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GIOVEDÌ 25 LUGLIO 2019 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO P arafrasando Einstein, se il tempo può essere definito come una dilatazione dello spazio, allora ogni istante può essere nullo oppure infinito. Per questo, Paolo Borsellino, il magistrato palermitano assassi- nato dalla mafia as s ieme ad Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, i cinque agenti della sua scorta, il 19 luglio 1992, "sospende" il tempo, ne soppesa i limiti. Succede nel libro di Ruggero Cappuccio intitolato "P aolo Borsellino. Essendo Stato" dove il giudice assassinato, si racconta nell'istante precedente e in quello successivo alla morte. Lì si chie- de fino a che punto sia morto e se lo sia davvero mentre passa in rassegna una vita iniziata in una città s egnata da una s trana povertà dove i più poveri gioca- vano con lui, figlio privilegiato di un farmacista, nel quartiere Kalsa, nella grande piazza, la Magione, un fazzoletto di terra battuta, cuore di una dolente e antica capitale. Come recita la quarta di copertina, "Palermo non mi pia- ceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare quello che non ci piace, per poterlo cambia- re". Sono parole di Borsellino che della sua città era innamora- to e voleva cambiarla. Voleva il suo bene e da giudice ha lavorato per renderla migliore, per estir- pare il male che racchiudeva, che contiene ancora oggi, e che ha avuto la meglio su di lui nella traumatica S trage di via ne delle scorte. Nel suo oscillare tra la vita e la morte, si srotolano i ricordi di una vita che lo vide insieme a G iovanni F alcone e ad altri magis trati, lavorare con un nuovo metodo di indagini, attra- verso il pool coordinato dagli stessi membri del gruppo, per far sì che le esperienze e il lavoro dell'uno fosse confrontato, con- frontabile e integrabile con quel- lo degli altri. Nel corso delle riflessioni, il s uo p ens iero va s pes s o agli uomini della scorta, morti insie- me a lui, a s ua madre, alla moglie Agnese, compagna di una vita, ai figli, ai colleghi e, per primo, a Giovanni Falcone, il suo amico d'infanzia, di pochi mesi più anziano di lui, compa- gno di vita, di giochi e di lavoro. La morte li vide separati per poco, Giovanni lo precedette il 23 maggio mentre percorreva il tratto di autostrada che dall'aero- porto conduce a Palermo e lo fermò a Capaci. Insieme alla sua, furono interrotte, anzi dilaniate, le vite della moglie Francesca Morvillo e dei tre uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il libro contiene anche la deposizione che Borsellino rese al Cons iglio S uperiore della Magistratura in data 31 luglio sassinio, nel 1984, mentre stava lavorando al maxi-processo a cosa nostra ed era pienamente operativo il "pool antimafia" isti- tuito da Rocco Chinnici, ucciso il 29 luglio 1983. Un momento delicato della storia d'Italia. Borsellino lamentava grossi pro- blemi sulla sicurezza e la gestio- A sinistra lo scrittore, drammaturgo e regista Ruggero Cappuccio durante la presentazione del libro su Paolo Borsellino a Palermo 1988, dove era stato convocato e minacciato di provvedimenti disciplinari per le dichiarazioni pubbliche rilasciate in relazione all'inefficacia delle azioni di con- trasto che lo Stato avrebbe dovu- to svolgere nei confronti della mafia. E' stato grazie a Ruggero Cappuccio che questa deposizio- ne, il 12 settembre 2012, dopo ben ventiquattro anni, è stata desecretata e resa pubblica. Già prima di diventare un libro, il testo, con l'approvazione di Agnese Borsellino, è diventato uno spettacolo teatrale dal titolo "Essendo Stato" che da quindici anni gira per i più prestigiosi tea- tri italiani e nel 2016 è stato tra- smesso da Rai Uno e Rai Storia come docu-film, interpretato e diretto dallo stesso Cappuccio. Di grande suggestione è la lettura del libro attraverso la quale si impara una dimensione umana del giudice P aolo Borsellino. Ma non solo. Si apprende il suo amore per la lingua siciliana, che non chia- miamo dialetto di proposito per la sua peculiarità di esprimere concetti attraverso le negazioni, attraverso i suoi togliere piutto- sto che i suoi aggiungere. Paolo sapeva bene che doveva avvici- narsi al linguaggio dei mafiosi per capire meglio il loro modo di essere e di agire e il veicolo prin- L'eredità morale di Paolo Borsellino: la famiglia, Palermo e il suo mondo denso di umanità e giustizia d'Amelio di 27 anni fa. Proprio in questi giorni, dese- cretati 1600 documenti conserva- ti negli archivi dell'Antimafia, sono riemersi i suoi audio-verba- li finora segreti: "La macchina blindata c'è solo la mattina, così posso morire il pomeriggio". Lo disse 8 anni prima dell'as- TERESA DI FRESCO