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GIOVEDÌ 18 MAGGIO 2017 www.italoamericano.org 37 Diario di un uomo che va pazzo del Vermentino della sua regione, la Gallura. Parlava poeticamente dei picchi di granito della Gallura, di come sono intagliati in curiose forme naturali dal vento e dalla pioggia. La provincia di Vena San Leonardo, diceva, è benedetta da un microclima davvero eccellen- te, influenzato dal vicino Lago da malattie e parassiti. Quella conversazione avrebbe annunciato un viaggio. L'anno dopo, mi trovavo sulla costa nord-est della Sardegna, in Gallura, dove le colline di granito ospitano quell'espressione spe- cialmente profonda di Vermentino noto come il L a pazzia. È probabile che pensiate che arrivi tutta in una volta. In realtà, non succede. Si avvicina poco alla volta, quietamente, passo dopo passo, come un gatto nell'atrio. Magari vi sentite inclini a istruir- vi sul vino. Poi arriva il bisogno di andare, di viaggiare là dov'è. Fino a quando finalmente, mentre state galleggiando sulla schiena nel mare sardo, guardate su e sbattete le palpebre nella luce del sole. Quello è il momento in cui capite. O almeno così è stato per me. Ma, corro troppo. Capire il Vermentino e la sua pazzia speciale. La letteratura enologica varia tra il dirci che il Favorita, per esempio, è un sino- nimo del Vermentino, è un bioti- po del Vermentino, o è proprio il Vermentino. Ambiguità suffi- ciente per toglierci la salute men- tale. Per dirlo in modo ancora più interessante: molti produttori e alcuni esperti non sono d'accordo con la letteratura nè tra di loro. L'analisi scientifica suggerisce che il Vermentino sardo della Gallura, il Pigato di Liguria e il Favorita del Piemonte sono bioti- pi del Vermentino. Geneticamente identici sebbene abbastanza differenti in forma e comportamento da essere consi- derati figli separati della stessa famiglia. Ci sono produttori comunque, alcuni hanno trascor- so anni lavorando con le viti, che rimangono scettici. Nel caso del Pigato, alcuni produttori insisto- no nel considerarlo una varietà di uva distinta a pieno titolo. Quando si arriva al Vermentino, solamente una cosa sembra certa: la varietà dà vini incredibilmente deliziosi, alcuni arrivano al livello della grandez- za. Oh, quasi me ne dimentico. La pazzia. Ne possiamo cercare insieme l'inizio. Un sabato del 2008 trascorso con una bottiglia di Favorita, insalata di patate rosse con pan- cetta affumicata sbriciolata e pane francese croccante? Che dire del soffocante giorno del 2013 a Burlington, Vermont Wine & Food Festival, in cui sono stato colpito dal gusto del Vermentino di Gallura? O che dire dei bicchieri di Pigato ligure che hanno fatto scivolare giù le capesante grigliate nella calura estiva d'agosto? Sono questi gli ingredienti di una pazza ossessione? Un torrido giorno del 2014, viaggiando in autobus attraverso il territorio del vino del Sulcis, in Sardegna, udii per caso un ragaz- zo parlare appassionatamente della Sardegna e della bellezza Liscia e dalla secondo montagna più alta dell'isola, il Monte Limbara. Là, diceva, gli acini d'uva del Vermentino prosperano nelle notti fresche e nei giorni caldi di provincia, restano sani grazie al vento sempre presente che rinfresca e pulisce l'aria, tenendo gli acini asciutti e liberi Vermentino di Gallura. Mi ricordai dell'uomo sull'au- tobus e di quello che diceva. Aveva ragione. Silenzioso e misterioso, i pic- chi di granito della Gallura domi- nano il panorama. Sorveglianti del legame primitivo tra terra e uomo, la loro pietrosità affonda in voi, permeando la coscienza. Se ci si sta abbastanza a lungo, si sente anche il vento di Gallura, lì con voi, che tiene le viti sempre asciutte, prevenendo le malattie. Con bisbigli antidiluviani porta il profumo del Mar Mediterraneo, una gradevole nota deliziosamen- te salata nei vini della regione. Il Vermentino di Gallura trova la sua identità nella pietra, nel vento, nel mare e nel sole. Nel 2017, incontrai il ragazzo sull'autobus - Renato Spanu - ancora una volta. Renato produce un grande Vermentino di Gallura. Insieme alla moglie Angela, Renato possiede e lavora l'appez- zamento di terreno di Jankara negli altopiani della Gallura, in quella prestigiosa area della Vena di San Leonardo. Le viti di Vermentino dell'appezzamento di terreno sono piantate su un cru localmente noto come Jannaca, che affronta un altro cru, il Karana, dando vita, casualmente, al nome unico dell'appezzamento di terreno. La complessità, il corpo, la mineralità e il profumo ingannevole del Vermentino di Gallura Superiore di Jankara tra- duce tutto ciò che è unico nel ter- roir della Gallura. Il Vermentino di Gallura può essere più lineare del Favorita di Piemonte, più strutturato, con maggiore mineralità, diverso anche dal Pigato di Liguria, che può essere più grasso e più roton- do con una tessitura più cremosa. I vini di Vermentino di entrambe le aree possono avere note di albicocca, pesca, mela, agrume ed erba. Tutti hanno un'importan- te salinità. Ma, questo tipo di descrizioni sono diventati meno importanti per me. Per me il Vermentino è diven- tato sole, sale marittimo, vento e pietra. Libertà. Corsa selvatica. Il galleggiare sulla schiena in mare, guardando su in cielo. Nota di assaggio Jankara Vermentino di Gallura Superiore. Intenso ma dolce, con una serie impressio- nante di aromi e gusti: fiori, erbe, albicocche, papaia, miele, man- dorle, note fugaci di finocchio e menta. Palato ricco, viscoso, equilibrato e ben strutturato, il vino finisce con una nota piace- volmente amara e un delizioso gusto di sale marittimo. 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