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GIOVEDÌ 22 DICEMBRE 2016 www.italoamericano.org 24 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Il voto degli Italiani all'estero ci deve insegnare a conoscerli e rispettarli di più G l i i t a l i a n i a l l ' e s t e r o avranno sempre una parte del cuore nel Paese delle loro origini. Alcuni di questi sono nati in Italia e si sono tra- sferiti all'estero per motivi che cambiano da persona a persona, poi ci sono figli e nipoti di que- sti emigrati, che sono nati anche con la cittadinanza italiana e che sentono il richiamo del Paese delle loro famiglie. Molti di questi italiani all'e- s t e r o s e n t o n o l ' o b b l i g o e i l dovere di esercitare il diritto al voto. Anche lontano da casa. Ci sono molti aspetti di que- sto diritto che sono soggetti a l u o g h i c o m u n i e i g n o r a n z a . Anche l'ultima consultazione referendaria lo ha dimostrato. Per l'ennesima volta dall'in- troduzione del voto all'estero, questo diritto ha creato un alto livello di polemiche e controver- sie, rese peggiori da disinforma- z i o n e e c o m m e n t i v e l o c i e superficiali sia da parte di alcuni diritto di farsi sentire in Patria. Ma non tutti gli emigrati sono partiti per spontanea volontà. Le generazioni partite dopo le due guerre mondiali, ad esempio, furono costrette a lasciare il Paese, non semplicemente per mancanza di lavoro e fame, ma anche a causa di autorità italiane che li consideravano superflui ai bisogni del Paese. Anzi, le loro p a r t e n z e a v r e b b e r o r e s o p i ù facile risolvere i problemi post- bellici. Sarebbe stato facile per questi emigrati decidere di non fare più niente per il loro Paese di nascita. Invece molti di loro, compresi i miei genitori e zii, hanno continuato per decenni a inviare soldi alle famiglie rima- ste in Italia e persino a promuo- vere prodotti italiani nei loro nuovi Paesi di residenza. C'è un altro aspetto del voto degli italiani all'estero che meri- ta attenzione particolare perché dimostra una realtà che molti ignorano. Chi abita all'estero, sia se emigrato per scelta o nato lì, s p e s s o c o n o s c e a l t r i s i s t e m i politici e governativi e sa che esistono altri modi di governare. In modo particolare mi riferisco a quei Paesi che hanno sempre avuto governi longevi e stabili. Questo spiega il motivo per cui nelle circoscrizioni estere abbia recentemente vinto il Sì alle riforme invece del No che in Italia che ha deciso il referen- dum. Gli italiani all'estero pensano in un altro modo e questo viene dalle esperienze vissute in altri sistemi politici, in altri sistemi scolastici, dal leggere giornali diversi da quelli italiani che non s o n o l e g a t i a p a r t i t i p o l i t i c i come spesso capita in Italia. Gli italiani all'estero giudicano la politica italiana con un metro diverso dal residente in Italia. I parlamentari eletti all'estero capiscono bene queste realtà e questo spiega perché molti di esponenti politici che da parte di cittadini italiani, che si sono amplificati nei dibattiti pubblici e nei social media durante i pas- sati mesi di campagna referenda- ria. Molti di questi commenti sono andati ben oltre i limiti della decenza e del buon senso. Il primo commento, ripetuto da molti, è stato quello che gli italiani all'estero non possono votare perché non pagano le t a s s e i n I t a l i a . P e r r e p l i c a r e b a s t e r e b b e d i r e c h e n o n è conforme con la Costituzione italiana che dà il diritto di voto a tutti i cittadini a prescindere da quel che facciano. Lo hanno i ragazzi appena maggiorenni che nella stragrande maggioranza dei casi sono a carico dei genitori. Anche loro non pagano le tasse ma votano. Seguendo questo logica quante altre categorie per- derebbero il loro diritto? E non sarebbe questa una mossa contro il concetto stesso di democrazia espresso nel referendum? Altri sostengono che siccome alcuni emigrati sono "scappati" dall'Italia, questi hanno perso il loro si sono impegnati al massi- mo per il referendum in tutti i continenti. Per molti, in Italia, è stato facile fantasticare di brogli e complotti per motivare un possi- b i l e r u o l o d e c i s i v o d e l v o t o all'estero. Accantoniamo subito l'ipotesi brogli: milioni e milio- ni di schede false avrebbero bisogno di un'organizzazione enorme che semplicemente non esiste. Sono pure fantasie che non hanno alcuna base. La realtà è molto più sempli- ce e dunque difficile da prende- re in debita considerazione da chi non sa cosa vuol dire vivere in un altro Paese. Allo stesso modo è uno sba- g l i o c o n s i d e r a r e g l i i t a l i a n i all'estero come semplici operai e l a v o r a t o r i . E ' u n v e c c h i o luogo comune che ormai non esiste più da decenni. Gli italia- ni all'estero, sia quelli della prima generazione che i loro discendenti, comprendono un numero altissimo di laureati e professionisti con la capacità di leggere l'attualità e di ragionare e quindi di decidere in piena autonomia. Le comunità italiane all'este- ro sono fiere dei loro legami con la Patria e molti vogliono tenere vivi i contatti anche quando non ci sono più parenti stretti nei loro paesi di origine. Questa voglia di un ruolo attivo nella v ita d el B el P aes e d o v r eb b e essere un motivo di orgoglio per l a n o s t r a n a z i o n e e n o n u n a fonte di litigi internazionali. È un mondo italiano con sfu- mature di ogni genere che è utile tenere vivo a ogni costo perché fa parte non solo della Storia del nostro paese ma soprattutto del nostro futuro del nostro Paese che dovremmo imparare a cono- scere e rispettare di più. Ad aprire la Settimana della Cucina Italiana è stato l'Ambasciatore Varricchio con lo chef Bottura a Washington GIANNI PEZZANO