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14 L'Italo-Americano www.italoamericano.com Il centro storico di Quistello, nel Mantovano Quistello, comune lombardo di 5.893 abitanti della provincia di Mantova. Adagiato sulla riva destra del fiume Secchia, deriverebbe il nome dal Custellum, un emissario del Po Vecchio che scorreva a fianco dell'abitato e lo delimitava sul lato settentrionale. Il toponimo "Custello" compare nel celebre atto di donazione, risalente al 1007, con cui Tedaldo di Canossa dona il territorio, il castello e la chiesa a San Benedetto, segnando la fondazione di un importante monastero. Il territorio ha poi rilevanza archeologica come hanno mostrato i recenti scavi che hanno portato alla luce insediamenti tardoantichi e romani, in particolare nella frazione di Nuvolato, e gli studi effettuati nell'area del vecchio castello dove sono stati ritrovati pregiati reperti di ceramiche rinascimentali. La zona di Quistello restò di proprietà della famiglia Gonzaga fino al 30 giugno 1708 (Dieta di Ratisbona) per poi passare agli austriaci e seguire le sorti storiche degli altri Comuni mantovani. Il 15 settembre 1734 in località Gaidella avviene un sanguinoso scontro tra i gallo-sardi e gli austriaci, la Battaglia di Quistello, evento da inserirsi tra le guerre per la successione del trono di Polonia. Gli austriaci hanno la meglio in questa battaglia, ma nel successivo scontro del 19 settembre 1734 a Guastalla restano sconfitti e ripiegano in Tirolo. Le vicende belliche della guerra di successione polacca si concluderanno nel Trattato di Vienna del 18 novembre 1738. Quistello ha subìto notevoli danni dai terremoti dell'Emilia del 2012, sia nel sisma del 20 maggio che in quello del 29 maggio 2012. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico sono stati resi inagibili la maggioranza degli edifici pubblici come la Chiesa Parrocchiale e le altre chiese di frazione, il Municipio, il Centro Culturale, il Palazzetto dello Sport, la Casa del Balilla, il Museo nella frazione di Nuvolato nonché le scuole dell'Infanzia, Primaria e Secondaria. Circa 400 le abitazioni dichiarate inagibili per un totale di circa 500 sfollati. GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2013 Veduta aerea del piccolo ma caratteristico paese di Rapagnano Il borgo di Precacore a monte di Samo Rapagnano, comune marchigiano di 2.060 abitanti della provincia di Fermo. Si fa risalire l'etimologia del nome Rapagnano al fatto che sulla sommità del colle del paese sarebbe sorto un tempio dedicato al dio Giano. Rapagnano è citata in alcuni scritti dello storico Plinio il vecchio. Nel 1880 nel paese vennero trovati reperti romani e preromani. Nel medioevo c'è stato un castello alle dipendenze di Fermo. Dichiaratamente filopapale come dimostrano i merli guelfi dei suoi torrioni, si trovò spesso in contrasto con Montegiorgio. Intorno al 600-700 un terremoto ha costretto il paese ad una ricostruzione con l'ampliamento della piazza e la ricostruzione di alcune chiese e del palazzo comunale. Molto nota è la Banda di Rapagnano di cui non si conosce tuttavia, l'anno a cui risale la formazione del primo nucleo bandistico ma in un vecchio diario si narra che nel 1861 la banda tenne un concerto nella pubblica piazza. È poi certo che il "Corpo Bandistico città di Rapagnano" fu sciolto in seguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Altri documenti testimoniano che nel 1924 la banda si era già ricostituita, partecipando a molte feste patronali e patriottiche, scandendo così, con la musica, i lenti passi della vita sociale del paese. Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, il gruppo si sciolse e nel 1950 conobbe nuova vita per alcuni anni. Solo nel 1986 i vecchi strumenti furono rispolverati e fu ricreato un complesso che oggi vanta circa 40 musicisti. Dal 2000 la Banda partecipa a feste religiose e patriottiche, a rassegne e concerti, organizza ogni anno corsi d'orientamento musicale per le varie sezioni strumentali. Nel 2006 si è classificata al primo posto alla IX edizione del concorso "La Bacchetta d'Oro" con un repertorio costituito da marce, brani di musica popolare, folclorica e brani originali di stile moderno. Tra le personalità legate a Rapagnà, come si