L'Italo-Americano

italoamericano-digital-4-7-2022

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GIOVEDÌ 7 APRILE 2022 www.italoamericano.org 41 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Palazzo Pretorio a Prato ospita uno splendido museo dove ammirare capolavori di Donatello, Filippo e Filippino Lippi, Bernardo Daddi e Giovanni da Milan (Ph© Sergey Dzyuba | Dreamstime.com) S i possono ammirare opere di Donatello, Filippo e Filippino Lippi, i polittici di Bernardo Daddi e Giovanni da Milano, le pale d'altare di Santi di Tito e Alessandro Allori e la gipsoteca di Lorenzo Bartolini. Uno scrigno che è stato un testi- mone silenzioso della storia della città toscana di Prato. E' l'edifi- cio che ospita il Museo di Palazzo Pretorio e le sue mura raccontnoa oltre settecento anni di storia. Le prime notizie dell'edificio come palazzo pubblico risalgono al 1284, quando il Capitano del Popolo Francesco de' Frescobaldi ne fece l'abitazione dei magistrati. Il primo nucleo fu ampliato nel Trecento, dando forma a uno dei più raffinati palazzi pubblici del Medioevo. Col crescere della città il palazzo venne trasformato e adattato alle nuove esigenze e funzioni: il suo aspetto attuale è la sintesi dell'al- ternarsi degli stili architettonici e dei continui rimaneggiamenti della sua struttura. Nell'Ottocento, anche per gravi problemi statici perse importanza, rischiando addirittu- ra di essere demolito. Gli impo- nenti restauri e rifacimenti com- portano un nuovo uso della strut- tura che divenne nel 1912 sede della Galleria Comunale. Risale al 1954 il nuovo alle- stimento rimasto sostanzialmente invariato fino all'ultimo, com- guono fino al 1940, quando il Museo viene chiuso a causa della guerra e le opere spostate in luo- ghi più sicuri. La successiva ria- pertura è del 1954 e tra le mostre organizzate in questo periodo due soprattutto meritano di esse- re ricordate: quella del 1955 curata da Federigo Melis sugli straordinari documenti dell'ar- chivio Datini, inaugurata da due presidenti della Repubblica, il neo eletto Giovanni Gronchi e l'uscente Luigi Einaudi; e la prima grande mostra dedicata a Lorenzo Bartolini nel 1978, a cura di Anna Maria Petrioli Tofani ed Ettore Spalletti. Mentre si concludono i restauri e la riprogettazione del museo, dopo la chiusura del 1998, la collezione si arricchisce: nel 2010 con l'acquisto del Crocifisso di Filippino Lippi; nel 2011 con la donazione Lipchitz e nel 2012 con le pale di Santi di Tito e Alessandro Allori donate da Angela Riblet. Del 2013 è la riapertura del restaurato palazzo, con l'esposizione Da Donatello a Lippi. Officina pratese, la prima grande mostra sul Rinascimento a Prato, mentre nell'aprile 2014 si inaugura finalmente l'attuale allestimento del Museo. Più recentemente (2021) le collezioni comunali vengono impreziosite grazie alla donazione, da parte di Sandra e Carlo Palli, di due opere di Yves Klein e Michelangelo Pistoletto. plessivo restauro, avviato nel 1998 e concluso nel 2013 che lo ha restituito al suo ruolo presti- gioso: custode di opere d'arte ma anche forziere delle memorie e delle vicende storiche di Prato. Negli splendidi spazi di Palazzo Pretorio si può ammirare una collezione di capolavori for- mata nei secoli grazie ad artisti come Bernardo Daddi, Giovanni da Milano, Donatello e Filippo Lippi, come i pratesi Filippino Lippi e Lorenzo Bartolini. Le sale del museo sono arricchite da affreschi, stemmi dipinti, statue e altri ornamenti lapidei, testimo- nianza delle varie destinazioni nel corso dei secoli. Al piano ter- reno, nelle sale dedicate all'acco- glienza del pubblico, si conserva lo stemma trecentesco in pietra col Cavaliere, l'insegna più anti- ca del Comune, ritrovato nei lavori del 1926. Al piano terra del museo tro- viamo oggetti, dipinti e pannelli introducono il viaggio nella sto- ria della città, si trovano il Forziere ligneo con gli emblemi della Repubblica, del popolo fio- rentino, di Prato e dei suoi quar- tieri, lo Scudo del pittore fioren- tino Zanobi Poggini, con i sette stemmi delle più importanti isti- tuzioni assistenziali cittadine e dipinti, come la Visione di san Filippo Neri, dipinta da Orazio Fidani che celebra la concessione alla città toscana dell'agognato titolo di diocesi e di città, ottenu- to nel 1653. Il primo piano è dedicato alle opere dal Trecento al Quattrocento, con i grandi Polittici, tra cui la spettacolare macchina d'altare di Giovanni da Milano, e con i capolavori di Filippo Lippi e dell'Officina pra- tese, una pagina cruciale del Rinascimento. Una sala è intera- mente dedicata alla Sacra Cintola. Il secondo piano ospita le opere fra il Cinquecento e il Settecento; le grandi Pale testi- moniano la presenza in città di conventi, chiese e oratori, con opere del Poppi, Santi di Tito e Alessandro Allori ma anche i dipinti di Maestri come Battistello Caracciolo, Cecco Bravo e Mattia Preti. Nel mezza- nino fra il secondo e il terzo piano è allestita una selezione di opere della collezione Martini, raro esempio di cabinet d'art di gusto settecentesco. Il salone del terzo piano, ristrutturato agli inizi del Novecento con una solenne copertura lignea a capriate, è dedicato a Ottocento e Novecento, vi si trovano le opere di Lorenzo Bartolini, formidabile interprete del naturalismo a livel- lo europeo, in stretto dialogo con quelle di Jacques Lipchitz, Yves Klein e Michelangelo Pistoletto, protagonisti dell'arte del Novecento. Buona parte della storia del storia del Museo è legata alle collezioni e inizia nel 1788, quando il granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena pro- pone di raccogliere nel Palazzo Comunale un primo nucleo di dipinti provenienti dai monasteri e dagli oratori soppressi con l'in- tento illuminista di educare all'arte i giovani della Scuola comunale del Disegno. La pinacoteca civica nasce però solo settant'anni dopo, nel 1858, in due sale del Palazzo Comunale e si compone di tren- tacinque opere, tra le quali i polittici di Giovanni da Milano e Bernardo Daddi, la Madonna della Cintola e la Madonna del Ceppo di Filippo Lippi, la Pala dell'Udienza di Filippino. Tra il 1866 e il 1900 la collezione si arricchisce grazie a ulteriori acquisizioni e alle prime dona- zioni. Negli spazi espositivi del Palazzo Comunale, nel frattempo ampliati e riorganizzati, arrivano la predella con le Storie della Sacra Cintola di Bernardo Daddi, la Natività di Filippo Lippi e, dallo Spedale Misericordia e Dolce, la collezione Martini con un consistente nucleo di dipinti del Seicento e Settecento. Il 27 aprile del 1912 viene inaugurata la nuova sede della galleria comunale, la collezione continua ad arricchirsi. Nel 1926 è affidato al Museo in deposito statale un primo nucleo di modelli in gesso dello scultore pratese Lorenzo Bartolini. Mostre ed esposizioni si susse- Basta entrare a Palazzo Pretorio per fare un viaggio lungo 700 anni tra i capolavori d'arte e la storia di Prato

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