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GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2017 www.italoamericano.org 30 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO Castagna, l'Abbazia Florense da cui si sviluppò ad opera del gran- de mistico Gioacchino da Fiore il primo centro abitativo della regione, San Giovanni in Fiore. La Sila Grande è il regno incontrastato del bosco, il topo- nimo Sila deriverebbe da Silva. Il più ampio altipiano d'Italia è una distesa dalla bellezza inaf- ferrabile, un paesaggio romanti- co abitato dal pino laricio nella zona della Fossiata, di Colle del Lupo, il Fallistro dove rimango- no ancora 40 superbi esemplari. I Giganti della Sila vengono chiamati, con il tronco di circa due metri di diametro, alti fino a 45 metri. Pini, faggi, cerri, casta- gni, abeti bianchi proteggono un sottobosco ricchissimo di felce aquilina, rosa canina dove si aggirano volpi, cervi, caprioli, tassi, martore, lontre, ghiri, lepri, cinghiali, lo scoiattolo nero, il gufo reale e il corvo imperiale, il picchio verde e soprattutto sua maestà il lupo, vero sovrano della Sila. E' il re dei boschi, il predatore più temibile. Dopo una convivenza mille- naria con l'uomo è stato ricac- ciato in zone sempre più imper- vie, perseguitato e minacciato nella sua sopravvivenza. Dal 1976 è una specie protetta ed è davvero straordinario incontrarlo da solo (a noi è capitato in pieno giorno, vicino al Rifugio di Montescuro). Perché, dicono quelli del posto, il lupo è cattivo solo nelle favole oppure quando spinto dalla fame nelle lunghe stagioni invernali scende in branco alla ricerca di cibo. La paura ha ceduto il passo al fasci- no: ora c'è chi vuole incontrarlo e si organizzano escursioni not- turne sulle sue tracce, i profani vivono il brivido di un contatto difficile con questi antenati sel- vatici del cane che fuggono l'uo- mo e vivono protetti dal buio. In quest'oasi naturale il centro visi- ta Cupone vi metterà a contatto con la flora e la fauna da proteg- gere, ma non mancano in Sila le sorprese più propriamente cultu- rali: uno dei possibili tour è in Località Camigliati per visitare il Parco Oldcalabria che si ispira al Sulla Sila dove si avvista il lupo e si respira l'aria più pura d'Europa famoso diario calabrese di Norman Douglas e agli scrittori, poeti, artisti del 700esco Grand Tour. Dominio del barone Maurizio Barracco, i cui antenati furono i più grandi latifondisti d'Italia e della moglie Mirella che anima- no d'estate Gli incontri nel Parco. Da visitare qui La nave della Sila, museo narrante sull'e- migrazione, progetto di Napoli 99 curato da G.A. Stella. Sul lago Arvo, in località Lorica vive Francesco Aquino, pittore-antropologo: la sua ricer- ca coniuga memoria e nostalgia, Secondo ricerche scientifiche, l'aria della Sila è persino più pulita di quella che si respira al Polo Nord FRANCESCA GRAZIANO U na Calabria inaspettata ci attende sull'altopiano della Sila protetto ai lati dai due Mari, il Tirreno e lo Ionio, nel punto più stretto, dove la penisola si fa quasi isola. La Sila è il regno dell'aria più pulita d'Europa, dell'acqua che sgorga purissima, dei laghi sulle cui sponde sembra siano state trovate le testimonianze umane più antiche di homo erectus e di Neandertal. L'altopiano è un'a- rea di grande interesse bio-geo- grafico: per le caratteristiche geomorfiche e bioclimatiche, per lo straordinario valore naturali- stico è iniziata la missione di valutazione per il riconoscimento come Patrimonio mondiale dell'Umanità Unesco. La qualità dell'aria intanto: un rapporto dell'Organizzazione mondiale della Salute conferma che il 92% degli abitanti del Pianeta sono esposti a un livello di inquinamento superiore ai limiti fissati. Diossina d'azoto, ammoniaca, ozono e le temibili particelle fini prodotte dalla com- bustione di legno e carburanti creano un'atmosfera irrespirabi- le, patologie respiratorie gravi provocano nel mondo il decesso di circa tre milioni di persone all'anno. Riveste una grande importanza la notizia che nel Parco Nazionale della Sila si respira l'aria più pulita d'Europa stando ai dati, rigorosamente scientifici, di uno studio condotto circa 5 anni fa da due ricercatori, Stefano Montanari, direttore del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena e Antonietta Gatti, esperta di Nanopatologie. Lo studio, effettuato con filtri che trattengono le polveri e con un microscopio elettronico a scansione a raggi X ha portato Montanari a rilasciare una dichiarazione di non poco conto in un periodo afflitto dall'inqui- namento ambientale: "L'aria della Sila è pulitissima, addirittu- ra molto migliore di quella delle isole Svalbard e di aree vicine al Polo Nord". Pulita anche l'acqua che sgor- ga purissima nei luoghi dove tracce di insediamenti di età greca si alternano a quelli di epoca romana. Da qui sono pas- sati, lasciando usi e costumi ancora vivi, Bizantini e Longobardi, Arabi, Normanni. Poi arrivarono i Monaci Cistercensi che fondarono impor- tanti Abbazie, la Sambucina a Luzzi, Santa Maria di Corazzo a in vecchi oggetti d'uso incastona scene d'antan, ci dipinge la vita dentro così com'era quando gli oggetti avevano una precisa fun- zione d'uso ed erano comodini con all'interno la cassaforte, anti- che specchiere con le foto del militare di famiglia, del patrono del paese o qualche cartolina che portava echi di mondi lontani. Altra imperdibile sosta è a San Giovanni in Fiore dove si visita l'Abbazia Florense fondata da Gioacchino, "il calavrese Abate di spirito profetico dotato" (XI Canto del Paradiso di Dante), si può visitare il Museo demologico se non altro per la rara testimo- nianza fotografica su un mondo contadino scomparso di un pio- niere della fotografia in Calabria Saverio Marra ( 1894-1978). Per i frequentatori abituali è un posto da non mancare mai d'estate o inverno che sia: si trat- ta di Camigliatello Silano, il cen- tro turistico più importante. Vi troverete ottimi alberghi come Il Cristallo e l'Edelwais, ristoranti e griglierie dove si degustano fun- ghi e salumi tipici, il caciocavallo e deliziosi amari dal gusto forte distillati con le profumate erbe della zona. Indimenticabili la ricotta pecorina dal sapore deciso che il ristoratore Peppino Mancuso, appassionato cultore delle tradizioni locali, vi offrirà dopo avervi fatto toccare con mano il prodotto appena uscito caldissimo da un piccolo labora- torio artigianale. Senza dimenticare soppressate e salumi rigorosamente dop, le saporite burrate condite con un pizzico di sardella o i macchero- ni inferrettati, i famosi scilatielli, farina e acqua di fonte, all'ine- briante profumo di funghi, il caciocavallo alla griglia con con- torno di patate mpacchiuse (attaccate), la pitta mpigliata, schiacciata il cui nome tradisce le origini arabe, a base di noci, uva passa, miele e rosolio. Il lupo è l'emblema dell' Altopiano Silano. Dal 1976 è una specie protetta che vive nei boschi calabresi