L'Italo-Americano

italoamericano-digital-5-18-2017

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GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Los Angeles scopre il cinema europeo con Starring Europe Film Festival Quest'anno l'Italia ha avuto l'onore di chiudere il Festival "Starring Europe" con il film indipendente "il Nostro Ultimo" LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Q uest'anno, dal 9 al 15 maggio, si è svolto a Los Angeles "Starring Europe" Film Festival un proget- to creativo organizzato dalle isti- tuzioni diplomatiche dei Paesi Ue a Los Angeles, e in partico- lare dal Consolato Generale d'Italia insieme all'Istituto Culturale Italiano e a The American Cinematheque. Obiettivo del Festival è espandere la conoscenza dei film europei negli Stati Uniti. Il Consolato Generale d'Italia a Los Angeles è stato fondamen- tale nel promuovere le pro- duzioni italiane e sostiene forte- mente la loro ulteriore espan- sione nella Costa Ovest: "Starring Europe dà l'opportu- nità, per chi in città ama il cine- ma internazionale, di scoprire premiati film contemporanei da tutt'Europa. Abbiamo coinvolto altre realtà italiane presenti sul territorio, per organizzare eventi, workshop, per promuovere e preservare la nostra cultura ital- iana e i prodotti negli Stati Uniti e nel mondo" spiega il Console Generale Antonio Verde. Giunto alla sua quarta edi- zione, "Starring Europe" ha por- tato a Hollywood i migliori film contemporanei dell'Unione Europea e ha dato al pubblico la possibilità di interagire con i reg- isti e gli attori dei film in proiezione. I corti e i lungome- traggi proiettati al festival incar- nano il ricco patrimonio e la diversità del cinema contempora- neo europeo, e hanno portato sette première a Los Angeles, sei film diretti da donne, due registi vincitori di Oscar e due studenti di regia vincitori di Oscar. Quest'anno l'Italia ha avuto l'onore di chiudere il Festival con il film indipendente "Our Last". Il film racconta la storia di un viaggio che segue due fratelli in conflitto. Quando la loro madre muore improvvisamente, i due, colpiti dai sensi di colpa e dal rimorso decidono di adem- piere al suo ultimo desiderio e di visitare tutti insieme la Sicilia, facendo la loro ultima vacanza di famiglia in un viaggio improvvisato con la bara della madre legata al tetto della macchina. L'esperienza svelerà tutta la complessità della loro relazione. Il 4° anno di "Starring Europe: New Films from the EU Festival" ha offerto ai losangelini l'opportunità di immergersi nel premiato Cinema europeo, di incontrare registi e talenti europei, di fare rete con i profes- sionisti dell'industria cine- matografica, di esplorare le isti- tuzioni culturali dei Paesi europei a L.A. e di incontrarsi attraverso il potere dei film. Starring Europe è anche l'evento culturale che unisce immigrati ed artisti di tutta Europa con gli stu- denti di lingua dei college e delle università locali e i losangelini. Ludovico Di Martino e l'at- tore principale Guglielmo Poggi, ("Miglior attore" all'International Film Festival di Milano nel 2016 – Miglior inter- pretazione al Da Vinci's Horse MIFF Award) hanno partecipato alla proiezione all'Aero Theatre di Santa Monica. L'Italo- Americano ha avuto l'opportu- nità di far loro alcune domande. Questo evento è stato forte- mente promosso dal Console Generale d'Italia a LA, Antonio Verde. Come avete reagito alla sua determi- nazione nel portare qui negli Stati Uniti il cinema europeo e in particolare nel far rappre- sentare a voi l'Italia con il vostro film? "Ne siamo stati estremamente orgogliosi. Siamo molto giovani e nuovi nel settore. Essere qui dopo solo tre anni con questo progetto, grazie agli sforzi del Console Generale, vuol dire due cose: innanzitutto, che si dà ai giovani un'opportunità