L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-20-2018

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/1031450

Contents of this Issue

Navigation

Page 36 of 39

GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2018 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO L aguna e musica in una magica e intima serata. Venezia vive vogando ma sa trasformare la sua normalità in una performance musicale da ascolta- re e seguire in barca a remi, sul Canal Grande. E' un appuntamen- to estivo organizzato dall'associa- zione Viva Voga Veneta che vuole trasmettere la passione per la voga non solo come disciplina e competizione sportiva, ma soprattutto come modo di girare, conoscere e vivere la città. Un modo per mantenere vivi le tradi- zioni e i valori legate al mondo della voga e delle imbarcazioni tradizionali che solcano la laguna. Con la collaborazione e ospita- lità della Remiera Canottieri Cannaregio, trovo posto come passeggero a bordo di una robusta caorlina, una delle barche princi- pe della tradizione della voga alla veneta, indiscussa protagonista dell'affascinante Regata Storica insieme al pupparino, la mascare- ta e il gondolino. Poppiere della caorlina, l'e- sperto Marino Pompeo. "Il vero veneziano ha la voga nel Dna" mi racconta durante il tragitto verso la prima tappa. "I miei due bisnonni sono stati rivali dal 1899 al 1908. Io ho iniziato a fare regate comunali a quasi 30 anni". Abbandonata la remiera, ini- zio a vedere un'altra Venezia attraverso percorsi meno noti. Dall'ampio spiazzo lagunare entro in Rio del Zecchin, prose- guendo in Rio della Sensa, Rio di N oale e po i ritrovarmi in Canal Grande. L'equipaggio si muove ben coordinato. La luce inizia lentamente a diradarsi. LUCA FERRARI Il veneziano ha la voga nel Dna e l'impetuosa bellezza della laguna si scopre a bordo di una caorlina stare in compagnia. Nelle facce di queste persone c'è la norma- lità di una città come Venezia, che sempre meno viene racconta- ta nelle sue storie più locali. Ma Venezia è la sua gente che la vive e ne mantiene vive le sto- rie, le tradizioni. Negli ultimi anni la voga alla veneta è tornata protagonis ta e anche chi un tempo abbozzava uno sguardo disattento alle regate cittadine, adesso ne è sempre più coinvol- to. Dentro e fuori dall'acqua, i protagonisti sono cittadini comu- ni con un lavoro, una famiglia e soprattutto una passione: la voga. "Vogo da quando sono nato" racconta ancora Marino con in mano un'ombra de vin (che in dialetto veneziano vuol dire "un bicchiere di vino", ndr). Una volta non c'erano motori. Quelli erano solo per la gente ricca. Fra ragazzi, tra gli otto e i 16 anni, si prendevano i sandoli a noleggio in vari luoghi del centro storico. Uno era in campo dei Mori, uno a San Polo e un altro ancora alle Guglie. Si girava tutto il giorno per i canali, arrivando alle volte fino alle isole di Sant'Erasmo e le Vignole a fare bagno in spiag- getta. Poi in autunno, verso sera, scendeva la nebbia e ci si perde- va. Una volta ci siamo ritrovati a Murano convinti di esser alle Fondamenta Nove. Rientrati a casa, i nostri genitori non furono per niente entusiasti del ritardo né tanto meno comprensivi. Che bei tempi". Ci si muove in voga. Nessuno s cende a terra. U na s econda tappa si fa davanti a palazzo Pisani Moretta e un'ultima pres- so Ca' Corner della Regina. Il concerto finisce. Le ultime "cia- coe" (chiacchiere) e si torna indietro. Un lumino illumina la prua di ogni imbarcazione mentre proce- de spedita sulle acque notturne del Canal Grande. Quasi in con- temporanea i vogatori partono in coro con la tipica canzone del Gondolier: "Notte de luna, notte piena de stele, vogo in laguna, vogo e vogio cantar! Oh, oh! Oh oh! Pope… Oeh! Pope… Oeh! Gondola, gondola, oeh!". È davvero così, Venezia vive vogando. Un'impetuosa bellezza nuota attorno a me. Mi avvolge. Pochi minuti e siamo già sotto il ponte di Rialto, quindi sotto quello dell'A ccademia, di recente restaurato. Eccoci infine davanti alla Casina delle Rose, conosciu- ta anche come la casetta rossa di Gabriele D'Annunzio dove lo scrittore vi soggiornò. L'occasione è ghiotta, così chiedo a miei gentili nocchieri acquei di avanzare ancora e vedere più da vicino l'imponente Basilica della Salute progettata da Baldassarre Longhena. A que- ste ore della giornata i turisti non ci sono. Solo cielo, acqua e arte. Ha inizio la performance della vocalist e cantautrice Samantha Giordano. Si ormeggia l'uno attaccato all'altro. Si ascolta la musica. Si chiacchiera. Si condi- vide il cibo preparato a casa e portato in barca. Non manca nulla. Dagli antipasti col proleta- rio pane e salame al pesce, bac- calà mantecato su tutti. La pasta fredda è un must e risponde pre- sente. C'è perfino chi ha portato una soffice torta alle pesche. I piatti passano di barca in barca. Non è solo un'occasione per Il poppiere della caorlina è Marino Pompeo: ' Ho iniziato a fare regate a 30 anni ma vogo da quando sono nato' La vera Venezia si scopre solcando la laguna a bordo di un'imbarcazione tradizionale (Ph. in pagina L.Ferrari)

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-9-20-2018