L'Italo-Americano

italoamericano-digital-6-2-2022

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GIOVEDÌ 2 GIUGNO 2022 www.italoamericano.org 36 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | SOCIETÀ & CULTURA PERSONAGGI PATRIMONIO TERRITORIO Da Monte Elmo al rifugio Larice: profumo di resina nella natura incontaminata altoatesina S entieri in alta quota a oltre 2000 metri e poi giù, in cammino verso la quiete del Rifugio Larice (Lärchenhütte). Viaggio nel Veneto montano, attraversando il cuore del Cadore, fin oltre Padola, e quindi superando anche passo Monte Croce per entrare in Alto Adige. Pochi minuti di guida tra boschi e tornanti, finalmente posso spegnere il motore a Sesto (Sexten, Bolzano). Una giornata di sole è fondamentale per godersi un'escursione fino al Monte Elmo (2043 metri), salen- do per oltre quattrocento metri con la funivia. Lo ammetto, non sono a mio agio quando i piedi non toccano terra. Ancora un po' contratto, inizio l'escursione. La porta si chiude automaticamente. Inizio a guardare giù, sotto di me. Fa niente se ho le vertigini, insisto con il monitoraggio pano- ramico. È uno spettacolo. Le case si fanno più piccole. Sesto è ancora più bella da quassù. Ordinata. Con i tetti delle case a V e le terrazze ornate di fiori. Più saliamo e più la vegeta- zione si fa diversa. Diminuisce "la mano dell'uomo" e si vede il meraviglioso lavoro di Madre Natura. L'ombra della funivia si espande sulle radure sotto di noi, in mezzo al bosco e sulle creste dei pini. Passa ancora qualche minuto, e finalmente vedo la sta- zione di arrivo. La funivia si aggancia. Possiamo scendere. Siamo arrivati a Monte Elmo. La giornata è magnifica. A fianco della stazione di risalita è stato allestito un piccolo parco giochi per i più piccoli. Mentre i grandi consultano le cartine per scegliere il sentiero e iniziare l'e- scursione, i bambini se la spassa- no un po'. Guardo con curiosità le grandi indicazione dipinte sul legno: S. Candido, Versciaco, il circuito Monte Elmo, il rifugio La funivia che in Alto Adige risale Molte Elmo offre paesaggi mozzafiato (Ph Luca Ferrari) Gallo Cedrone (2150 m). La mia decisione punta su quest'ultimo. La strada è breve. Una ventina di minuti, ma intensi. Bastano poche decine di metri ed ecco scorgere qualche temerario in volo col parapendio. Una corsa e poi il salto. Là, nel vuoto. Attaccati a un paracadute. "Se vuoi il massimo, devi essere pronto a rischiare il massimo" ammoniva il surfista Bodhi (Patrick Swayze) all'amico Johnny Utah (Keanu Reeves) nell'indimenticabile Point break (1991, di Kathryn Bigelow). Rimango estasiato ad ammi- rare queste autentiche libellule umane. Davanti a me intanto, ho i prodigi della Natura e del meti- coloso lavoro del tempo e degli agenti atmosferici. Da sinistra si susseguono il Col di Colesei, la Pala di Popera, la Croda Rossa (2965 m.), Cima Undici (3092 m.), Cima Dodici (3094 m.), Cima Uno (2699 m.) e le altre vette. Gli spazi sono aperti. D'inverno qui si scia. Il Monte Elmo è la più grande area sciistica dell'Alta Pusteria, ama- tissima anche dai veneti, e poco distante dal Comelico. Arrivo al primo rifugio. Immancabile, prendo il timbro per stamparlo su una sorta di libretto da viaggio. Scruto il sole alto. Potrei conti- nuare la salita per un bel pezzo arrivando fino al rifugio Sillianer Hütte (2247 m), per poi divertir- mi a ballare con un piede in Italia e l'altro in Austria. La cre- sta è proprio sul confine. Un'altra volta, magari. Oggi scelgo il relax. Torno indietro e una volta arrivato di nuovo a Monte Elmo, imbocco un'altra strada immersa nel bosco che mi condurrà diritto al Rifugio Larice. Una baita con cui colora- re una favola davanti al caminet- to. Un posto dove, a vederlo, pare d'incontrare i protagonisti di Heidi (1880), il celebre romanzo realizzato dalla scrittri- ce elvetica Johanna Spyri. Il suono dei campanacci delle vac- che accompagna il mio cammi- no. L'odore della resina degli alberi è un piacere per vista e olfatto. La strada è tutta (e molta) in discesa. Poi, d'improv- viso, qualche belato. Siamo già in prossimità del rifugio Larice (1850 m s.l.m.), immerso in una placida radura. A darmi il benvenuto le caprette, un gruppo di tacchini e leprotti. E anche qui, in mezzo al bosco, uno scivolo e un paio di altalene per i più piccini. Un giorno toc- cherà a loro occuparsi di tutto ciò e preservarlo. Fra montagne stu- pende, animali da stringere e coccolare, la tipica cucina altoa- tesina con canederli, strudel e succo di mela, il vento che into- na il suo jodel più umano. LUCA FERRARI

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