L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2017

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GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 www.italoamericano.org L'Italo-Americano IN ITALIANO | F ubine è evocativa in autun- no con i rossi profondi, i gialli e i marroni delle foglie cadute. Si sente il crepitio sotto i piedi mentre si cammina per le campagne intorno alla cit- tadina posta in mezzo alle prime dolci colline della regione del Monferrato. I vigneti si aprono a ventaglio in tutte le direzioni, inframezzati da castelli e belle case rurali. A circa 60 chilometri a sud di Torino e a 17 chilometri a nord-ovest di Alessandria, Fubine è immersa nella leggen- da, nel buon cibo e nell'entusias- mo filantropico. La tradizione dice che Michele Balestrero di Fubine era uno dei 52 uomini di Cristoforo Colombo a bordo sulla sua ammiraglia Santa Maria. Le altre due caravelle, la Nina e la Pinta, avevano a bordo 18 uomini cias- cuna. Fubine è un luogo tranquillo ma l'impatto dell'uomo può essere chiaramente visto attraver- so un esempio estremamente interessante di architettura verna- colare che riflette le tradizioni locali. I visitatori arrivano in questa pittoresca città di origine tardo-romana soprattutto per esplorare i suoi splendidi 56 "infernon", che insieme sono diventati patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 2014. "Un infernot è una sala sotter- ranea scavata nella roccia Pietra da Cantoni (arenaria) per conser- vare le migliori bottiglie di vino", dice Giorgio Sassone, una guida esperta nella ricca storia degli "infernot" di Monferrato. Antichi e unici, gli "infernot" non hanno né illuminazione né ventilazione e generalmente sono accessibili attraverso una canti- na", dice Giorgio. "La loro costante temperatura e umidità creano un eccellente microclima per la conservazione del vino". "Essendo la nostra terra, un terri- torio di vigneti di qualità e di nobili vini, gli infernot sono strettamente legati alla cultura del vino. Sono piccoli gioielli architettonici, straordinarie opere d'arte con un forte impulso evocativo. Illustrano l'ingeg- nosità degli uomini che li hanno fatti", dice. "L'origine del nome è incerta, ma infernot letteralmente signifi- ca 'piccolo inferno' perché in italiano inferno vuol appunto dire inferno e il suffisso 'ot' nel nos- tro dialetto significa piccolo", dice Giorgio. Il termine è stato probabilmente coniato "perché un infernot scende nella profon- dità sotterranea e la luce a lume di candela crea grandi ombre spaventose", continua. "La paro- la potrebbe derivare anche dal termine provenzale 'enfernet', che significa piccola prigione stretta". "Gli infernot rappresen- tano uno stile vernacolare che caratterizza questo territorio da un punto di vista geologico", afferma Giorgio. I vini del Monferrato sono spettacolari. Gli appassionati apprezzano in particolare le annate di Barbera e Grignolino prodotte localmente a Fubine. Decine di Fubinesi sono stati nella grande massa degli italiani che sono emigrati negli Stati Uniti fin dal 1800. I Fubinesi sono stati in grado di mantenere vivo l'affetto per la loro cittadi- na natale istituendo le società sociali Fubinesi di New York e del Connecticut. A New York, due famiglie fubinesi fiorirono nel mondo circoscritto dell'alta cucina e contribuirono a creare una certa raffinatezza dello stile di vita. Pietro Robotti, originario di Fubine, fondò la Società Fubinese di New York nel 1919 e nel 1929 divenne proprietario di Le Château Richelieu, un ris- torante continentale situato sul lato orientale di Manhattan, noto per la sua eleganza raffinata. Il ristorante ha chiuso nel 1983 e Robotti è morto nel 1988. Il sin- daco di Fubine Dina Fiori dice che Robotti è stato un benefat- tore nella sua città natale. Le sue donazioni hanno costruito una scuola, restaurato la chiesa e sostenuto un orfanotrofio. Un'altra grande storia di suc- cesso è quella della famiglia Maioglio, che ha gestito il ris- torante Barbetta a partire dal 1901 al 321 W. della 46th St. di New York. Nessuna delle sale da pranzo di New York può com- petere con il pedigree o la longevità di Barbetta, un iconico ristorante specializzato nella cucina piemontese. Negli anni '70 Barbetta iniziò ad importare Grignolino e Barbera dai propri vigneti a Fubine. Certamente il più antico ristorante nella zona dei teatri, Barbetta ha guadagna- to l'ammirazione di registi come Woody Allen e politici come i Clinton. Un bastione dell'alta cucina italiana a New York storicamente popolare con lo show-biz, Barbetta è ora di pro- prietà ed è gestito da Laura Maioglio. Lei e suo marito, il dottor Gunter Blobel, vincitore del premio Nobel per la medici- na del 1999, amano trascorrere un po' di tempo nella loro bella casa di Fubine. La coppia è atti- va nelle attività filantropiche. Il padre della signora Maioglio, Sebastiano, ha introdotto piatti deliziosi in America come la bagna cauda e i tartufi bianchi. I clienti furono compiaciuti e un po' sconcertati dalle prelibatezze. La sua clien- tela italiana includeva il tenore Enrico Caruso e il direttore d'orchestra Arturo Toscanini. Mi piace anche collegare la storia di Fubine a quella di Fiat Automobili S.p.A., il più grande produttore di automobili in Italia, ora parte di Fiat Chrysler Automobiles. Forse Fiat non sarebbe mai esistita senza il con- tributo del conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, eccen- trico casanova, nato a Torino nel 1864 da una nobile famiglia che diede filantropi e soldati di alto rango. Morì in circostanze mis- teriose all'età di 35 anni. Riposa nella cappella neo- gotica situata nel Palazzo Bricherasio di Fubine, la sua res- idenza estiva, un castello del XVI secolo. Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, ha incontra- to il conte Emanuele nel 1898, mentre cercava investitori per il suo progetto di carrozze senza cavalli. Il conte Emanuele è stato un sostenitore della manifattura con linee di produzione di vasta scala e il creativo Agnelli fiutò l'opportunità. L'anno successivo Fiat è stata fondata nel Palazzo Bricherasio del Conte Emanuele a Torino. Il nobile era anche co- fondatore dell'oggi famoso Automobil Club d'Italia. L'origine del nome è incerta, ma infernot letteralmente significa "piccolo inferno". Photo credit G. Cavallaro 19 Fubine Monferrato: un colorato viaggio verso gli 'infernòt' Gli infernot venivano utilizzati per preservare gli alimenti e il vino. Foto: A. Testa GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO

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