e poi, che abbiamo fatto qualche cosa di buono. Magari non è lo stile dell'industria cinematografica italiana o americana, ma è una produzione indipendente che cerca di farsi spazio" è il com- mento di Poggi. "Questo va oltre il nostro stesso film. Portare qui un picco- lo film come il nostro è più di una questione politica. La sod- disfazione viene da quello che rappresentiamo. Siamo un sim- bolo, una piccola realtà se con- frontata alla produzione e alla distribuzione cinematografica italiana ma siamo qui al Festival e questo è tutto merito del Console Generale Antonio Verde che ha deciso di far sentire la nostra voce. C'è molto di più dei film delle grandi produzioni e dei registi italiani che tutti conosci- amo" ha aggiunto il regista Ludovico Di Martino. L'Italia ha sempre eccelso in molti campi, incluso il cine- ma. Quale è stato l'impatto che i film italiani hanno avuto ed ancora hanno nel mondo? "I film italiani hanno influen- zato autori da tutto il mondo. Charlie Kaufman, un grande reg- ista e sceneggiatore che oggi vive giorni difficili, una volta disse: 'Per me oggi è dura girare un film, anche se a Hollywood sembra che tutti dicano sempre 'Oh, è un film fantastico, in per- fetto stile Charlie Kaufman'. Questo è il manifesto del cinema italiano, ne siamo un esempio, siamo qualcosa di così grande che non riesce ad emergere. Siamo un Paese molto provin- ciale, tutto quello che arriva da fuori è troppo grande per noi. Piccoli uomini che dovrebbero sicuramente essere giganti, ma nel mondo reale, nessuno ci vede" dice Di Martino. "Non esportiamo molto. Nella nostra realtà (italiana) siamo qualcosa, ma fuori c'è l'idea della Commedia all'Italiana di 20 anni fa. Siamo congelati, ma siamo anche stati troppo influen- zati dalla cultura americana, piena di metodi, competizione, industria. Non c'è più un Monicelli che parla con lo staff, con gli attori. Ora il principale obiettivo dei registi italiani è di andare a lavorare in America. Ma così non miglioriamo, possi- amo migliorare se torniamo indi- etro a ciò che siamo stati davvero", continua l'attore. Secondo voi quanto è importante esportare cinema italiano e perché? "Abbiamo una sensibilità rinomata", risponde Guglielmo. "L'Italia, a confronto di altre cul- ture, è forse una delle più visibili in America. Ecco perché penso che sia essenziale tornare indi- etro a qualche cosa che è stato perso. Prima parlavamo delle persone normali e semplici. Parlavamo delle vite reali di per- sone comuni ed autentiche. Abbiamo costruito tutti insieme il cinema e questo è quanto ha fatto innamorare gli americani del cinema italiano." Tornando al film, lei investi- ga la dinamica della relazione tra madre e figlio, la perdita profonda e il forte legame alla figura materna, molto italiana. E' stato inevitabile trattare un simile tema? "La storia è venuta fuori molto spontaneamente forse per- ché è così radicata nella nostra cultura". Ha commentato il reg- ista. "Ecco anche perché è stato così facile sviluppare il tema. E' venuto fuori naturalmente. E' stato un viaggio doloroso da scri- vere ed è stato difficile mettermi nei panni dei personaggi. Io non ho sperimentato questo genere di perdita, fortunatamente, così è stato anche più difficile per me immaginare quel tipo di dolore e renderlo reale". "Nemmeno io l'ho sperimen- tato" continua Guglielmo "e in realtà l'attrice che interpreta la madre nel film è proprio mia madre. La parte più delicata è stata quella di Fabrizio Colica. Sua madre ha una malattia moto- ria ed è su una sedia a rotelle, così lui è stato l'unico che ha davvero provato un dolore analo- go, in un certo modo. Mi sono sentito responsabile come per- sona più che come attore. E ho cercato di dare a questa perdita il rispetto che merita".

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