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GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE 2017 www.italoamericano.org 27 L'Italo-Americano IN ITALIANO | Spettacolo e il teatro vivente di Monticchiello V eramente poetico e deli- catamente bello: questo potrebbe essere "Spettacolo" in poche parole. Ma non gli faccio giustizia, perché c'è molto più di questo. Chris Shellen e Jeff Malmberg, le menti e gli occhi dietro la produzione, non solo hanno portato sullo schermo l'evidente, affascinante bellezza di un angolo della Toscana medievale. Ci hanno dato le emozioni e l'umorismo dell'Italia delle piccole città, la loro neces- sità più forte che mai di restare legate alla loro storia e alla loro realtà, affinché non diventino una mera riproduzione turistica di loro stesse. Ci hanno dato 90 minuti di anima italiana. "Spettacolo" ci porta nel mondo del Teatro Povero di Monticchiello, una tradizione nata negli anni '60, dove la comu- nità racconta le sue storie e esor- cizza le sue paure portandole sul palco: qui non ci sono attori pro- fessionisti, ma solo gli abitanti del paese che portano in scena loro stessi su un palco grande quanto il paese stesso, in una rap- presentazione che dura - tra orga- nizzazione, preparazione, prove e mise-en-scène finale - tutto l'an- no. "Spettacolo" è stato recente- mente presentato a New York e ha ricevuto ottime recensioni sul New York Times, The Village Voice e The National Review, oltre a vincere il Premio del Pubblico al Miglior Film al Biografilm Festival di quest'anno. Presto, il 29 settembre, sarà a LA, presso il Monica Film Center e la Laemmle Music Hall. L'Italo-Americano ha incontra- to i creatori e registi Chris Shellen e Jeff Malmberg per saperne di più sul loro lavoro e sulla loro esperienza italiana. Come avete scoperto la tradizione teatrale di Monticchiello? In modo del tutto casuale. Eravamo in vacanza in Toscana quando siamo entrati in una città che ci sembrava molto diversa dalle altre che avevamo visitato. L'unica porta aperta conduceva ad uno studio d'arte scuro, dove un uomo con un'incredibile massa di capelli stava dipingendo una scena di protesta. Siamo stati immediatamente affascinati da lui e abbiamo scoperto che era il reg- ista di un paese che si occupa dei suoi problemi attraverso il teatro. Cosa c'è dietro la vostra decisione finale di trasformare il Teatro Povero di Monticchiello in un documen- tario a pieno titolo? Dopo aver letto del Teatro Povero di Monticchiello, non potevamo smettere di pensarci. I problemi che il paese sta affrontando sono abbastanza uni- versali, ma il modo in cui ha scel- to di affrontarli è sorprendente. Abbiamo incontrato artisti e pic- coli gruppi che usano l'arte per affrontare i conflitti, ma mai un intero paese. E da più di cinquan- t'anni! Non potevamo crederci quando abbiamo appreso che nes- suno aveva mai documentato il loro processo dall'inizio alla fine. Da amante del teatro, l'idea di un luogo in cui i confini tra palcoscenico e realtà si confon- dono è qualcosa che mi affasci- na molto. Ma è veramente così a Monticchiello? Sì! Il paese si sente molto teatrale e più grande della vita, anche se gli abitanti del paese sono normali persone che lavora- no. I loro commenti e le loro per- sonalità sono incorporati nelle rappresentazioni, e nel corso del tempo le rappresentazioni diven- tano una sorta di album delle loro vite. In realtà abbiamo avuto dif- ficoltà a farli parlare dei ruoli individuali del passato, perché gli spettacoli sembravano offuscarsi come i ricordi. Qual è il fine ultimo del vostro documentario? In Italia, speriamo di portare il film in un tour itinerante fra i pic- coli paesi italiani. Il New York Times ha appena pubblicato un articolo sulle "città morenti d'Italia" e lo abbiamo visto con i nostri occhi. Speriamo che il Teatro Povero possa ispirare altri abitanti a raccontare le proprie storie - sia attraverso il teatro che in un'altra forma d'arte - e conser- vare quel legame con le proprie radici. In America, speriamo che Monticchiello possa mostrare l'importanza della comunicazione aperta. Gli abitanti di Monticchiello non sono sempre d'accordo tra loro (alcuni di loro non si piacciono nemmeno), ma si riuniscono ogni sera per parlare e discutere, e questo scambio li ha resi più forti. E naturalmente, vogliamo che la gente vada alla rappresen- tazione estiva di Monticchiello! La città sta lottando per man- tenere viva la sua tradizione, per cui ha bisogno di "turisti istruiti" che visitino e sostengano il loro teatro. Come è stata accolta la vos- tra idea dal popolo di Monticchiello? Sorprendentemente bene! Siamo stati fortunati che i 50 anni di autoesame e satira hanno dato agli abitanti un grande senso del- l'avventura e dell'umorismo, per- ché non esistono molte città che consentono a due americani di trasferirsi lì e documentare tutte le loro mosse per sei mesi. Vedreste una tradizione simile a quella di Monticchiello svilup- parsi da qualche parte negli Stati Uniti? Come immaginate un "teatro popolare" realizzato negli Usa? È esattamente quello che spe- riamo accada - sia qui che in altri piccoli paesi italiani. L'America è probabilmente troppo grande per avere un "teatro popolare" per l'intero Paese, ma ci piacerebbe vedere l'autodramma incorporato a livello comunitario. L'America ha migliaia di teatri di comunità, ma in genere interpretano sceneg- giature. Immaginate se quei teatri incoraggiassero persone proveni- enti da quartieri e background diversi a creare arte insieme. Una curiosità: da dove viene il vostro interesse per l'Italia? In un primo momento erava- mo (con imbarazzo) simili ai tur- isti della metà del nostro film. Eravamo attratti dalla storia, dal- l'arte, dal cibo e dall'ospitalità italiana. Ma imparare l'italiano e vivere a fianco dei nostri amici a Monticchiello per sei mesi ci ha mostrato quanto perdiamo quando ci atteniamo alle guide. L'esperienza è stata un onore enorme e speriamo solo di fare giustizia alla storia di Monticchiello. Dove possiamo godere "Spettacolo" e c'è qualche pos- sibilità di vederlo presto anche in Italia? Il film sarà proiettato nei cine- ma in giro per Stati Uniti e Canada nei prossimi mesi. Il 29 settembre aprirà il Monica Film Center e la Laemmle Music Hall di Los Angeles. E dopo sarà disponibile su Amazon e DVD / Bluray. Stiamo ancora lavorando alla distribuzione italiana, anche se siamo ottimisti dopo aver vinto il Premio del Pubblico al Miglior Film e un premio della giuria al più recente Biografilm Festival. Incrociamo le dita! LA COMUNITÀ DI LOS ANGELES Chris Shellen con il direttore del Teatro Povero di Monticchiello, Andrea Cresti Nel Teatro Povero di Monticchiello, gli attori sono gli abitanti stessi del paese
