L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-29-2017

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GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2017 www.italoamericano.org 7 L'Italo-Americano IN ITALIANO | re il più, quella in cui sono collo- cati così tanti aneddoti della nostra infanzia e adolescenza. È una stagione fatta di profumi: il mare e la protezione solare, l'aria cristallina delle Alpi e il rododen- dro, le canzoni, i luoghi speciali e, naturalmente, le persone. L'estate è anche uno specchio: del passare del tempo, dei nume- rosi cambiamenti sociali e cultu- rali che un Paese può incontrare nel corso dei decenni. È in questo specchio, dove le estati italiane hanno controllato la loro bellezza prima di passeggiare per le strade di giugno, che stiamo per guardare. Pensate agli ultimi anni del 19° secolo e ai primi decenni del 20° secolo, alle miti serate della "Belle Epoque", quando la costa ligure era il luogo in cui stare per i ricchi e i belli d'Europa. Infatti, c'è stato un tempo in cui il glitte- rato status di VIP della moderna Costa Azzurra si estendeva fino alle spiagge della Liguria: la nobiltà britannica e gli intellettua- li, gli artisti e le loro muse, si innamoravano della bellezza incontaminata di questa regione altrettanto affascinante e selvag- gia, dove le Alpi sembrano erger- si direttamente dal profondo blu cristallino del mare. Oscar Wilde ha goduto della superbia e della classe di Genova, oltre che dell'atmosfera esclusiva di Santa Margherita Ligure poco prima di morire, nel 1899. Quando scriveva al suo amico di lunga data, Robert Ross, si abban- donava al lirismo nel descrivere la bellezza del luogo e, pure, degli uomini italiani. Constance, moglie separata del poeta, ha tra- scorso gli ultimi anni della pro- pria esistenza a Genova: è qui che riposa, in quello che è conosciuto come il "Cimitero Inglese" nel cimitero monumentale della città di Staglieno. E gli italiani? Beh ... fino alla metà degli anni '50, solo i bene- stanti potevano pensare alle vacanze estive. Le persone comu- ni vivevano le estati come tutte le altre stagioni: lavorando. C'erano, tuttavia, momenti speciali di cui godere. Ieri come oggi, un po' ovunque nel Paese, l'estate è sinonimo di fiere e festività tradi- zionali radicate nei profondi lega- mi del Paese con il cattolicesimo. La mia nonna ricordava con piacere la Festa di San Giovanni (il 24 giugno) nel suo villaggio, immerso nelle colline del Monferrato, in Piemonte, quando la gente ballava la notte sotto un luminoso cielo estivo. Naturalmente, questo avveniva dopo che la santa processione con la statua di San Giovanni, patrono del villaggio, si era conclusa. E' stato durante uno di questi eventi estivi, ne sono abbastanza sicura, che i miei nonni si sono incontra- ti. A sorpresa, gli anni della guerra non hanno impedito agli italiani di avere conforto con l'ar- rivo dell'estate: c'era la normalità e il sollievo dal caldo in quelle serate profumate di tigli, quando la tragedia intorno sembrava scomparire, anche se solo per poche ore. Negli anni '50 il popolo italia- no scoprì la ricchezza e le vacan- ze estive diventarono cosa comu- ne. Per la maggior parte erano solo pochi giorni, trascorsi al mare o in montagna, spesso ospi- tati da parenti o in piccole pensio- ni a conduzione familiare. Le fotografie di quegli anni vi mostrerebbero donne con i capel- li perfettamente arricciati, in scuri costumi da bagno interi, o con bikini a vita alta: tutti incredibil- mente belli, tutti con sorrisi disin- volti, spensierati. Chi si preoccu- pava se le gambe non erano toni- che o la pelle non era ancora dorata: in quegli anni l'aspetto fisico non era una delle nostre principali ossessioni. Se non