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GIOVEDÌ 21 MARZO 2019 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Sarà lusingata o penserà "Ecco il solito turista rompiscatole"? Procedo defilato e avanzo a fatica su di un ampio spazio, incontrando qualche renna in libera uscita. Forse adesso sem- briamo più simili di quanto non lo fossimo all'inizio. Nessuno di noi ha "quelle strane e lunghe cose ai piedi" con cui gli umani scivolano sulla neve. Passa una slitta trainata da una renna con un paio di bambini che sorridono festanti. Faccio qualche metro ancora e vedo un altro esemplare bianco-maculato. Solo. A pochi metri dal bosco. Si accorge della mia presenza. Restiamo a fissar- ci per almeno un paio di minuti abbondanti. Occhiate d'intesa e rispetto, poi ognuno riprende il suo cammino. Io scelgo quello della cucina sudtirolese, al calduccio nel Rifugio della Croda Rossa. Un trionfo di sapori scandito da sof- Sui prati innevati della Croda Rossa dove si passeggia tra le placide renne e si ascolta il silenzio di Madre Natura Qui, adesso, sono il padrone incontrastato di un mondo che concerne solo la bellezza di ciò che è naturale. Due esserini alla ricerca di cibo s'intrufolano nel mio campo visivo. Li osservo scomparire in una minuscola tana in mezzo al nulla. Altre orme di animali si riconoscono sulla neve più fre- sca. Il cielo cambia di continuo. Minuti d'azzurro. Nuvoloni gri- gio-biancastri. Cade qualche fiocco. Proseguo senza regole. Lento. Immobile. D i cors a. Sospeso. Fragili stalattiti impri- mono delicata potenza all'aere circostante. Passo Monte Croce si avvici- na sempre di più. Avrei voglia di costruirmi un igloo e restare qui tutta la notte. E chi vi dice che non l'abbia fatto per davvero? fici canederli, spezzatino con polenta, strudel di mele e torta al grano saraceno. Spazzolata anche l'ultima bri- ciola di dolce, la strada del ritor- no mi chiama a gran voce. Niente modernità questa volta ma un' immers ione s incera e incontrastata nel soffice manto di Madre Natura. Bastano pochi s econdi e ora i miei pas s i s i fanno raminghi narratori. Superata una prima parte di sali- ta, il res to è tutta dis ces a. Morbide curve glaciali rivestono il bosco. La neve sul sentiero è dura (volendo si potrebbe anche sciare ma non c'è quasi nessuno). C'è silenzio. Solo io e il bosco. Un po' viaggio Londoniano alla Il richiamo della foresta (1903). Un po' il mondo selvaggio di Jim Jarmusch nel poetico Dead M an (1995). U n po' la Seanpenniana solitudine esplora- trice di Into the Wild (2007). S office pascolo di zoccoli. Dialoghi silenziosi immer- si nel bianco. Maestosità dolomitiche. Sulla neve poco dis tante, chias s os i "branchi umani" sfrecciano lungo le piste da sci. A tu per tu con la natura nel cuore dell'Alta Pusteria, in Alto Adige, sui Prati della Croda Rossa (a 1924 metri), insieme a un branco di docili renne. Attraversato tutto il Comelico bellunese e superato anche Passo Monte Croce (1636 metri sul livello del mare) sul confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige, entro nella Provincia autonoma di Bolzano. Dopo pochi minuti lungo la S trada S tatale 52 Carnica, poco prima di raggiun- gere la piccola frazione di Moso (Moos in tedesco), svolto a sini- stra per poi abbandonare le quat- tro ruote e salire in quota con la pratica cabinovia, risparmiando- mi un dislivello di 600 metri. Affascinante d'estate, impro- babile d'inverno. Qualche brivido a ogni pas- saggio di pilone (in scala molto ridotta ma davvero simile a un vuoto d'aria d'aereo) mi fa gua- dagnare l'amicizia di un turista transalpino che gentilmente mi offre un corroborante pezzo di cioccolata. Si continua a salire passando dai 1300 metri circa della Val di Sesto agli oltre 1900 del Rifugio della Croda Rossa. Sotto e davanti a me intanto, solo bosco e montagne traboccanti di neve. Oggi paradisi turistici e oasi di pace, un tempo teatri di guer- ra. La Strada degli Alpini comin- cia proprio da ques te parti. Durante la I Guerra Mondiale, italiani e austriaci si combattero- no senza esclusione di colpi. Smonto finalmente sotto la Croda Rossa ancora un po' con- tratto ma è solo un attimo pas- seggero. La vista di un branco di renne mi sbalza in una dimensio- ne parallela. Pascolano placide. Alcune se ne stanno sedute a riposare sulla neve fra lo sguardo esterrefatto dei più piccini. Incuriosito da queste magnifi- che bestie della famiglia dei Cervidi, inizio a girare intorno provando a chiamarle e catturare così la loro attenzione. Alcuni esemplari sono bianchi, altri più castani e altri ancora misti. C'è chi sonnecchia, chi si fa carezza- re e chi si va a sgranchire gli zoccoli. A differenza del cervo, anche le femmine di questa spe- cie possiedono corna, più corret- tamente chiamate "palchi". Dopo una serie infinita di non so quanti scatti, qualcuna di loro ricambia lo sguardo e mi fissa. Chissà a cosa starà pensando. LUCA FERRARI Nell'area della Croda Rossa, località sciistica ed escursionistica in Alta Pusteria, vive l'unica mandria di renne in tutta Italia (Ph. Luca Ferrari)