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www.italoamericano.org 15 L'Italo-Americano IN ITALIANO | GIOVEDÌ 14 GIUGNO 2018 L a moderna Nola si trova nella fertile e coltivata pianura cam- pana, tra il Vesuvio e l'Appennino, a circa 16 miglia a nord-est di Napoli. Un tempo nota come Novla, Nuviana o semplicemente Nuova città, l'e- videnza archeologica suggerisce che Nola sia stata abitata almeno dal 17° secolo a.C. Dagli Aurunci agli Oschi, dagli Etruschi ai San- niti, tutti contribuirono a far cre- scere il piccolo villaggio fino a quando i Romani ne presero il controllo nel 313 a.C. Nola ha continuato ad assistere ai combattimenti. Annibale e le sue truppe si sono scontrati con l'esercito romano a Nola nel 214 a.C. E si ritiene che la leggendaria rivolta degli schiavi, guidata da Spartaco, abbia preso d'assalto Nola nel 74 a.C. La vita a Nola è stata impegnativa, ma i Romani hanno portato stabilità e infra- strutture. Ed è a un romano, in particola- re, che dobbiamo guardare come ispiratore della Festa dei Gigli di Nola. Pontius Meropius Anicius Paulinus, nato vicino a Bordeaux, in Francia, è salito rapidamente nei ranghi grazie ad una solida educazione e ad un ricco padre che era già prefetto di Gallia (magistrato di Francia). Avvoca- to, il giovane divenne prefetto di Roma e poi governatore della Campania nel 380 d.C., a soli 27 anni. Aveva successo nella vita professionale, viveva una vita relativamente lussuosa, ma sareb- be arrivato il dolore personale. Nel 390 d.C, Paulinus e la sua nobile moglie spagnola Therasia subirono la morte del loro figlio nato da pochi giorni. La coppia si ritirò dalla vita pubblica e Paulinus si convertì alla fede cristiana di sua moglie per consolazione, fu battezzato poco dopo, proprio come suo figlio. Nel profondo del dolore, la coppia si ritirò in Spagna, dando via tutti i beni terreni per vivere una vita austera, casta e pia. Nel giro di un paio d'anni, nonostante desiderasse una vita tranquilla, la nascente Chiesa richiese i servizi di Paolino quan- do il vescovo di Barcellona lo ordinò sacerdote il giorno di Natale del 393 d.C. La devota coppia si trasferì a Nola in Cam- pania per stare vicini alla tomba di San Felice, che li ispirava spiri- tualmente. E lì fondarono una piccola comunità di monaci. Il sacerdote servì bene la sua comunità e nel 409, dopo 16 anni di ministero, divenne vescovo di Nola con voto popolare, un inca- rico che avrebbe mantenuto fino alla sua morte, 22 anni dopo. Durante il suo vescovato, una vedova andò da Paolino per chie- dere il suo aiuto. Era sempre disposto ad aiutare in ogni modo possibile, ma questa volta era diverso. I Vandali che razziavano la regione avevano preso in ostaggio suo figlio e le chiedeva- no un riscatto che non poteva pagare. Anche il vescovo non era un uomo ricco e, dopo aver esau- rito tutte le sue risorse per libera- re altri nolani schiavizzati, si offrì come sostituto dicendo "quello che ho ti do". Come raccontò in seguito Papa Gregorio Magno, Paulinus lavorò come schiavo, curando giardini in Africa per i Vandali finché il re dei Vandali non sco- prì il suo vero nome e la sua vocazione, rendendo immediata- mente liberi lui e gli altri prigio- nieri di Nola. Paulinus aveva pro- tetto il suo gregge altruisticamente e nell'unico modo in cui sapeva; il suo ben- tornato a casa sarebbe glorioso e gioioso. L'umile vescovo tornò nella sua casa spirituale di Nola come se ne era andato, in barca. E men- tre raggiungeva il litorale campa- no, i nolani era lì per accoglierlo con i gigli tenuti in alto come segno di sincera gratitudine per la loro libertà. Oggi il santo, ora