L'Italo-Americano

italoamericano-digital-1-21-2021

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GIOVEDÌ 21 GENNAIO 2021 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Un paesaggio aspro e selvatico nasconde lo straordinario patrimonio ipogeo della civiltà rupestre pugliese Le gravine di Castellaneta rap- presentano di per sé uno spettaco- lo affascinante facendo confluire nel fiume Lato le acque che si raccolgono durante le piogge. La Gravina di Castellaneta o Gravina Grande cinge il borgo antico e rappresenta una delle più grandi e spettacolari gravine della Puglia, con sue svariate anse e una profondità massima di 145 metri. La Gravina del Porto (nei pressi di Montursi) ospita Dolmen e il villaggio peuceta de La Castelluccia. La Gravina di Coriglione, accoglie l'insedia- mento rupestre di Santa Maria di Costantinopoli Santa Maria del Pesco, posta sul ciglio della Gravina Grande (al suo interno è stato trovato il dipinto La Madonna con il Bambino del XIII secolo), Santa Maria del Soccorso, Santa Lucia, Santa Maria di Costantinopoli (divisa in tre navate con resti di decorazioni e affreschi sulle pareti), Mater Christi, Padre Eterno (cripta ipo- gea a tre navate irregolari con affreschi Bizantini), Santo Stefano. Nell'omonima Gravina, San Michele Arcangelo (affreschi di San Michele, e una Madonna con Bambino), Ovile Vecchio, Santa Maria del Porto (racchiusa nella masseria dallo stesso nome) rappresentano lo straordinario percorso che conduce all'ultima tappa di Ginosa. L'antica Genusium, posta tra Taranto e Metaponto e capitale della Magna Grecia e famosa per aver dato asilo a Pitagora, permette di ammirare la chiesa rupestre di Ecce Homo, sulle cui pareti vi sono fregi pittorici raffiguranti degli atleti ed altre decorazioni di età ellenistica. IL PARCO DELLA TERRA DELLE GRAVINE - Le consistenti altezze e le notevo- li pendenze dei versanti delle gra- vine, nonché il particolare micro- clima, hanno permesso nel tempo la conservazione di habitat straor- dinariamente ricchi, sia come flora che come fauna e microfau- na. Anche per questo motivo, il perimetro contenente i 400 inse- diamenti rupestri è stato eletto nel 20 dicembre 2005 Parco regiona- le delle Terre delle Gravine, per- mettendo di ospitare, ricchezze naturalistiche e fenomeni carsici di grande rilevanza, e un patrimo- nio di biodiversità di straordina- rio valore. Nelle gravine sono presenti piante tipiche dell'area mediterranea come il leccio, il pino d'Aleppo, il corbezzolo, il frassino, il carrubo, l'acero selva- tico e l'asparago selvatico. Ma lungo i ripidi pendii crescono anche orchidee spontanee, il caprifoglio, i ciclamini, il bianco- spino, rose selvatiche, il melogra- no, il cotogno e il fico d'india. In questo particolare Habitat vivono diversi rapaci di piccola taglia come il lanario, il grillaio e il gheppio, oltre al nibbio bruno, alla poiana, al biancone, al gufo comune e a rarissime specie di capovaccaio (avvoltoio degli Egizi). I cieli del Parco sono attraver- sati anche da corvi imperiali, ron- doni, barbagianni, civette e cin- ciallegre. Di notte è facile trovar- si di fronte a pipistrelli. Farfalle rarissime vi trovano il loro habi- tat congeniale. Tipico abitante delle gravine meridionali è l'ulu- lone dal ventre giallo, ma negli stagni è possibile imbattersi anche in rane, tritoni e rospi. Volpi, istrici, tassi, cinghiali e piccoli roditori quali il moscardi- no rappresentano la fauna mam- mifera del parco, popolata anche dai rettili quali il cervone e la vipera, la lucertola e la tartaruga. Di origine balcanica ma perfetta- mente a suo agio nel particolare microclima è il geco di Kotschy, chiamato popolarmente lucertola m'bracidita o fracitana (lucertola marcia). nizzazione urbana (percorsi, sen- tieri, rampe di scale, depositi di sementi, sistemi di canalizzazione e raccolte dell'acqua piovana, strutture produttive quali frantoi e trappeti) mentre grande fascino presentano le tre chiese di Santa Marina, San Marco e la più nota cripta della Candelora. La gravina della Scala ospita il mistico san- tuario della Madonna della Scala (cui si accede da una scala forma- ta da un centinaio di gradini), la chiesa rupestre Madonna della Buona Nuova, le misteriose grotte del Ciclope e del mago Greguro. Mottola si offre ai visitatori con le sue "grotte di Dio" scavate nei valloni, tra le quali spicca la cripta di S.Nicola, definita anche Cappella Sistina della civiltà rupestre per il numero e la qualità degli affreschi presenti, caratteriz- zati fortemente dall'influsso arti- stico bizantino (vi si possono ammirare i temi tipici delle dodici feste del calendario bizantino e il Cristo Pantocratore) impresso presumibilmente da monaci greci giunti dall'Oriente e in fuga dalla furia iconoclasta di papa Leone III. Lo spettacolare paesaggio della gravina che circonda l'abitato di Ginosa in cui si trovano case-grotte interamente scavate nel tufo e antiche rovine (Ph DiegoFiore da Dreamstime.com) SEGUE A PAGINA 36

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