L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-21-2019

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GIOVEDÌ 21 MARZO 2019 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI L'export cresce ma più lentamente del 2017 e il Sud fa fatica Sud e Isole in marcata flessione (-5,7%) rispetto al Centro e al Nordest N el 2018 l'export italiano continua a crescere, seb- bene a un tasso più che dimezzato rispetto a quello regi- strato nel 2017. È quanto emerge dai dati Istat relativi alle regioni italiane nel 4° trimestre 2018. Tutte le ripartizioni territoriali sono in crescita, ma con dinami- che differenziate: la crescita è molto sostenuta per le Isole, gra- zie alla positiva dinamica delle vendite di prodotti energetici, superiore alla media nazionale per il Nord, mentre il Sud e, soprattutto, il Centro sembrano risentire maggiormente del ral- lentamento dell'export naziona- le. Le esportazioni di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia, di macchinari e apparecchi dall'Emilia Romagna e dal Veneto, di prodotti energe- tici dalla Sicilia e di prodotti far- maceutici dalla Toscana spiega- no da sole circa 1/3 della crescita dell'export nazionale nel 2018. Guardando i dati più nel det- taglio, nel quarto trimestre 2018 si stima una crescita congiuntu- rale delle esportazioni per il Centro (+3,9%) e per il Nord-est (+2,5%), un lieve calo per il Nord-ovest (-0,4%) e una più marcata flessione per il Sud e Isole (-5,7%). Nel 2018, rispetto all'anno precedente, la crescita risulta positiva per tutte le ripartizioni territoriali. Si conferma molto sostenuta per le Isole (+12,2%) superiore alla media nazionale per il N ord-es t (+4,3%) e il Nord-ovest (+3,4%) e più conte- nuta per il Sud (+2,5%) e, in par- ticolare, per il Centro (+1,0%). Tra le regioni più dinamiche all'export, si segnalano Molise (+46,0%), Calabria (+15,9%), Valle d'Aosta (+9,1%) e Umbria (+8,7%) che tuttavia hanno un impatto molto contenuto (+0,1 punti percentuali) sulla crescita dell'export nazionale. Sicilia (+15,3%), Friuli Venezia-Giulia (+5,9%), Emilia-Romagna (+5,7%) e Lombardia (+5,2%), pur registrando in media incre- menti meno marcati, contribui- scono tuttavia per quasi 3 punti percentuali alla crescita comples- siva. Diversamente si registrano segnali negativi per Liguria (- 6,7%), Lazio (-4,3%), Puglia (- 2,2%) e Marche (-0,9%). Un impulso positivo alla cre- scita dell'export nazionale nel 2018 proviene dalle vendite della Lombardia vers o G ermania (+6,1%), Stati Uniti (+10,5%), S vizzera (+11,2%), F rancia (+4,4%) e Spagna (+7,5%) e della Toscana verso la Svizzera (+23,7%). Nell'analisi provincia- le, si segnalano le performance positive di Milano, Asti, Brescia, Firenze, Siracusa, Bologna e Piacenza. L 'occupazione in Italia cre- sce per il quinto anno con- secutivo. Nel 2018 dimi- nuisce infatti il tasso di disoccu- pazione che passa dall'11,2% del 2017 al 10,6%. Anche per i gio- vani di 15-34 anni c'è un miglio- ramento di 2,6 punti percentuali fino a un tasso di disoccupazione giovanile del 32,2%. Inoltre, al calo della dis occupazione s i associa la diminuzione del nume- ro di inattivi. Il numero dei disoccupati si riduce di 151 mila unità (-5,2% fino a quota 2 milioni 755 mila), "in misura più intensa rispetto al 2017". Gli occupati aumentano di 192 mila u nità (+0,8%), secondo gli ultimi dati Istat, e il tas s o di occupazione s ale al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo di appena 0,1 punti al di sotto del picco del 2008. Tuttavia, il 22% dei lavoratori dipendenti delle aziende private (non sono presi in considerazio- ne operai agricoli e domestici) ha una retribuzione oraria inferiore a 9 euro lordi. Lo stima l'Inps, istituto nazionale di previdenza sociale, in audizione al Senato. Il 9% dei lavoratori è al di sotto degli 8 euro orari lordi mentre il Sovraistruito uno su 4 e più cervelli all'estero L a mancanza di opportunità lavorative adeguate può comportare la decisione di migrare all'estero, fenomeno in crescita negli ultimi anni: da 40 mila del 2008 a quasi 115 mila persone nel 2017. Detto altri- menti, i cosidetti "cervelli in fuga" sono quasi triplicati nel giro di dieci anni, senza contare che risultano troppo istruiti per il mercato del lavoro nazionale. Lo dice il rapporto "Il merca- to del lavoro" (ministero del Lavoro-Istat-Inps-Inail-Anpal) che ha contato, nel 2017, quasi 5,7 milioni di sovraistruiti: cioè quasi un occupato su 4. Il fenomeno risulta in conti- nua crescita, sia in virtù di una domanda di lavoro non adeguata al generale innalzamento del livello di istruzione sia per la mancata corrispondenza tra le competenze specialistiche richie- ste e quelle possedute. Il proble- ma è un "mismatch" tra doman- da e offerta di lavoro: una condi- zione che riguarda il 24,2% del totale e il 35% degli occupati diplomati e laureati. Q ues ta situazione alimenta la 'fuga di cervelli', la scelta che porta un giovane specializzato a cercare occupazione all'estero che lo qualifica di più professionalmen- te e lo gratifica economicamente. Dal rapporto emerge anche che l'età media del primo impie- go per un italiano under30 è di circa 22 anni; il contratto più uti- lizzato é a termine (50% delle assunzioni), ma più si fidelizza il rapporto con il datore di lavoro più chance si hanno di stabiliz- zarsi. Dopo un anno di impiego a tempo la probabilità di transitare in un contratto s tabile è del 42,8%, si sale al 49,5% passati due anni. Solo il 9% avviene con contratto a tempo indeterminato. L' aumento della quota di occupazione meno qualificata, accompagnata dalla marcata seg- mentazione etnica del mercato del lavoro italiano, ha inoltre favorito la presenza di lavoratori immigrati che risultano, dice il rapporto, più disposti ad accetta- re lavori disagiati e a bassa spe- cializzazione. Tra il 2008 e il 2018 gli stra- nieri sono passati dal 7,1% al 10,6% degli occupati. In partico- lare, nei servizi alle famiglie, su 100 occupati 70 sono stranieri. 40% prende meno di 10 euro lordi l'ora. S e tuttavia, s i fis s as s e la soglia del salario minimo a 9 euro lordi l'ora - ha spiegato l'Istat - ci sarebbero almeno 2,9 milioni di lavoratori che avreb- bero un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro. L'eventuale misura coinvolge- rebbe il 21% dei lavoratori dipendenti con un aumento sti- mato del monte salari complessi- vo di 3,2 miliardi. Altro dato non certo roseo è rappresentato dal tasso di disoc- cupazione nel Mezzogiorno che ris ulta es s ere del 18,4% nel 2018, cioè quasi tre volte quello del Nord (6,6%) e il doppio di quello del Centro (9,4%). Inoltre, solo il Mezzogiorno deve ancora recuperare i livelli di occupazio- ne del 2008, prima della crisi, già superato nel resto d'Italia. Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è del 44,5% nel 2018, un punto e mezzo in meno di 10 anni prima, nonostante i progressi dell'ultimo anno, simili a quelli del resto del Paese. Al Nord il tasso di occupazione è arivato al 67,3% e al Centro al 63,2%. Disoccupazione in calo ma un lavoratore su 5 guadagna meno di 9 euro all'ora L'occupazione in Italia cresce per il quinto anno consecutivo

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