più cono- sciuto come San Paolino, viene celebrato con un giorno di festa e una settimana di festeggiamenti per commemorare il lavoro della sua vita e la morte il 22 giugno del 431 d.C., a 78 anni. I preparativi iniziano settimane e mesi prima di giugno con arti- giani, artisti e artigiani della città, che creano dapprima un'impalca- tura e poi una guglia in legno e cartapesta finemente intagliata e ornata sul davanti con gigli, emblemi cristiani e immagini della vita del santo. Queste guglie o gigli sono i gigli simbolici del festival. Si elevano fino a 25 metri (75 piedi) verso il cielo, l'e- quivalente di un edificio di 7 o 8 piani, e possono pesare fino a 2500 kg (5500 libbre) o all'incirca lo stesso peso di un pickup o un SUV. Ho detto che ai nolani piace fare le cose in grande! Non sorprende che sia neces- saria una massiccia forza musco- lare per sollevare ogni giglio, con squadre di 120 paranze o cullatori (dal verbo cullare) posizionati attorno alla base pronti a mettere le spalle sotto griglia delle travi di sostegno. Lentamente prendono il peso, avanzando in assoluta sin- cronia - a sinistra, a destra, a sini- stra, a destra – seguendo un ritmo preciso, creando il movimento oscillante e ondeggiante che dà loro il nome. E anche se è fisica- mente impegnativo, spesso cau- sando enormi calli sulle spalle degli uomini, è anche un grandis- simo onore portare i gigli con i devoti che indossano le loro cica- trici con leggerezza. Moltiplicate la visione di una guglia per otto e aggiungete l'effi- gie di una barca di legno, ricreata ogni anno come le guglie, per rap- presentare la gioia del ritorno di Paolino, e non c'è da meravigliar- si che migliaia di persone si affol- lino per vedere la festa e l'Unesco abbia voluto proteggere le sue storiche tradizioni. La parata dura tutto il giorno, con i cullatori che si fermano regolarmente e fanno meritate pause mentre i gigli si fermano nei luoghi storici della città vec- chia e poi per una benedizione nella cattedrale di Nola. Ogni guglia rappresenta una delle otto tradizionali corporazio- ni commerciali di Nola, ognuna è coinvolta in un modo o nell'altro. Dalla guglia dell'ortolano al bec- caio, dal fabbro al panettiere, dal sarto al calzolaio, dal salumiere al bettoliere (locandiere), tutti, di ogni generazione, sono lì per dire grazie a San Paolino. La Festa dei giganteschi Gigli di Nola Persino quegli italoamericani che non possono raggiungere Nola possono ancora mostrare la loro gratitudine a San Paolino, poiché piccoli gruppi di emigrati di Nola rievocano ogni anno la festa nelle loro case americane, anche se in scala minore. I Figli di San Paolino, ad esempio, orga- nizzano ogni anno un evento a Long Island, New York, mentre a Williamsburg, Brooklyn, si tiene anche un mini festival in onore di Paolino. È solo un ricordo di casa e altre celebrazioni dei gigli si tengono in tutti gli Stati Uniti. Tornando in Italia, la Festa dei Gigli di Nola continua a crescere, con sempre più visitatori che ingrossano le fila della piccola città intorno al 22 giugno di ogni anno. È un festival che dura da oltre 1000 anni, rievocando e celebrando la vita disinteressata di un semplice uomo romano, San Paolino, che ha dato tutto di sé e al quale la comunità continua a dire un enorme e monumentale grazie. Magari la prossima volta che passerete accanto ad alcuni gigli, inalando il loro profumo profumato, penserete a Paolino e anche voi direte un piccolo gra- zie. Otto sono i gigli che sfilano ogni anno nella città di Nola il 22 Giugno, ognuno dedicato ad un arte o mestiere SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO