L'Italo-Americano

italoamericano-digital-7-13-2017

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GIOVEDÌ 13 LUGLIO 2017 www.italoamericano.org 42 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT STEFANO CARNEVALI Q U I RO M A : RIS CH IO D IA S P O RA . S i s ono chiuse l'era Spalletti (bis) e soprattutto l'era Totti, ma non solo per questo, a Trigoria, tira aria di rivoluzione. La proprietà statunitense ha fretta di far quadrare i conti (anche in vista della 'corsa' al nuovo stadio) per cui, non appe- na si è aperto il mercato estivo, si è partiti con le cessioni. Anche dolorose. Salah ha fatto le vali- gie: dopo una trattativa lunga ma piuttosto semplice, il Faraone è diventato la cessione più remu- nerativa della storia giallorossa: 42 milioni di Euro dal Liverpool. P oi è toccato a P aredes (23 milioni dallo Zenit e, per poco, in Russia non ci è finito anche Manolas) e a Rüdiger (cessione a s orpres a, per 35 milioni, al Chelsea). In precedenza - vale la pena ricordarlo - non si era tro- vato l'accordo con l'Arsenal per trattenere nella capitale Szczesny, il portiere titolare delle ultime due stagioni. In poche settimane, insomma, i Capitolini si sono visti privati - oltre che dello storico Capitano e dell'allenatore - di un giovane talento (Paredes) e di tre titolari. Perdendo Salah, la Roma rinun- cia a un attaccante esterno in grado di spaccare le partite e di collaborare alla perfezione con Obiettivo Serie A. Roma e Fiorentina tra allar me rosso dei tifosi e società pronte a rifondare D zeko; s alutando Rüdiger, i Giallorossi dicono addio a un difensore giovane e potente, che sa disimpegnarsi tanto da centra- le, quanto da terzino; Paredes era un 'quasi titolare', dotato di clas- se e personalità; Szcezny, in due anni, aveva saputo dare garanzie di assoluta affidabilità. Ripartire, con questo evidente impoverimento, non sarà facile per il nuovo allenatore: Eusebio di Francesco dovrà fare i conti con una piazza delusa e avrà anche la Champions con cui misurarsi. Adesso la 'palla' passa al Ds Monchi: fortemente voluto da Pallotta, il dirigente spagnolo dovrà assolutamente mettere a segno qualche colpo in entrata, ma senza abbassare la guardia 'in uscita'. A Roma, infatti, si rischia davvero la diaspora: un Tweet di Strootman, che saluta- va Rüdiger, affermando anche di sperare che le cessioni della Roma fossero terminate, è stato commentato in modo quantome- no interlocutorio da Nainggolan ("I don't know ") e da S alah ("The time for Radja now"). Per il Belga c'è da tempo il malcela- to interessamento dell'Inter, dove Nainggolan ritroverebbe il suo 'maestro' Spalletti. QUI FIRENZE: DISIMPE- G N O CH E F A P A U RA - S e nella Roma giallorossa la situa- zione è piuttosto tesa, anche a Firenze si respira un clima da 'allarme rosso'. Dopo un'annata difficile, con- traddistinta da tante critiche esterne e da un'atmosfera cupa e sfiduciata all'interno della squa- dra, i Della Valle, a fine giugno, hanno comunicato in modo pro- vocatorio - ma non troppo - che la Fiorentina è in vendita: "Vista l'insoddisfazione di una parte di tifoseria, siamo pronti a mettere la società a disposizione di chi volesse acquistarla. È il momen- to in cui chi vuole bene alla Maglia Viola e ritiene di poter gestire la società con maggiore successo, deve farsi avanti". L'insoddisfazione denunciata 'ai piani alti' della Fiorentina, non ha tardato a dilagare tra i giocatori: in molti, già l'anno scorso, avevano accettato a denti s tretti di rimanere in riva all'Arno e adesso c'è la sensa- zione di essere alla vigila di un rischioso 'liberi tutti'. Gonzalo Rodriguez non ha avuto il rinnovo contrattuale, Tello è rientrato in Spagna, Ilicic si è accasato all'Atalanta e Borja Valero è praticamente dell'Inter. Ma non finisce qui: Kalinic ha apertamente dichiarato di voler B enitez, Leonardo, G as perini, Ranieri, Stramaccioni, Mazzarri, Mancini (bis), de Boer, Vecchi, Pioli. Questi sono tutti gli allena- tori che si sono seduti sulla pan- china dell'Inter dopo J os è Mourinho e il suo Triplete. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di tecnici seri e prepara- ti, che possono vantare buoni successi in carriera, ma solo lon- tano dall'Inter (Mancini ha vinto anche in Nerazzurro, ma nella situazione particolare del post- Calciopoli). Un'altra caratteristi- ca che accomuna praticamente tutti i sopra citati, è il fatto di essere allenatori 'di dialogo', non 'generalis s imi' come fu lo Special One (di nuovo: l'ecce- zione più marcata è Mancini che, non a caso, ha vinto anche con l'Inter). E la sensazione è che proprio questa sia la ragione principale di tutti i fallimenti più clamorosi del recente passato neroblu. All'Inter, storicamente, fanno meglio i 'sergenti di ferro': per motivi ambientali e per ancestrali squilibri societari (che non sem- brano essere cambiati nemmeno con la nuova proprietà cinese), vince 'l'uomo solo al comando' (come Helenio Herrera, come a modo s uo Trap atto n i, co me Mourinho), non il grande comu- nicatore. E allora, oggi, Spalletti. Forse l'uomo giusto al posto giusto. Il tecnico toscano è certamen- te un maestro di calcio: senza andare troppo indietro nel tempo (U dine, Empoli e pers ino lo Zenit o la Roma 'uno' potrebbe- ro co mu n q u e es s er e es emp i utili), basti pensare al salto di qualità che Nainggolan e soprat- tutto Dzeko hanno vissuto nel- l'ultima stagione. Seguendo i dettami di Spalletti, questi cal- ciatori (ma anche la Roma ) sono risultati essere l'alter ego poten- ziato di quanto visto agli ordini di Garcia. Frutto di allenamenti, schemi, sistemi di gioco, movi- menti innovativ i d i matr ice Inter, comincia l'era Spalletti: chi sbaglia è fuori passare al Milan, mentre è da settimane che la Juventus sta flir- tando con Bernardeschi. Anche Paulo Sousa ha chiuso il suo rap- porto con la Viola: a Pioli, che ha un contratto biennale firmato lo scorso giugno, il compito di gestire quella che sembra proprio essere una rifondazione. L'allarme è rosso, però: al di là dell'addio della vecchia guar- dia e dei giocatori più forti, quel- lo che fa paura è il silenzioso disimpegno della società, che non sembra aver pronto un piano per ripartire. 'spallettiana', non c'è dubbio. All'Inter un 'gioco' con la G maiuscola serve. Ma ancor più serve l'altro attributo di Spalletti: la capacità di comandare il grup- po, senza guardare in faccia a nessuno (il tormentone Totti è assolutamente emblematico). L'allenatore tos cano, alla prima uscita stampa ufficiale, ha parlato chiaro. E tolto alibi a tutti. Dopo aver citato un mes- saggino di incoraggiamento rice- vuto da Mourinho (rieccoci: con- tinuità con lo Special One), il neo allenatore interista ha detto che "la rosa è buona, ma va asso- lutamente integrata". Tradotto: la società deve mantenere le pro- messe. Se il mercato sarà all'al- tezza, la squadra sarà competiti- va. Importante la strigliata ai cal- ciatori: "Qui ci sono giocatori che hanno visto e ascoltato 5-6 tecnici diversi: non la possono raccontare più a nes s uno. È anche colpa loro se non si vince da così tanto tempo". Da vero leader Spalletti non ha paura di mettere in discussione nemmeno se stesso: "Ho firmato un bienna- STEFANO CARNEVALI le, quindi o faccio bene il primo anno o il s econdo non conta nulla". All-in per tutti, insomma. Con un obiettivo chiaro: "I ragazzi devono ridarmi quello che ho lasciato a Roma, per veni- re qui: la Champions". Idee chia- re, parole schiette, carisma e capacità tattiche in abbondanza: che l'Inter abbia davvero trovato il nuovo condottiero? Il nuovo tecnico dell'Inter Luciano Spalletti Eusebio Di Francesco dal 12 giugno (ha rescisso il contratto con il Sassuolo) è l'allenatore della Roma

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