ci si poteva permettere la vacanza di una settimana, un viaggio di un giorno al mare era altrettanto pia- cevole: saltare su un treno con una borsa piena di panini fatti in casa e una crostata di frutta a fette era normale. L'unica spesa permessa? Per un grande gelato fresco sulla spiaggia. Le vacanze italiane sono diventate iconiche negli anni Sessanta: la musica e la moda di quegli anni rimangono per noi ita- liani un simbolo della stagione, anche oggi: era "l'Italietta Yeah Yeah" dei cantanti "urlatori", che si muoveva e cantava come gli americani e faceva danzare i gio- vani sul ritmo del twist e del rock and roll in versione italiana. Sono passati quasi 60 anni, ma quando arriva l'estate, sono le note della musica estiva del 1960 che vengono alla mente a ciascu- no di noi. Gli stranieri ritornarono sulle nostre spiagge, i tedeschi e gli scandinavi diventarono una presenza fissa sulla bella costa del mare Adriatico: tanti film italiani ambientati in quegli anni ci rac- contano le storie d'amore fugaci tra uomini italiani e statuarie bel- lezze del nord, simboleggiate per noi tutti da Anita Ekberg, la dea bionda che cammina nella Fontana di Trevi in una delle scene più riconoscibili de "La Dolce Vita" di Fellini. Passo dopo passo, memoria dopo la memoria, siamo negli anni '70. Il campeggio è diventato una scelta popolare per vacanze estive a buon mercato. Ogni fami- glia aveva una tenda, alcune così grandi da sembrare piccole case: fissate sul tetto dell'automobile, insieme a una stufa da campeggio e a un mucchio di sacchi a pelo, alcuni percorrevano centinaia di chilometri per godersi il posto perfetto sulla spiaggia. La mia famiglia, per molte estati prima che io nascessi, caricava la sua fidata Renault 4 con l'attrezzatura da campeggio e si faceva tutta la strada verso sud dal Piemonte a Tropea, in Calabria. Sulle sue spiagge sabbiose, mia madre aveva, come la maggior parte delle donne di allora, bikini bian- chi, capelli lisci e piccole collane di perline. L'Italia era ricca per la prima volta dalla sua unificazio- ne, e gli italiani si sentivano in cima al mondo. La vacanza all'estero è diven- tata una cosa tipica negli anni '80: i giovani sceglievano le isole Baleari, dove una scena musicale fatta di sintetizzatori e dj britanni- ci decideva quello che sarebbe stato popolare o no: i cantanti alla moda uscivano rigorosamente con le loro hit durante l'estate e dove- vano cantare rigorosamente in inglese, dando inizio a un'osses- sione per la vostra lingua che con- tinua ancora oggi. Le estati italiane contempora- nee non sono essenzialmente molto diverse, anche se dieci anni di crisi economica significano che possiamo viaggiare più vicino a casa e trascorrere un po' meno tempo sotto il sole. Ci lamentia- mo del caldo, delle code in auto- strada e non possiamo sopportare la tv estiva. Siamo ossessionate - almeno noi donne - dalla "prova costume", ma una volta che siamo in spiaggia ci sentiamo tutte come le Veneri di Botticelli: amiamo mangiare e "il mare oggi è fanta- stico", quindi chi si preoccupa della cellulite. Aspettiamo con ansia la passeggiata del primo pomeriggio dei ragazzi di "cocco bello!" che vendono fette di noce di cocco direttamente sulla spiag- gia, o di quelli che portano i meno salutari ma altrettanto deliziosi bomboloni, l'equivalente italiano dei donuts con crema pasticcera. |L'estate resta l'estate, nono- stante il passare del tempo. Cent'anni di estati italiane Le vacanze italiane sono diventate iconiche negli anni Cinquanta e Sessanta: la musica e la moda di quegli anni rimangono per gli italiani un simbolo della stagione NEWS & FEATURES PERSONAGGI OPINIONI ATTUALITÀ Continua da pagina 1

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