L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-19-2017

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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 19 OTTOBRE 2017 L 'autunno è la mia stagione preferita. Sì, amo le casta- gne, i tartufi, i cardigan, le sciarpe di lana grossa e le torte di zucca. Ma la vera ragione per cui amo l'autunno è un'altra, è il buio. Il buio porta il primo freddo invernale, mescolato con il sapore di cannella dei biscotti. Richiede la prima cioccolata calda della stagione, spessa e dolce, ricoperta di panna montata, con accanto una pasta di meliga. L'oscurità autunnale è anche piena di fantasmi: andiamo verso la notte di Ognissanti, la notte di tutte le anime, e quelli più inclini a queste cose lo sentono vera- mente. Anche quelli non partico- larmente attratti dall'idea di intrat- tenere una conversazione a lume di candela con gli spiriti, proba- bilmente apprezzano qualche sto- ria di fantasmi in questo periodo dell'anno: deve essere per il fred- do e il buio che scendono prima. Per me, è tutto relativo al buio, ai suoi fantasmi e ai luoghi in cui li posso trovare. Così sono andata in perlustrazione e sono tornata con alcuni posti da visitare. Rigorosamente di notte, rigorosa- mente vestiti di nero. Cominceremo dal nord ovest del paese, nella pittoresca regione della Valle d'Aosta. Qui, sulle rive del fiume Dora Baltea, si trova la pittoresca città montuosa di Issogne, insieme al suo castel- lo, probabilmente costruito nel Medioevo per raggiungere il suo apogeo di potere e ricchezze durante il Rinascimento. Ahimè, cosa direbbero le sue mura, se potessero parlare, di Bianca Maria di Challant che, giovane e già vedova, si unì in secondo matrimonio al conte Renato di Challant, signore del castello. Direbbero che Bianca era affasci- nante e incline a cercare l'atten- zione di uomini diversi dal mari- to. Direbbero anche che le piace- va perdersi nell'abbraccio dei suoi tanti amanti, ma temeva molto di essere scoperta. Cosa faceva per evitarlo? Li uccideva tutti. Con un colpo di scena degno del migliore Hitchcock, Bianca si sbarazzava dei suoi amanti subito dopo aver ... consumato la loro unione. Alla fine fu condannata a morte e giustiziata, ma il suo fan- tasma, apparentemente, ancora vaga nelle sale del suo castello di Issogne: molti l'hanno vista, bella e giovane, che donava baci alle persone intorno a lei, alla ricerca di una nuova preda. Non troppo lontano dalla signora Bianca, sempre nel nord- ovest d'Italia, c'è la provincia pie- montese di Vercelli e l'antica abbazia cistercense di Santa Maria di Lucedio. Fondata nel XII secolo, l'abbazia non serve più per scopi spirituali (è diventa- ta una fattoria biologica) e, per l'uomo, ci sono buone ragioni perché sia così. Il suo stesso nome, dicono, ha origini diaboli- che, anche l'assonanza tra "Lucedio" e "Lucifero" è troppo forte per non sollevare alcune sopracciglia. E fu il legame tra il Principe dell'Oscurità e i monaci dell'abbazia che, a quanto pare, portò alla sua chiusura nel XVIII secolo: lungi dall'essere un luogo di santità, Lucedio apparentemen- te si trasformò nella casa di un gruppo di monaci che adoravano Satana. Ancora più inquietante è che la leggenda vuole che Satana stesso abbia scelto l'abbazia come un suo rifugio quando, un secolo prima, dopo essere stato convocato durante un sabbath nel vicino cimitero di Darola ora abbandonato, gettò un'occhiata sul posto e decise di appropriar- sene. Fu l'inizio di un tempo di peccato e di malvagità tra i mona- ci, che coinvolse anche il resto della comunità circostante. Alla fine, o così ci viene detto, l'entità malvagia che possedeva Lucedio fu catturata e imprigionata in una delle cripte dell'abbazia, quattro monaci seduti accanto alla sua porta per vigilare. I loro corpi mummificati, insieme ai loro spi- riti, si dice siano ancora nell'ab- bazia. Amara e francamente terrifi- cante, è la storia di Villa Clara, a Bologna. Si ritiene che l'edificio abbandonato fosse la casa del fan- tasma di una ragazza - Clara, naturalmente - che abitava nelle sue stanze con la sua famiglia all'inizio del XX secolo. Clara era una piccola speciale, in quanto poteva prevedere il futuro. Suo padre era così incredibilmente ter- rorizzato da lei, che decise di sep- pellirla viva in casa, la sua anima è per sempre intrappolata nella splendida villa che porta il suo nome. Andiamo ora a sud, verso le chiare acque cristalline della Puglia e in un luogo particolar- mente caro a tutti gli studenti inglesi del mondo, il castello di Otranto. Se pensate che Horace Walpole abbia inventato tutto per il suo romanzo fondamentale, da molti considerato il primo del genere gotico, vi sbagliereste di grosso, perché Otranto ha davvero un castello. Originariamente costruito nel primo Medioevo, raso al suolo e ricostruito nei secoli XI, XIII e XV, il luogo è GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO riempito fino all'orlo di attività paranormale, anche se molti non ne sono a conoscenza. Tra gli ospiti del castello di Otranto, una giovane spagnola seppellita nella sua cappella e, soprattutto, il fan- tasma senza testa del conte Giulio Antonio Acquaviva di Conversano, coraggioso cavaliere cristiano che combattè l'invasione turca del 1480, fu decapitato in battaglia e continuò a uccidere nemici anche senza testa. Un'ultima fermata prima di mezzanotte, la più sconvolgente di tutte: l'Abbazia di Thelema di Alistair Crowley. Crowley era un terribile ragazzo tardo vittoriano cresciuto in una ricca famiglia britannica, che per tutta la vita ebbe interesse nell'occulto e divenne capo della propria setta. Da molti considerato il primo satanista moderno, Crowley aveva un debole per l'Italia e si trasferì nella nostra bella Sicilia negli anni '10. Era già una figura ben conosciuta in Gran Bretagna per i suoi modi eccentrici e i pre- sunti legami con il diavolo, Crowley cercò la quiete in un pic- colo villaggio di campagna vicino a Cefalù, chiamato Abbazia di Thelema. Qui professò la propria religione, circondato da una banda di accoliti e amici che lo consideravano un vero messia: rituali pagani, sesso di gruppo e droghe erano al centro del credo di Thelema. Crowley può non essere stato pericoloso, ma lui e la sua gente erano così spaventosi che Mussolini li cacciò fuori dal paese a metà degli anni '20. Da allora l'abbazia è rimasta vuota. Attenzione, nessuno dice che Thelema sia infestata. Tuttavia, c'è qualcosa di intrinsecamente inquieto nel posto. Forse perché alcuni dipinti di Crowley sono ancora visibili sulle sue pareti o perché è noto per attrarre i satani- sti. Qualunque sia la ragione, Thelema non è un posto per cuori deboli. E nemmeno lo sono gli altri luoghi di questo articolo: potete non credere nei fantasmi e nel- l'occulto, ma potete essere certi che non ci sia nulla di nascosto all'interno delle pareti o delle ombre di queste abitazioni infe- state? Lucedio: per molti il nome di questo antico monastero deriverebbe direttamente da quello di Lucifero La paura in Italia: viaggio tra le località più infestate del paese

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