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GIOVEDÌ 10 GIUGNO 2021 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI 'Questo è il tempo di costruire il futuro. La Repubblica è la storia degli italiani e della loro libertà' S ono passati 75 anni da quando, con il voto nel referendum del 2 giugno 1946, gli italiani, scegliendo la Repubblica, "cominciarono a costruire una nuova storia". Inizia così il discorso del pre- sidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni nel Cortile d'Onore del Quirinale, dopo l'omaggio al Milite Ignoto e il sorvolo della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori sull'Altare della Patria. "Questo - ha detto Mattarella - è tempo di costruire il futuro. Con la scelta repubblicana, si apriva una storia di libertà, dopo il ventennio della dittatura fasci- sta. Storia di democrazia. Storia di pace, dopo la tragedia, i lutti e le devastazioni della guerra e dell'occupazione nazista. La nuova stagione era stata preparata negli anni più bui, dalle donne e dagli uomini che avevano mostrato il coraggio di resistere e di lottare. E che ave- vano iniziato a pensare come dar forma all'Italia libera. Da dove ricominciare, per rimettere in piedi un Paese dilaniato, ferito, isolato agli occhi della comunità internazionale. Non fu un inizio facile, 75 anni fa. L'Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risulta- to non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio, c'era il rischio di una spaccatura tra il Mezzogiorno e il Settentrione. Fu la scelta repubblicana il pre- supposto che rese possibile radi- care, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di una unità e di una coesione più forti, favorendo il dispiegarsi di nuove energie e di protagonisti nella vita pubblica. Questa vitalità animò e sostenne la straordinaria stagione costituente, capace di cogliere e interpretare le speran- ze, le attese, le aspirazioni degli italiani. Per celebrare la Repubblica dobbiamo partire da qui: dalle donne e dagli uomini della Costituente, dalla loro lungimi- ranza, dal coraggio con cui sep- pero cercare e trovare i punti di sintesi. Cos'è la Repubblica? Sono i suoi principi fondativi. Le sue istituzioni. Le sue leggi, la sua organizzazione. Ma a me sta oggi a cuore porre l'accento su ciò che viene prima. Quel che precede il significato, pur fonda- mentale, degli ordinamenti. Parlo della vita delle donne e degli uomini di questo Paese. Dei loro valori, dei loro sentimenti. Del loro impegno quotidiano. Della loro laboriosità. Del contributo, grande o piccolo, che ciascuno di loro ha dato a questi decenni di storia comune. La Repubblica è, Il presidente Sergio Mattarella in occasione della Festa Nazionale della Repubblica (Ph Quirinale.it) Dopo un richiamo al principio costituzionale all'uguaglianza, innanzitutto tra i generi, "mentre cresce l'inaccettabile violenza contro le donne", alla stagione delle riforme sociali e all'impre- sa collettiva per risollevare il Paese, "che ha potenzialità straordinarie", il capo dello Stato ha sottolineato un valore che - ha detto - "sarà più di ogni altro decisivo: la connessione della Repubblica con i suoi cittadini. Lo abbiamo visto anche nella lotta alla pandemia. Tra lutti e sofferenze, che mai dimentiche- remo, abbiamo riscoperto il senso civico di chi si è trovato a operare nella frontiera più espo- sta, quella degli ospedali e delle strutture sanitarie, abbiamo apprezzato il sacrificio di chi ha lavorato nei servizi, per la pub- blica sicurezza, nelle catene ali- mentari. Ci è apparso il valore della scienza e la necessità di sostenerla. Ognuno di noi ha ricevuto la solidarietà di altri ita- liani. Lo abbiamo rimarcato cele- brando il 2 giugno, l'anno scor- so, a Codogno. Ciascuno ha bisogno degli altri. Le cure che la Repubblica è riuscita ad assi- curare a tanti italiani, ci pongono di fronte alla necessità, comune, di avere cura della Repubblica. Perché così potremo compiere quei passi in avanti, nel modello sociale, nello sviluppo sostenibi- le, nelle opportunità di lavoro e di studio, che sentiamo come un'ambizione e un dovere". Infine un richiamo all'Europa "costruzione faticosa" ma "com- pimento del destino nazionale" e l'appello alle nuove generazioni: "Ai giovani vorrei chiedere: impegnatevi nelle sfide nuove, a cominciare da quella della transi- zione verso un pianeta fondato sul rispetto dell'ambiente e delle persone come unica possibilità di futuro. Adoperatevi per trasmet- tere valori e cultura attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. Per promuovere un uso dei social che avvicini le persone e le faccia crescere dal punto di vista umano e sociale, combat- tendo con determinazione la sub- cultura dell'odio, del disprezzo dell'altro. Ai ragazzi vorrei dire: la sto- ria di questi 75 anni è stato il risultato, il mosaico di tante sto- rie piccole e grandi, di protago- nisti conosciuti e di testimonian- ze meno note. Tocca a voi ora scrivere la storia della Repubblica. Scegliete gli esem- pi, i volti, i modelli, le tante cose positive da custodire