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GIOVEDÌ 27 MAGGIO 2021 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO La leggenda dei Mori di pietra svela il passato mercantile di Venezia tra le calli e i campi meno noti ai turisti La famosa statua del Sior Rioba con il naso 'portafortuna' in metallo nelle fondamenta dei Mori (Ph Luca Ferrari) LUCA FERRARI merce di tutta Venezia, detto fatto, i tre fratelli furono tramuta- ti in pietra, incluso il loro fedele servitore. Da allora in campo dei Mori è possibile vedere le statue di quei disonesti commercianti incastonati nel palazzo, col Sior Rioba, ad angolo. La più famosa delle statue perché, negli anni a venire, il naso fu staccato e sosti- tuito da un pezzo di ferro. Da allora, come avviene per esem- pio con la fontana del Porcellino a F i r e n z e d o v e è t r a d i z i o n e carezzare l'animale per avere fortuna, così avviene con il naso di Rioba. Sempre nei decenni a venire, la statua divenne anche epicentro delle proteste contro il Governo, e su di essa venivano attaccati poemi, lettere, biglietti satirici. La sua fama crebbe a tal punto che nel 1848 venne fonda- t a l a r i v i s t a g i o r n a l i s t i c a " L ' o m b r a d e S i o r A n t o n i o Rioba", consacrandolo così a imperitura memoria. Le avventure legate alla sta- tua dei Mori non finiscono qui. Nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2010 , la statua del Sior Rioba subì un brutale atto van- dalico e fu decapitata. Le ricer- che furono immediate e per for- tuna la testa venne ritrovata due g i o r n i d o p o i n C a l l e d e l a Rachetta, poco distante. Fu dun- que restaurata, ritornando presto al suo posto. Il sole splende a Venezia. Gli effetti del covid sono ancora visibili ma la città comincia, in questi ultimi giorni di maggio, a popolarsi dei primi turisti. Ho deciso di fare una passeg- giata a Cannaregio e visto che anche il 2021 sarà un anno eco- nomicamente complesso, un piccolo aiutino dalla buona sorte mi farebbe proprio comodo. Il campo è vuoto. Giusto una per- sona in velocità, e ben distante, si diletta con la corsa. Sono pro- prio davanti al Sior Rioba. Lo osservo e mi sembra pro- prio che abbia lo sguardo infa- stidito, come se la mia presenza gli desse a noia. Comprensibile, penso. Se fossi pietrificato da secoli, anch'io sarei di pessimo umore. L'occhio intanto viene attira- to da qualcosa di diverso, ridon- dante. Al numero civico 1881 della Fondamenta dei Mori, una lapide ricorda la storica e nobile dimora, bella e con tanto di trifora, di uno dei migliori pen- nelli della Serenissima: Jacopo R o b u s t i d e t t o i l T i n t o r e t t o . Mentre sono lì a ripensare a tutte le opere di uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ul- t i m o g r a n d e p i t t o r e d e l Rinascimento, dalle tele di San Rocco a quelle nella Gallerie d e l l ' A c c a d e m i a e l a p a l a dell'Ateneo Veneto, lì vicino u n ' a l t r a s t a t u a a t t i r a l a m i a curiosità. Più piccola rispetto ai fratelli mercanti, raffigurante Ercole con una clava. Sarà mica stato pietrificato anche lui come i Mori? Avrà a che fare col pittore veneziano? Q u e s t a è u n ' a l t r a s t o r i a . Un'altra leggenda che presto vi racconterò. A h, la nobile arte del com- mercio. Attenzione però a n o n a p p r o f i t t a r n e . P e r informazioni, chiedere ai Mori "pietrificati" di Venezia. Il sestiere di Cannaregio con- serva ancora oggi quel fascino di loco veneziano autentico, mai troppo abusato dai forestieri. Un grosso peccato per loro. Non solo potrebbero scoprire una parte della città che l'omonima Strada Nova non è minimamente in grado di offrire, ma soprattut- to perdono l'occasione di cimen- tarsi con le antiche leggende e già che ci sono, accaparrarsi anche un po' di buona fortuna. Vi ho incuriositi? Procediamo allora. Una placida passeggiata tra Baia del Re, Fondamenta degli Ormesini e l'area di Sant'Alvise, ed ecco che tutto quello che cre- devate di sapere su Venezia, assumerà un nuovo sapore. Pochi negozi. Nessuna traccia finalmente delle paccottiglie glo- balizzate. Solo masegni e canali. Solo Venezia e i veneziani nel loro vivere quotidiano. A pochi passi dalla maestosa chiesa della Madonna dell'Orto c'è il cosid- detto Campo dei Mori. Giusto pochi metri sull'omonima fonda- menta, un ponte e ci siamo. Nel campo s'incontrano subito le quattro statue, incastonate nel celebre Palazzo Mastelli del Cammello (così chiamato perché vi è raffigurato codesto animale), realizzato proprio dalla famiglia Mastelli di cui facevano parte i tre fratelli Rioba, Sandi e Alfani, chiamati "Mori" poiché prove- nienti dalla Grecia, e più specifi- c a t a m e n t e d a l r e g n o d e l l a Morea, l'attuale Peloponneso. Le cronache tramandano che questi signori fossero sì, dei gran a f f a r i s t i , m a t r o p p o s p e s s o approfittassero delle loro doti per truffare i malcapitati, non solo vendendo merce scadente a un prezzo esagerato, ma anche attraverso la loro banca con la quale facevano autentiche frodi. Un giorno però, scelsero il clien- te sbagliato. La vittima era infat- ti una signora veneziana molto religiosa che una volta turlupina- ta, pregò Maria Maddalena per, diciamo così, "fargliela pagare". La santa le venne in soccorso, e una volta assunte sembianze umane, si presentò dai Mori per acquistare delle stoffe. Mai paro- le proferite dai commercianti furono più sbagliate, e quando nell'atto di convincere la donna, giurarono sul Padre Eterno che si sarebbero trasformati in pietra se quella non fosse stata la migliore Le statue in pietra in Campo dei Mori incastonate nel Palazzo Mastelli del Cammello (Ph Luca Ferrari)