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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2017 M artin Scorsese, come noto, è cresciuto tra gli a n n i Q u a r a n t a e Cinquanta nella "Little Italy" di New York City, dove le uniche due scelte per un ragazzo erano entrare in una gang o diventare prete. Da bambino, soffriva di asma e questo l'aiutò a stare alla larga dalle strade. Cresciuto come un cattolico fervente, non divenne tuttavia un ecclesiastico, ma piuttosto uno dei registi più cele- bri nella storia di cinema. Barbara De Fina, nata attorno al Fiume Hudson in New Jersey, condivide con Martin il sangue siciliano dal lato di suo padre. Tuttavia, siccome il lato di sua mamma veniva dall'Ungheria, l'educazione culturale e alimen- tare di Barbara è stata un "pasti- che", finché ha sposato Scorsese nel 1985. Senza dubbio, possia- mo ringraziare suo marito e sua suocera, Catherine, se Barbara ha acquisito esperienza in una delle principali punte d'orgoglio italiano: la cucina. Al contrario, non possiamo attribuire a Scorsese l'imprinting della De Fina nell'arte cinemato- grafica, ma piuttosto a Sidney L u m e t e , i n q u a l c h e m o d o a Woody Allen. N o n d i m e n o , B a r b a r a D e F i n a , c h e h a d i v o r z i a t o d a Martin nel 1991, è stato coinvol- ta nella produzione di un gran n u m e r o d e i c a p o l a v o r i d i Scorsese, condividendo la stessa filosofia narrativa. Prima di passare la parola a Mrs. De Fina, qui menziono solo alcuni dei suoi successi cinema- tografici, cominciando da The King of Comedy (1982), The L a s t T e m p t a t i o n o f C h r i s t (1988), Goodfellas (1990), The A g e o f I n n o c e n c e ( 1 9 9 3 ) e Casino (1995), fino al più recen- te, Hugo (2011), e all'ultimo, Silence (2016). Come è stata la sua educa- zione in una famiglia italo- americana? Mio nonno veniva dall'isola di Salina in Sicilia, mentre mia nonna era ungherese. Hanno vis- suto in New Jersey proprio di fronte al fiume di New York City, in una comunità di immi- grati dove si mescolavano tutte le varie nazionalità, diversamen- te dalla Grande Mela dove ognu- na di queste aveva il suo proprio quartiere. Per aumentare la con- fusione, mia madre è stata una sposa di guerra a Londra. Mio padre ha otto fratelli, sette ragaz- zi ed una ragazza. Perciò, vengo d a u n a g r a n d e e v i v a c e famiglia. Ricordo una festa di Natale al m u n i c i p i o , d o v e c ' e r a o g n i genere di cibo dai vari Paesi di provenienza di ciascuno e si bal- lava la polka. Inutile dire, che sono stata molto confusa sul cibo fino alla prima adolescenza. Fu quando sposai Martin che ho scoperto il cibo italiano. Sua madre Katie mi insegnò a cuci- nare. Le sue radici italiane hanno contribuito in qualche modo nelle scelte della sua carriera? C'è stato un momento partico- lare di realizzazione nella sua v i t a , i n c u i h a d e c i s o c h e avrebbe intrapreso la carriera nel mondo del cinema? Mio padre, in particolare, mi ha sempre incoraggiata a seguire il mio interesse nel disegno e nella pittura. Sono sempre stata i m p e g n a t a n e l c u c i r e l e m i e creazioni. Quando sono cresciu- ta, ho pensato che avrei fatto qualche cosa nel teatro, special- m e n t e n e i c o s t u m i o n e l disegno. Ma è successo che, quando ero pronta a cominciare la mia carriera, non c'erano occasioni di lavoro in teatro. La cosa più vicina che riuscii a trovare fu di l a v o r a r e n e l l ' u f f i c i o d i u n a società che produceva pubblicità televisive. Durante la mia prima o seconda settimana, ci fu una specie di emergenza. Ebbero bisogno di aiuto nello studio dove stavano girando una pub- blicità per "Palmolive Detersivo per piatti - Madge la manicure." Mi mandarono ad aiutare ed io ne fui presa totalmente. Nel 1978 lei collaborò come coordinatore dell'ufficio di produzione per Interiors di Woody Allen. E' stato emozio- nante lavorare con un simile maestro? In cosa è consistito il suo lavoro? L a v o r a r e p e r I n t e r i o r s f u molto emozionante. Avevo sen- t i t o p a r l a r e m o l t o d i W o o d y Allen dai