di questa nostra Italia. E poi preparatevi a vivere i capitoli nuovi di questa storia, ad essere voi protagonisti del nostro futuro. Viva il Popolo Italiano, viva la Repubblica!". anzitutto, la storia degli italiani e della loro libertà. È la storia del lavoro, motore della trasformazione del nostro Paese, della Ricostruzione, delle fatiche, dei sacrifici, spesso delle sofferenze, di tanti che si trasfe- rirono da Sud a Nord, dalle cam- pagne alle città, animando uno straordinario periodo di svilup- po. È la storia del formarsi e del crescere di una comunità". E ancora: "Proviamo a legge- re questi 75 anni di vita repubbli- cana da una prospettiva diversa che ci consente di cogliere i pro- fili di soggetti che spesso sono rimasti nell'ombra, sullo sfondo. E che invece hanno riempito la scena, colmato vuoti, dato senso e tradotto in atti concreti parole come dignità, libertà, uguaglian- za, solidarietà. Parole che altri- menti sarebbero rimaste astratte aspirazioni. Le persone: donne, uomini, giovani che sono state al centro della storia, volendovi esservi e contare. Volendo partecipare. Partecipazione civile, politica, sociale. La volontà di cambiare il mondo. Perché il mondo di prima aveva prodotto la guerra, l'ingiustizia, la fame, le distru- zioni. L'Italia è stata ricostruita dalle macerie. La Costituzione ha indicato alla Repubblica la strada da percorrere. Questa è l'idea fondante della Repubblica, di una Costituzione viva, che si invera ogni giorno nei comportamenti, nelle scelte, nell'assunzione di responsabilità dei suoi cittadini, a tutti i livelli e in qualunque ruolo. La democrazia è qualcosa di più di un insieme di regole: è un continuo processo in cui si cerca la composizione possibile delle aspirazioni e dei propositi, nella consapevolezza della centralità delle persone, più importanti degli interessi. In questo cammino un ruolo fondamentale lo giocano i partiti, le forze sociali, i soggetti della società civile. A volte le istitu- zioni possono sembrare fragili, esposte a sfide inedite. Accadde negli anni bui della violenza ter- roristica di varia matrice. Gli attentati, le stragi, i ferimenti, gli omicidi. Sono state tante le vitti- me della ferocia di chi voleva sovvertire lo Stato con le bombe o con le armi. Nei 55 giorni dopo l'eccidio di via Fani e il rapi- mento di Aldo Moro la Repubblica visse il suo momento più difficile. La risposta degli apparati dello Stato per molti aspetti apparve incerta di fronte all'attacco terroristico. A salvare la democrazia in quel passaggio drammatico, stringendosi intorno alle istitu- zioni democratiche, fu prima di tutto la straordinaria mobilitazio- ne popolare. Il no alla violenza netto, forte, determinato dei par- titi, dei sindacati, dei cittadini. Le piazze piene di persone di ogni età e di differente orienta- mento culturale e politico. Il coraggio di chi, come l'operaio e sindacalista Guido Rossa, scelse di denunciare i terroristi e per questo pagò con la vita. Il senso del dovere di magistrati e forze di polizia. Una risposta di popolo che spazzò via le ambiguità di chi teorizzava assurde e intolle- rabili equidistanze tra lo Stato e i terroristi. Il terrorismo è stato sconfitto e lo Stato ha prevalso con gli strumenti del diritto. Anche per questo possiamo dire: la Repubblica è libertà e demo- crazia. Come possiamo dire: la Repubblica è legalità. E mentre lo diciamo avvertia- mo il dovere di fare memoria di chi ha pagato con la vita l'impe- gno contro le mafie. Quelli noti e quelli meno ricordati. Uomini dello Stato, semplici cittadini, esponenti politici, sacerdoti, giornalisti, che con il loro sacri- ficio hanno saputo dare speranza e fiducia a chi non si rassegna alla prepotenza criminale. La Repubblica è solidarietà. La solidarietà che scattò all'in- domani dell'alluvione del Polesine che colpì le province venete, nel novembre del 1951, con quasi cento vittime e più di 180.000 sfollati, soccorsi e ospi- tati spontaneamente da tantissi- me famiglie in tutto il Paese. Oppure la indimenticabile mobilitazione degli angeli del fango: migliaia di giovani che nel novembre del '66 corsero a Firenze, provenienti da ogni parte d'Italia, per dare aiuto alla città messa in ginocchio dall'al- luvione per porre in salvo centi- naia di opere d'arte. E così è avvenuto ogni volta che il Paese è stato ferito da cata- strofi naturali, alluvioni, terre- moti. Dal Vajont al Belice al Friuli all'Irpinia, ai tragici eventi che più di recente hanno colpito l'Emilia e l'Italia centrale. Ogni volta abbiamo visto quanto sia forte il legame di solidarietà e di fraternità che unisce i nostri ter- ritori e il nostro popolo. La Repubblica è umanità e difesa della pace e della vita. Sempre e ovunque. Come testi- monia l'impegno della nostra Guardia costiera e della Marina militare per salvare la vita di per- sone spinte dalla disperazione alla deriva nel Mediterraneo. E va ricordato il contributo prezio- so fornito, da molti anni a questa parte, dai nostri militari nelle missioni internazionali, impe- gnati per la sicurezza e la pace".