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www.italoamericano.org 17 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 30 NOVEMBRE 2017 V isitare Sarsina senza entrare nella Basili- ca di S an V icinio sarebbe come anda- re a Ro ma e non visitare il Vaticano. È difficile non rimanere affascinati da que- sto villaggio in Alta Romagna, dove il più grande commedio- grafo di Roma, Tito M accio Plauto, nacque nel 255 a.C. e tra- scorse almeno i primi 15 anni della sua vita. Da adolescente, Plauto si tra- sferì a Roma dove finì sul palco come attore nelle Fabulae Atel- lanae, la più antica farsa italiana con personaggi mascherati. A Roma, iniziò a scrivere per il teatro nel tentativo di sfuggire alla povertà: un testo del II seco- lo D.C. ci dice che aveva perso tutto il suo denaro in un'infrut- tuosa impresa marittima. Il prolifico Plauto ha scritto circa 130 opere teatrali, di cui 20 sono sopravvissute intatte. Persi- no Shakespeare attingeva alle trame del drammaturgo romano: i drammi plautini e shakespea- riani che si rivelano più simili tra loro s ono i M enaechmi e la Commedia degli errori. C'è una sensazione di autenti- cità nello sperimentare le radici del teatro italiano a Sarsina, con il palcos cenico di un intero borgo. La piccola comunità appenni- nica di 2.000 abitanti nella pro- vincia di Forlì-Cesena è raggiun- gibile in auto in appena un'ora e 15 minuti dall'aeroporto di Bolo- gna. Oggi Sarsina continua a mos trare un pas s ato romano s quis itamente pres ervato. Il borgo è compatto e facilmente percorribile a piedi. Tutto intor- no ci sono edifici risalenti all'e- poca romana, tra cui "Casa Plau- to", la plausibile casa d'infanzia del drammaturgo. Passeggiando, è facile immaginare il giovane Plauto e i suoi concittadini che camminavano per le strade. L'evento principale nel calen- dario culturale della città è il Plautus Festival a luglio e in agosto. Per onorare il loro illu- stre cittadino, i Sarsinati diedero inizio a un festival internaziona- le nel 1956, dedicato agli intrepi- di devoti del teatro che per le storie si sono radunati sotto il cielo fin dagli albori della storia. "In epoca preromana, Sarsina era la capitale del popolo umbro che abitava la valle del Savio", dice G iampaolo Bernabini, attuale responsabile della cultura presso il Consiglio comunale di Sarsina. "Quando fu conquistata da Roma nel 266 a.C., acquisì lo status di civitas foederata (comu- nità alleata). Influenti nella sua struttura sociale ed economica erano i liberti (schiavi che erano stati liberati), spesso di origini orientali, che divennero una clas- se imprenditoriale che contribuì a rivitalizzare la comunità", dice. Il M us eo A rcheologico Nazionale di Sarsina ospita la più ricca collezione di manufatti del territorio ed è considerato uno dei più importanti musei archeologici del Nord Italia. P er chi è alla ricerca del D N A romano di S ars ina, la prima tappa è Piazza Plauto, dove si trovava il Foro Romano, centro politico e amministrativo. N ella Roma repubblicana, il Foro Romano venne pavimentato GRAND TOUR VIAGGI ITINERARI TERRITORIO e circondato da un porticato. Ma ciò che rende Sarsina speciale è che, lungo ogni singo- lo chilometro, si può ammirare la natura incontaminata, la storia e la spiritualità del luogo. Una parte del tessuto della vita quoti- diana è rappresentata dall'intensa spiritualità che emana la Basilica di San Vicinio in Piazza Plauto, una cattedrale che risale al X secolo. È di concezione romani- ca ed è molto più austera di molti altre in Emilia Romagna. La lunetta sopra il portale d'in- gresso ha un mosaico raffiguran- te San Vicinio di Sarsina che indossa una mitra vescovile e tiene una catena. Il primo vescovo di Sarsina, Vicinio, era originario della Liguria e si ritirò dalla società poco prima delle grandi persecu- zioni di Diocleziano e Massimi- no II. Su una montagna a 10 km da Sarsina divenne un eremita, abbracciando una vita di assidua preghiera, solitudine e peniten- za. Si diceva che Vicinio avesse il potere carismatico di cacciare i demoni. Aiutava a guarire la malattia spirituale con un collare di ferro appesantito da una pietra che portava al collo come peni- tenza. Le sue reliquie e il suo collare di ferro sono conservati nella cattedrale. Il collare di ferro è una catena miracolosa che continua a essere strumento nel raggiungimento della libera- zione. Oggi, all'interno della cat- tedrale, don Fiorenzo Castorri ha il permesso speciale del vescovo per eseguire esorcismi. "Circa 100.000 persone sono arrivate quest'anno per le bene- dizioni della bas ilica" , dice Giampaolo Bernabini, che serve la chiesa come laico. "A Sarsina abbiamo costruito una cultura dell'ascolto, siamo ancora in grado di offrire un orecchio che ascolta e un cuore che offre comprens ione a chi s offre; incontro veramente le persone sofferenti che cercano consigli spirituali e purificazione". Dalla basilica è possibile ini- ziare, lungo la Via di San Vini- cio, un percorso a piedi di 320 km che trova la sua ultima tappa a Sarsina. È un giro ad anello che rivela la natura selvaggia e il paesaggio scenico del territorio. Porta fra sontuose colline, valli e una serie di villaggi incluso l'e- remo toscano di Camaldoli e La Verna, un monastero in cima alle montagne dove si dice che San Francesco abbia ricevuto le stimmate. Al rientro a Sarsina, non per- dete l'occasione di assaggiare le specialità locali. "A differenza della piadina fatta a Rimini, la nostra è la vera piadina roma- gnola originale e viene tagliata nel mezzo", insiste Giampaolo e riempie il delizioso pane piatto non lievitato della Romagna con formaggio squacquerone fresco, miele ed erba cipollina. La Basilica di San Vicinio, a Sarsina, città Natale di Plauto Foto: Gianpaolo Bernabi Piazza Plauto. Foto: Michele Crociani La panoramica Sarsina: città natale del più grande commediografo dell'antica Roma