scesi dai monti dell'Abruzzo e del Molise che appaiono come per incanto prima di Natale e per poi sparire miste- rios amente s ubito dopo la Befana. Diffondono nell'aria del mite inverno romano melodie antiche. Come un fumo soporifero e vibrante, le note delle loro anti- chissime melodie pastorali e natalizie avvolgono i sensi e gli animi degli ascoltatori lasciando- li ammaliati stupiti e ammirati. I bambini res tano incantati al primo ascolto di queste canzoni dal suono pungente e ipnotico, e alla vista di questi musicisti giro- vaghi della tradizione popolare, vestiti come antichi pastori di panni poveri e cappelli antichi, inusuali per i nostri giorni. Gli zampognari sono pastori che durante il Natale lasciano il gregge per scendere in città ad allietare la gente con il caldo abbraccio dei suoni delle zampo- gne e delle ciaramelle. La zampogna è uno strumento antichissimo, da non confondere con la cornamusa. La prima zam- dovevano partecipare alla messa di mezzanotte. Oppure a feste organizzate da piccole comunità di paese. Ce n'erano anche di professionali, che nei giorni delle rappresentazioni della Cantata dei pastori, erano chia- mati come elementi del cast artistico a suonare sulla scena nel quadro conclusivo della nascita del Redentore. La novena di Natale, sentita nell'aria con l'approssimarsi del profumo delle pigne e del carat- teristico suono delle zampogne, con il tempo è diventata una festa delle famiglie, dei caseg- giati, dei cortili, dei punti di incontro. Merito di una coppia di pastori, in alcuni casi anche abbigliati nel tipico costume (dal Molise, dagli Abruzzi, dal Sannio, dalla Ciociaria, dall'Irpinia, dal Cilento, dalla Basilicata), il più giovane con la ciaramella, l'anziano con la zam- pogna, che nei piccoli centri e nelle periferie erano di solito seguiti da schiere di fanciulli, che si recavano, casa per casa, presso quelli che l'avessero prenotata, a suonare la novena davanti al presepe, che per quella L'incanto delle zampogne tra le piazze di Roma aerofono. La sacca d'accumulo dell'aria, detta otre, è realizzato con un'intera pelle di capra o di pecora (oggi si usano anche altri materiali o una camera d'aria di pogna della quale si ha notizia risale al primo secolo d.c. e tra i suoi suonatori troviamo addirit- tura l'imperatore romano N erone. La zampogna è un gomma), nella quale il suonatore immette aria attraverso un insuf- flatore (cannetta o soffietto) che mette in vibrazione le ance inne- s tate s ulle canne melodiche: sempre due, quella destra per la melodia, quella sinistra per l'ac- compagnamento, e nei bordoni detti basso e scantillo. La compa- gna inseparabile della zampogna è la ciaramella, una sorta d'ante- nato dell'oboe, uno strumento ad ancia doppia alle cui note è affi- data l'esecuzione della melodia mentre la zampogna esegue l'ac- compagnamento. Si rimane incantati quando s'incontra per caso uno dei pic- coli gruppi di zampognari che di solito si fermano vicino alla fon- tana dei Q uattro F iumi del Bernini a Piazza Navona, al cen- tro di Roma. Bisogna fermarsi ad ascoltarli, ad ascoltare la melodia di Gesù Bambino, il "Tu scendi dalle stelle" perché ci si riscalderà il cuore, ci avvicinerà ai nostri antenati e ci farà nascere buoni propositi nell'animo per l'anno nuovo che sta per arriva- re. Quella melodia ci farà sentire così vicini agli altri, ricordandoci di come il bene e l'amore siano dentro di noi sempre, pronti a uscire non appena una semplice melodia, una nota lunga della zampogna, ci farà commuovere. Avvolti nell'incanto sonoro, s i vorrebbe augurare Buon Natale a tutti e ringraziare gli zampognari per esser scesi dai monti anche quest'anno e aver suonato ancora le loro zampogne magiche! Ancora oggi nelle regioni del Centtro e del Sud c'è la tradizione dei pastori che suonano zampogna e ciaramelle SABINA BRODOLINI data doveva già essere allestito. La musica era quella tradizionale e si concludeva con la classica melodia del "Tu scen- di dalle stelle". Ce n'erano anche di quelli che avevano un testo di preghiere che recitavano cantando nell'intervallo dei tre o quattro pezzi musicali eseguiti con le pive. In Alto Adige-Südtirol, invece, c'è ancora oggi l'abitu- dine di preparare la Corona d'Avvento. E' una piccola ghirlanda di rami di pino o di abete su cui si fissano quattro ceri, uno per ognuna delle quattro settimane che compongono l'Avvento. La vigilia di ogni domenica si aggiunge l'accensione di un cero, fino alla quarta domenica quando tutti e quattro saranno accesi: è il simbolo significativo dell'inten- sificarsi della luce mano a mano che ci si avvicina al Natale. La tradizione, legata al senti- mento religioso, è divenuta una nota del folklore locale. Oggi la corona d'avvento è preparata in tutte le famiglie e nelle comu- nità, ed è esibita negli spazi pub- blici. La tradizione della Corona d'Avvento che in Alto Adige annuncia le feste T radizione vuole che nel sud d'Italia, l'attesa del Natale sia sottolineata dalla presenza degli zampognari e dal suono delle ciaramelle. Mitologici, come i personaggi del presepe, gli zampognari sono divenuti soggetto della letteratu- ra popolareggiante, mentre pochi di solito sanno della loro vita ordinaria nel resto dell'anno. Qualche volta venivano ospitati nelle famiglie, con le quali fes- teggiavano la vigilia del Natale, e se, richiesta la loro presenza, La Corona d'Avvento che si usa in Alto Adige ha 4 candele, ognuna per le domeniche che precedono il Natale

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