L'Italo-Americano

italoamericano-digital-3-10-2022

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GIOVEDÌ 10 MARZO 2022 www.italoamericano.org 37 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Le tre meravigliose Pietà di Michelangelo esposte insieme al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze della navata dove ancora oggi la si può ammirare. In questa Pietà Michelangelo è riuscito a rappre- sentare la divinità di Gesù calan- dola nel corpo di un uomo di 33 anni. Cristo appena deposto dalla croce pare dormire in seno alla giovane madre, raggiante nella sua bellezza, luminosa visione di grazie e umiltà. La morte non oltraggerà quel mirabile uomo: il più bello tra gli esseri viventi. Nel corpo intatto, senza segni di violenza subita, si legge già il risorto, colui che vince la morte. La seconda Pietà scolpita - Molti anni dopo la Pietà vatica- na, Michelangelo tornò a scolpi- re lo stesso soggetto. Nel frat- tempo, Roma era stata saccheg- giata, la Repubblica di Firenze era crollata e i Medici erano rien- trati in città. Michelangelo ha lasciato Firenze nel 1534 e si è stabilito per sempre a Roma. Dopo la morte di Alessandro de' Medici, ucciso dal cugino Lorenzo, il duca Cosimo I comanda come un principe asso- luto. Nel 1547 muore Vittoria Colonna alla quale l'artista era legato spiritualmente. Michelangelo è un artista ormai anziano sempre più con- centrato sul destino umano, sulla morte e resurrezione di Cristo, lavora in preda a frequenti crisi depressive. Vive di contrasti, tra l'attrazione per la bellezza, il pungolo dei sensi e il desiderio di ascesi. Comincia a temere la propria morte, il giudizio divino. Fa voto di povertà. Si aggrappa infine alla croce e mette al centro della sua esistenza e della sua ispirazione Cristo, salvatore dell'umanità. L'esecuzione della Pietà Bandini è lunga e difficile, la datazione controversa. Di sicuro il maestro cominciò a lavorare il blocco intorno al 1547. Tuttavia, Michelangelo non portò a termine il lavoro, e la statua, prima di essere venduta nel 1561 a Francesco Bandini, fu conclusa in alcune parti da Tiberio Calcagni, principale assi- stente del Buonarroti. La statua avrebbe dovuto essere collocata in Santa Maria Maggiore a Roma, probabilmente per la sepoltura di Michelangelo. Vi si legge infatti una profonda e intensa meditazione sulla Morte e la Redenzione, sul Sacrificio di Cristo e la Salvezza, merce anche il transfert nella figura di Nicodemo. Secondo Alessandro Parronchi il blocco prelevata da Seravezza e usato per la realizza- zione del gruppo era uno di quel- li avanzanti per la tomba di Giulio II. Quel marmo, come ricorda anche Vasari, era pieno di impurità ed estremamente duro, tanto che al contatto con lo scalpello emetteva nugoli di scintille. Nel 1553 Vasari, in visita allo studio dell'artista, ebbe l'impressione che Michelangelo esitasse a mostrar- gliela non terminata. Cercando di variare la posizione delle gambe di Cristo, lo scultore pro- vocò la rottura di un arto. Intorno al 1555, prese a martel- late la statua rompendola in più punti. Infatti, ancora oggi si osservano segni di rottura sul gomito, sul petto, sulla spalla di Gesù e sulla mano di Maria. Alla morte dell'artista nel 1564 si pensò di utilizzare il gruppo per la sepoltura di Michelangelo a Firenze in Santa Croce. L'opera invece rimase nella villa dei Bandini a Montecavallo e solo nel 1674 venne acquistata da Cosimo III de' Medici che la destinò ai sotterranei di San Lorenzo. Nel 1722 la Pietà fio- rentina fu trasferita in Santa Maria del Fiore. Dal 1981 si trova nel Museo dell'Opera del Duomo. L'ultima Pietà detta Rondanini - Il progetto risali- rebbe agli anni tra il 1552 e il 1553. Secondo le fonti, Michelangelo vi lavorò fino all'ultimo. Infatti, l'opera fu rin- venuta nello studio di Michelangelo dopo la sua morte. Nell'inventario redatto in quei giorni la Pietà è descritta in que- sti termini: "Statua principiata per un Cristo et un'altra figura di sopra, attaccate insieme, sbozza- te e non finite". Nel gruppo si alternano parti condotte a termi- ne, riferibili alla prima stesura, e parti non finite, legate ai ripen- samenti della seconda versione. Acquistata dai marchesi Rondanini nel 1744, la Pietà è arrivata a Milano. Dal 1952 si conserva nel Castello Sforzesco. Esito finale di un lungo per- corso di arte e di fede, è una pre- ghiera che un'opera d'arte. E' la visione mistica del cristiano immerso in una riflessione not- turna sull'Unigenito, sulla pas- sione morte e resurrezione di Cristo. Gesù e Maria sembrano fantasmatici, la pietra tende a farsi materia di luce. Cristo esausto sembra scivolare verso la tomba e con il figlio anche la Madre, la cui umanità è assorbi- ta dal sentimento di amore. Un unico destino travolge madre e figlio in una metamorfosi misti- ca, la stessa dell'annunciazione. Maria è talamo per il suo Signore. L'evidente inclinazione delle due figure, a una visione laterale, pare suggerire una riflessione sulla Resurrezione e l'Assunzione. Se osserviamo bene infatti i due corpi paiono distaccarsi dal suolo, e assieme raggiungere il Padre. Pietà dell'Opera del Duomo o Pietà Bandini (courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, Ph Antonio Quattrone) Calco della Pietà Rondanini (Ph Marco-Tullio e Mauro Magliani - courtesy Musei Vaticani)

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