membri dello staff ma mai avevo avuto l'opportunità di vederlo lavorare. Questo è stato d u r a n t e i l s u o " p e r i o d o Bergman". Allora, ero arrivata a gestire l'ufficio di produzione con il d i r e t t o r e d i p r o d u z i o n e . Passammo la maggior parte del film sul set a Long Island, NY. Sfortunatamente, avvenne duran- te l'inverno e fu piuttosto grigio cosa che, chiaramente, era esat- tamente quello che lui voleva. Fu piuttosto introspettivo e riser- vato. L'aspetto più affascinante è stato guardarlo lavorare con il suo direttore della fotografia, Gordon Willis. Io avevo già lavo- rato con Gordon altre volte. Era brillante con le luci ma anche molto esigente. Ed il film, fra le altre cose, era relativo alla luce. Doveva essere perfetto. E' stato dopo questo film, che ho capito che volevo lasciare l'ufficio e lavorare come direttore di produzione, incarico che com- porta più decisioni da prendere e autorità. Nel 1981, lavorò come diret- tore di unità in Prince of the City con un altro grande, Sydney Lumet. C'è stata qual- che cosa nel suo modo di lavo- rare che la entusiasmò? Sidney Lumet era soprattutto molto gentile ed incoraggiante. Poiché allora stavo lavorando di più sul set, ebbi la possibilità di guardarlo preparare e girare il film. Dire che lui è un maestro è minimizzare. Lui progettava tutto durante il periodo di preparazio- ne. Quando arrivava sul set per girare, sapeva dove mettere la macchina da presa e quale lente usare. Aveva anche stabilito la scena nelle prove con gli attori. Lavorava molto rapidamente e odiava gli straordinari. L'unico aspetto che lasciava al caso era qualche cosa di meraviglioso e sorprendente che potevano fare gli attori. Prince of the City è stata un'altra grande esperienza di apprendimento. Nel 1982, con The King of Comedy, ha collaborato per la prima volta con Martin Scorsese come direttore di unità. Da allora in poi, ha lavo- rato con lui con molte compe- tenze in un gran numero di film - sia lungometraggi, sia corti che video musicali - fino all'ultimo, Silence. Cosa inspira lui e cosa lei nel raccontare una storia dopo l'altra? La "pole- mica" è un elemento essenziale per l'equazione? Lavorai a The King of Comedy come direttore di unità per la fotografia aggiuntiva, ma mi si chiese di continuare come super- visore della post produzione. Siccome Marty aveva lavorato per molto tempo in post produ- zione, mi chiesero se potevo aiu- tare a consegnare il film. Non penso che la polemica sia essenziale. Infatti, The Last Temptation of Christ è stato così discusso che tutti sanno della polemica ma non hanno visto il film. Noi abbiamo girato il film La produttrice cinematografica Barbara De Fina Scorsese ha fatto riscoprire alla produttrice Barbara De Fina le sue radici italiane perché prima fosse visto e poi discusso, non il contrario. Per quanto riguarda altre scel- te, penso che ogni progetto sia diverso. Bisognerebbe guardare ciascuno nel contesto in cui è stato fatto e quello che succede- va in quel periodo. Penso che l'unica cosa che hanno tutti in comune sia una buona storia e personaggi interessanti, comples- si. Cosa può dirci del lavoro nell'ultimo film di Scorsese e del progetto a lungo desidera- to, Silence? Lei e Martin siete soddisfatti del risultato finale e di come è stato ricevuto dal pubblico in generale? Ho lavorato a Silence dal 1989 fino al 2003. Non sono riu- scita davvero a completare il film. È un peccato che un simile bel film non sia stato ben accol- to. Sarà riscoperto più tardi forse, nei prossimi anni. Su quali progetti sta lavo- rando adesso? Spero finalmente di ottenere la produzione di un film che ho da molti anni, intitolato Mississippi Mud. È una storia criminale vera che ha luogo nel "Profondo Sud" sulla ricerca da parte di una donna degli assassi- ni dei suoi genitori. Sono anche molto entusiasta di avere un progetto sul comples- so rock di Tommy James e degli anni degli Shondells' alla "Roulette Records," che fu gesti- ta da Mob. E' intitolato Me the Mob and the Music, ed è una grande storia con una musica meravigliosa. CULTURA ARTE LIBRI PERSONAGGI