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GIOVEDÌ 17 APRILE 2025 www.italoamericano.org 38 L'Italo-Americano ITALIAN SECTION | NOTIZIE SPORTIVE CALCIO MOTORI ALTRI SPORT CAMPIONATO DI SERIE A CAMPIONATO DI SERIE B I RISULTATI PROSSIMI INCONTRI Ribaltone in casa Juventus: lascia Thiago Motta, la panchina passa a Igor Tudor STEFANO CARNEVALI D oveva essere l'anno della rifondazione. Il progetto targato Giuntoli-Motta avrebbe dovuto riportare la Juventus in alto, attraverso la strada del bel gioco e del virtuo- sismo di bilancio (riducendo il monte ingaggi). Ma, a 8 giornate dalla fine del Campionato (l'ulti- ma panchina di Motta è stata al ventinovesimo turno), se l'obiet- tivo 'economico' sembrava vici- no, quelli sportivi parevano ampiamente compromessi. Non sono bastati i 13 acquisti effet- tuati (con una spesa complessiva di oltre 234 milioni), né la fidu- cia più volte ribadita dalla società: il progetto-Motta si è inabissato dopo 42 partite (18 vittorie, 16 pareggi e 8 sconfitte) caratterizzate da delusioni, che hanno relegato la Juventus al quinto posto in classifica - dopo le cocenti (vista la caratura degli avversari e la dinamica delle par- tite) eliminazioni dalla Champions e dalla Coppa Italia. MISSIONE DI ROTTURA - Thiago Motta era sbarcato a Torino, dopo l'impresa compiuta lo scorso anno in quel di Bologna (clamorosa qualificazio- ne alla Champions League attra- verso un gioco entusiasmante, che aveva consentito la valoriz- zazione di numerosi giovani cal- ciatori), con il compito preciso di rompere con il passato 'non-gio- chista' e - recentemente - povero di risultati che aveva caratteriz- zato l'ultima gestione di Allegri. Un azzardo, visto il DNA bian- conero, che da sempre è focaliz- zato solo sulla vittoria (non a caso, la Juventus ha come motto l'aforisma bonipertiano "Vincere non è importante. È l'unica cosa che conta"). IL GIOCO CHE NON DECOLLA - Motta, in questo senso, non ha deluso le aspettati- ve: fino all'ultima partita in bian- conero ha seguito rigorosamente le proprie convinzioni, cercando di mettere sempre in pratica i propri principi di gioco. Solo che questi, se si eccettuano alcune partite in avvio di stagione, non hanno mai funzionato. Il posses- so palla infinito e sterile; la man- canza quasi assoluta - per scelta! - di verticalizzazioni; le transi- zioni 'lente e di squadra'; i tanti giocatori schierati in posizioni funzionali agli schemi dell'alle- natore, ma poco consone alle loro caratteristiche; le difficoltà nel gestire (e rifornire) una prima punta 'classica' come Vlahovic (che, tra l'altro, fino a gennaio non aveva un sostituto): queste le principali fragilità del 'sistema- Motta', che hanno impedito alla Juventus di decollare. Eppure, si diceva, in avvio di stagione la Juve aveva illuso: il rendimento era buono ma, paradossalmente, più per l'impenetrabilità difensi- va (primo gol subito solo alla settima giornata), che per la pro- posta offensiva. IL CROLLO DEL FORTINO - Quando - anche a seguito del gravissimo infortunio di Bremer - anche il fortino difensivo bian- conero ha perso punti di riferi- mento ed è crollato, Motta si è trovato con un pugno di mosche in mano: la squadra faticava ad assimilare i suoi principi e si era riscoperta fragile e vulnerabile. La Juventus è così entrata in un filotto di pareggi consecutivi (quelli stagionali, al momento dell'esonero, erano 13: record nei top 5 campionati europei) che hanno causato un ritardo in clas- sifica sempre più marcato e hanno sfilacciato ulteriormente l'ambiente. ILLUSIONE E COLPO DI GRAZIA - Le operazioni sul mercato invernale (su tutte il discusso arrivo in prestito di Kolo Muani, che sembrava aver risolto 'l'equivoco' Vlahovic) avevano però ridato fiducia CONTINUA A PAG 39