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GIOVEDÌ 4 LUGLIO 2013 La Vignetta della Settimana Double face di Renzo Badolisani L'Italo-Americano PAGINA 3 Ultimatum dell'Unesco all'Italia: sei mesi di tempo per salvare i tesori di Pompei Di denunce negli anni ce ne sono state tante come di proteste e di scioperi del personale, che anche nei giorni scorsi si sono ripetuti (tra i disagi dei turisti) per denunciare la solita scarsità di uomini e mezzi per controllare e mantenere gli edifici storici. Anche le tante promesse dopo i crolli che hanno colpito un patrimonio inestimabile come quello di Pompei, hanno finora avuto la meglio sull'incapacità di proteggere un sito unico al mondo. Ora "il governo italiano ha tempo fino al 31 dicembre 2013 per adottare misure idonee per Pompei e l'Unesco ha tempo fino al 1 febbraio 2014 per valutare ciò che farà il governo italiano e rinviare al prossimo Comitato mondiale 2014 ogni decisione". Suona così l'ultimatum lanciato dal presidente della commissione italiana Unesco, Giovanni Puglisi, allo scopo di richiamare uno stato membro, l'Italia, alle proprie responsabilità, individuando una data come termine "ordinatorio" su un "pro memoria di problemi che gravano su Pompei e che sono a conoscenza di tutti". Il problema di fondo, conclude il rappresentante Unesco, sono da tempo le risorse da un lato e gli strumenti di pianificazione degli interventi dall'altro. Se a disposizione ci sono anche risorse Ue, bisogna tuttavia trovare strumenti Il grande affresco pompeiano della Villa dei Misteri capaci di renderle immediatamente fruibili. Inoltre occorre varare rapidamente il piano complessivo di manutenzione programmata e di gestione e valorizzazione, un piano che finora ha incontrato mille freni che hanno finito per danneggiare ulteriormente il sito esposto tanto alle intemperie, quanto ai danni che possono causare gli stessi visitatori mancando spesso custodi e sorveglianza. L'Unesco, l'organizzazione culturale delle Nazioni Unite, che proprio nell'ultima riunione del Comitato ha inserito nella lista del Patrimonio dell'Umanità il vulcano Etna e le ville e i giardinei medicei in Toscana, ha finora riconosciuto 981 siti (759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) in 160 Paesi. L'Italia ne ha il maggior numero: 49. Pompei potrebbe perdere questo riconoscimento alla fine del 2015. Una "minaccia" nel tentativo di fermare il degrado in cui versa uno dei parchi archeologici più importanti d'Italia e fra i siti monumentali più visitati al mondo per la straordinaria unicità di quel che conserva. Datagate, l'Italia chiede chiarimenti sulle intercettazioni A rischio le trattative per l'area di libero scambio? LA TRUFFA DEI FALSI CIECHI A Marino, paese dei Castelli Romani, un finto cieco incassava ogni mese la pensione, comprensiva pure di una discreta indennità per l'accompagnatore, divertendosi poi, nel tempo libero, a zappare l'orto di casa, facendo pure la spesa al supermercato. Ai Carabinieri è arrivata la segnalazione e l'indagine ha subito preso una piega improvvisa. Falsi ciechi, quanti sono? Gente che froda lo Stato, introitando, ogni mese, quasi millecinquecento euro di pensione, ricevendo pure il permesso di posteggiare sotto casa e altre forme di privilegio? A Roma altre quaranta (ma il dato, stante l'abitudine, sembra rigorosamente in difetto e suscettibile di incrementi), come stabilito da una recente indagine portata a compimento dalle Forze dell'Ordine. Un uomo o una donna privi di vista li immagini (purtroppo) alla mercé degli eventi: invece ce n'era uno che a Valmontone, sempre alle porte di Roma, un giorno è stato portato in caserma per aver dato vita, in una piazza del paese, addirittura a una rissa. Lo immaginate un cieco che mena fendenti col bastone davanti ad altri energumeni? Oppure che si aggrappa agli aggressori, alzando pugni all'impazzata, senza vedere il bersaglio? C'erano troppe incongruenze e così, anche in questo caso, l'indagine è partita. Appostamenti, pedinamenti. Bene, è risultato che il cieco era cieco per finta. Gestiva persino una pagina di facebook, alimentava email, in partenza e in ricezione. Faceva ovviamente la spesa, guidando pure la macchina. In un paese piccolo certe cose si notano: insomma, il finto cieco si comportava pure con spocchia. Quando si avvicinava, a piedi, alla stazione dei Carabinieri si stringeva sottobraccio alla moglie, evidentemente complice del raggiro. Ma i casi sono in aumento: dunque, talvolta, la fantasia degli italiani può condurre a frodi così eleganti ai danni dello Stato? Evidentemente sì. Quaranta casi accertati, recita l'ultimo atto delle indagini: ventidue uomini e diciotto donne, alla luce dei riscontri effettuati, hanno frodato lo Stato per anni, togliendogli dalle casse (sempre esangui, come ben sapete) oltre tre milioni e mezzo di euro, frutto di pensioni e contributi per l'invalidità evidentemente illegali. Una maxi-truffa romana, che si allinea, però, a centinaia di altri casi recentemente scoperti al Sud. Non solo i lestofanti non erano ciechi, ma ci vedevano perfettamente al 100%. Le indagini, ovviamente, non si accontentano ora di aver denunciato per truffa aggravata – aggredendo anche i beni dei colpevoli per la quota illecitamente riscossa – i falsi ciechi. Mirano a individuare quegli oculisti (o specialisti in genere) che hanno contribuito a redigere una cartella-clinica zeppa di falsità, avallando una certificazione fasulla. Anche per questi medici carriera finita, con cancellazione dall'albo e processi da subire. Resta la malinconia della notizia: nell'Italia che arranca, che non ce la fa ad arrivare a fine mese, c'è sempre qualcuno che, danneggiando il prossimo, insegue la scorciatoia. Continua lo scandalo Datagate. Le ripercussioni sono arrivate in Europa tanto che ora sarebbero a rischio le trattative tra le due sponde dell'Atlantico per costruire l'area di libero commercio più grande del mondo. Lo spionaggio elettronico che avrebbe consentito di monitorare le comunicazioni di Germania, Francia e di varie istituzioni europee avrebbe interessato anche l'Italia. Gli agenti dell'Agenzia nazionale di sicurezza americana (Nsa) sarebbero riusciti a piazzare delle cimici persino all'Ambasciata italiana a Washington. Sulla vicenda è intervenuto il Ministro degli Esteri italiano Emma Bonino. "L'Italia ha ri- Il Ministro degli Esteri E. Bonino chiesto chiarimenti sulla molto spinosa vicenda del Datagate e gli Usa hanno provveduto ad assicurare che ogni chiarimento verrà dato sia all'Ue che agli Stati membri. Abbiamo fiducia che verranno fornite tutte le informazioni e assicurazioni necessarie". La Commissione Ue intanto ha dato mandato all'Alto rappresentante della politica estera Ue, Catherine Ashton, di sollevare la questione con le autorità Usa a Bruxelles e a Washington. Ci si aspetta che gli "Usa facciano chiarezza" e siano "trasparenti come la Ue si aspetta dagli alleati". Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intervenuto sul caso: "Vedo una forte discussione tra istituzioni europee e amministrazione americana. È una questione spinosa che dovrà trovare risposte soddisfacenti".