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GIOVEDÌ 22 LUGLIO 2021 www.italoamericano.org 34 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & ATTUALITÀ CRONACHE NOVITÀ EVENTI Dopo Falcone, Borsellino: 29 anni fa la strage di mafia che 'ha segnato profondamente la storia repubblicana' S ono passati 29 anni dall'at- tentato di via D'Amelio a Palermo in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un attentato, come ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione delle commemorazioni, "conce- pito e messo in atto con brutale disumanità". La mafia, appena due mesi prima, aveva ucciso il suo colle- ga e amico d'infanzia, il giudice Giovanni Falcone. Il tritolo fatto esplodere sull'autostrada per Palermo all'altezza di Capaci aveva ucciso anche sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Borsellino, considerato come Falcone una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livel- lo internazionale, fu invece ucci- so con un'autobomba. "La memoria di quella strage - ha detto il presidente della Repubblica Mattarella - che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tutto- ra un'immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolez- za della necessità dell'impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l'illegalità, per spezzare connivenze e compli- cità che favoriscono la presenza criminale. Paolo Borsellino, e come lui Giovanni Falcone, sapevano bene che la lotta alla mafia richiede una forte collabo- razione tra Istituzioni e società. Per questo si sono spesi con ogni energia. Da magistrati hanno espresso altissime qualità profes- sionali. Hanno intrapreso strade nuove, più efficaci, nelle indagi- ni e nei processi. Hanno testimo- niato, da uomini dello Stato, come le mafie possono essere sconfitte, hanno dimostrato che la loro organizzazione, i loro piani possono essere svelati e che i loro capi e i loro sicari pos- sono essere assicurati alla giusti- zia. Per questo sono stati uccisi. Non si sono mai rassegnati e si sono battuti per la dignità della nostra vita civile. Sono stati e saranno sempre un esempio per i cittadini e per i giovani. Tanti importanti risultati nella lotta alle mafie si sono ottenuti negli anni grazie al lavoro di Borsellino e Falcone. La Repubblica - ha detto Mattarella - è vicina ai familiari di Borsellino e ai fami- liari dei servitori dello Stato, la cui vita è stata crudelmente spez- zata per colpire le libertà di tutti. Onorare quei sacrifici, promuo- vendo la legalità e la civiltà, è un dovere morale che avvertiamo nelle nostre coscienze". I giudici Falcone e Borsellino ritratti per le strade di Firenze. Iniziativa della Fondazione Il Cuore si Scioglie onlus (Ph © Kcho | Dreamstime.com) A 20 anni dal tragico G8 di Genova. Un disastro tra scuola Diaz, Bolzaneto e piazza Alimonda S ono passati vent'anni dal G8 di Genova, che tra il 19 e il 22 luglio 2001 oltre ad ospitare gli incontri dei leader delle principali potenze econo- miche mondiali, registrò le gran- di manifestazioni dei movimenti no global, contrari al modello di sviluppo economico della globa- lizzazione, ma anche alcuni degli episodi più violenti, convulsi e oscuri della storia italiana recen- te. Piazza Alimonda, scuola Diaz e caserma di Bolzaneto: i luoghi di un "disastro" scaturito da sot- tovalutazioni colpevoli, volontà criminali e silenzi immorali. L'obiettivo dichiarato del summit era di sconfiggere la povertà e nei comunicati ufficiali si parlava di "individuare misure atte a sostenere l'economia dei Paesi più fragili secondo una strategia integrata, specie per quanto riguarda commercio e investimenti sociali". Il movi- mento no-global era al suo apice. Chiedeva la cancellazione del debito dei Paesi poveri e si batte- va contro politiche senza regole. "Il popolo di Seattle" credeva in "un altro mondo possibile" e riu- niva persone e gruppi molto diversi tra loro: pacifisti e asso- ciazioni non governative, sinda- cati e studenti, volontariato e centri sociali. Ma accanto ai manifestanti pacifici c'erano i black bloc, frangia violenta che a Genova fomentò un clima già incandescente. Minacciavano di raggiungere i Grandi della Terra, e così, a protezione dei leader del G8 venne creata la zona rossa, presidiata da centinaia di agenti: poliziotti, carabinieri, finanzieri. La città finì sotto assedio, la tensione divenne il terreno di tre giorni di violenze e caos che pas- seranno alla memoria come una pagina tragica. All'interno dei palazzi i capi di stato e di gover- no discutevano. Fuori, per le strade di Genova prima, nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto poi, il livello di vio- lenza cresceva a dismisura. Amnesty International sosten- ne in seguito che quella che ebbe luogo a Genova in quei giorni fu la "più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale". Altri parlaro- no di "macelleria messicana". Da allora non è stata fatta giustizia. (Ph © Fedecandoniphoto | Dreamstime.com)