L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-7-2022

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GIOVEDÌ 7 APRILE 2022 www.italoamericano.org 40 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO A Gorizia dove si respira l'atmosfera sospesa delle città di confine, con una lunga e travagliata storia alle spalle D ove oggi Gorizia si distende, dal I secolo a.C. sorgevano due villaggi romani, Castrum Silicanum e Pons Aesontii, come indica la Tavola Peutingeriana, copia d'una carta romana con le anti- che vie militari dell'Impero. Lì, sulla via Gemina, nel punto in cui veniva attraversato l'Isonzo, c'era una stazione di posta che il governo romano riservava a dignitari e ufficiali, in viaggio per ragioni di stato. Intorno a tali strutture sulle vie consolari e militari romane si sviluppavano solitamente centri abitati. Queste furono le origini del- l'attuale Gorizia, allora confine con l'antica provincia romana del Norico. Per trovare la prima citazione della città bisogna però aspettare l'anno 1001, quando Gorizia compare in una donazio- ne dell'imperatore Ottone III con la quale si cedeva in parti uguali il castello di Salcano e la villa denominata Goriza a Giovanni, patriarca di Aquileia, e a Guariento, conte del Friuli. Dal 1090 la città venne gover- nata dai Mosburg, poi dai Lurngau, sviluppandosi ed accre- scendo la popolazione, costituita da friulani, giuliani, tedeschi e sloveni. La potenza militare dei Conti di Gorizia, unita ad una politica matrimoniale, permise alla Contea, nel periodo di mas- simo splendore tra il Duecento e la prima metà del Trecento, d'e- stendersi su gran parte del norde- st italiano, comprese le città di Treviso e Padova, parti dell'at- tuale Slovenia, dell'Istria, del Tirolo e della Carinzia. tativo veneziano di riappropriarsi della città, risultò vano. Occupata militarmente nel 1508 per sedici mesi, fu abbandonata dalla guarnigione veneta dopo la disastrosa sconfitta subita dai veneziani ad Agnadello, ad opera dei Francesi. Da allora Gorizia farà parte dei domini asburgici, come capitale della Contea, entrando a metà dell'Ottocento a far parte del Litorale Austriaco. Suoi conti saranno gli stessi imperatori asburgici, fino al 1918. Durante la Prima Guerra mondiale, con enormi sacrifici di vite umane, le truppe italiane entrarono una prima volta a Gorizia nell'agosto del 1916. Nella cruenta battaglia del 9 e 10 agosto, sul monte Podgora, per- sero la vita quasi 52mila soldati italiani e dalla parte austriaca ne morirono circa 41mila. Fu uno dei più grandi massacri di quella sanguinosissima guerra. Persa nel 1917 a seguito della rotta di Caporetto, la città venne ripresa dall'esercito italiano il 7 novem- bre 1918. Fu teatro di scontri sanguinosi anche durante la Seconda Guerra mondiale. Al termine del conflitto, con il trat- tato di pace, Gorizia dovette cedere alla Jugoslavia tre quinti del territorio, ma il centro storico e gran parte dell'area urbana restarono italiani. Dovette subire l'oltraggio del muro che la separava dalla Jugoslavia oltre-cortina, in base alla divisione per aree d'influen- za scaturite dal trattato di Yalta. Gorizia divenne una "piccola Berlino" ante litteram. Il confine attraversava una zona della città, lasciando nella parte non italiana anche molti edifici e strutture di pubblica utilità, tra cui la stazio- ne di Gorizia Montesanto, sulla linea ferroviaria Transalpina che collegava la città all'Europa Centrale. La piazza davanti la stazione, divisa tra le due nazio- ni, dal 2004 è tornata visitabile con l'abbattimento della rete confinaria dopo l'entrata della Slovenia nell'Unione Europea. L'eliminazione del "muro" divi- sorio ha consentito di "liberare" le relazioni in territorio sloveno con la moderna città di Nova Gorica, costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso. Dal 21 dicembre 2007, con il trattato di Schengen, le città di Gorizia e Nova Gorica sono finalmente senza confini. Il lega- me sempre più forte che le uni- sce ha consentito alle due città d'avviare un significativo pro- cesso di sviluppo, nel segno della reciproca collaborazione fra Italia e Slovenia. A Gorizia si respira l'atmo- sfera sospesa, tipica d'una città di confine, con un grande fer- mento economico e sociale, orgogliosa di mostrare le sue tante bellezze. Il Castello medievale, con l'incantevole borgo, è un gioiel- lo. Dai suoi spalti la vista può spaziare sulle dolci distese di colli e la città dove convivono architetture medievali, barocche e ottocentesche. La borghesia asburgica amava Gorizia per il suo clima mite: era chiamata la "Nizza austriaca". Il clima e il contesto ambien- tale ne fanno un luogo ameno. Incantevoli i suoi parchi: il Parco Piuma sul fiume Isonzo, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg e il Parco Viatori. Grandi gli spazi dedicati alla cultura, con tanti musei, come il Museo della Moda, il Museo della Grande Guerra, la Collezione Archeologica, il Museo del Medioevo Goriziano e la Pinacoteca di casa Formentini. Fra i molti palazzi storici della città emergono il Palazzo della Torre, Palazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg. La storia della comunità ebraica di Gorizia è raccontata nel Museo Sinagoga Gerusalemme sull'Isonzo. Sulle alture della città si trova infine l'Ossario di Oslavia. Raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Gorizia ottenne il rango di città con il regno di Enrico II (1304-23). Nel primo '400, con l'assorbimento alla Repubblica di Venezia del Principato patriar- cale di Aquileia, i conti di Gorizia chiesero al Doge l'inve- stitura feudale, riconoscendosi vassalli della Serenissima. Nel 1500 Leonardo, ultimo conte rimasto senza discendenti, alla morte lasciò la contea in eredità a Massimiliano I d'Asburgo. L'atto, non valido per il diritto internazionale del tempo (per il fatto che la Contea aveva vincoli di vassallaggio alla Repubblica veneta), spinse la Serenissima a denunciare la violazione per canali diplomatici. Ma ogni ten- GOFFREDO PALMERINI Castello e cappella di Santo Spirito a Gorizia (Ph© Lianem | Dreamstime.com)

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