chiama il paese in dialetto fermano, c'è papa Giovanni XVII. Al secolo Siccone Secco, fu il 40º papa della Chiesa cattolica dal 13 giugno 1003 al 7 dicembre dello stesso anno. Samo, comune calabrese di 839 abitanti della provincia di Reggio Calabria. Dista 91 km dal capoluogo ed è situato sul versante sud-orientale dell'Aspromonte. Il paese, secondo la tradizione, sarebbe stato fondato nel 492 a.C. da coloni greci provenienti dall'isola di Samos (Grecia), scappati per sfuggire alle incursioni dell'esercito del re Dario I di Persia, secondo quanto racconta E-rodoto. I coloni arrivati sulla costa ionica, si diressero verso l'interno, a ridosso della Fiumara La Verde, in località Rudina, nel territorio di Locri Epizefiri. Presto la città s'ingrandì molto, estendendo i suoi confini da Capo Bruzzano all'odierna Gerace. Poi si costruì un grande porto per collegare la città di Samo alle isole greche più vicine: in virtù dell'attività marinara, portuale e commerciale ha un notevole sviluppo sociale e culturale e diventa un crocevia importante nel cuore dello Ionio. Si ritiene che Samo abbia dato i natali al noto scultore Pitagora di Reggio, e come sostengono alcuni storici del passato, a Protagora, Aristarco, Epicuro, Cicerone e Tommaso d'Aquino. Il paese attraversò un periodo di decadenza dopo la Seconda Guerra Punica. In seguito, durante la dominazione spagnola dei Borboni fu feudo dei Marullo. Subì ripetute distruzioni sismiche. Il terremoto peggiore, che ridusse in modo consistente il numero della popolazione, si verificò nel 1638. Solo una casa rimase intatta. La leggenda vuole che da lì si potesse vedere tutto ciò che la natura aveva provocato. E da quella casa si levò l'urlo di una donna: "Mi Crepa il Cuore", gridò. Da cui "Crepacore" quale nuovo nome di Samo, poi mutato in "Precacore" e con il quale Samo fu conosciuto fino al 1911. Il patrono di Samo è San Giovanni Battista, celebrato il 29 agosto. La storia riguardante le celebrazioni del santo, è antica e radicata. Le tradizioni risalgono all'antica processione, che si svolgeva nelle piccole, tortuose viuzze del paese di Precacore. Ancora oggi, la statua che viene usata per le celebrazioni, è quella di centinaia di anni fa, rinomata per i continui prodigi. A Cortona un interscambio tra artisti per omaggiare il pittore Severini lIlly MAgI Un evento tutto dedicato alle arti visive animerà dal 14 al 29 settembre, il Centro Storico di Cortona, bella cittadina toscana appoggiata su un colle ai confini con l'Umbria. L'iniziativa è denominata "Omaggio a Gino Severini - Premio internazionale città di Cortona" ed è finalizzato a promuovere interscambi culturali, di idee, di amicizia fra quanti amano e operano nel mondo delle arti figurative per sostenere progetti più importanti e fortunati. La scelta di dedicare la manifestazione a Severini non è casuale. Il noto pittore, cortonese di nascita, se non avesse conosciuto nella sua vita di artista personaggi come Balla o Picasso, tanto per citare "qualcuno", non sarebbe probabilmente diventato quello che oggi è. Forse sarebbe ricordato solo come un bravo artigiano del colore. In sostanza, i componenti del Circolo Severini vogliono con questa iniziativa, oltre che rendere omaggio al grande artista, creare un momento di grande coesione fra tanti artisti provenienti da ogni dove, proprio per imparare da ognuno qualcosa di nuovo e di più, al fine di portare avanti o di sviluppare possibilmente un discorso artistico nuovo ed importante. Il tutto si svolgerà nella suggestiva cornice di Palazzo Vagnotti, location molto ambita e che ospita ogni anno, e da oltre cinquanta, la Palazzo Vagnotti a Cortona Cortonantiquaria. Per i partecipanti sono previsti anche dei premi e, per i primi cinque, una personale pro capite da svolgersi nel 2014 e in sedi istituzionali. Poi ci saranno dei volumi preziosi che trattano di storia, di archeologia e di arte. A tutti sarà consegnato un attestato di partecipazione. La consegna dei riconoscimenti sarà effettuata sulla base di un giudizio espresso da una giuria che sarà composta da esponenti delle istituzioni patrocinanti, da un artista del luogo e da due critici d'arte: Liletta Fornasari e Gilberto Madioni, quest'ultimo recentemente impegnato nell'ambito della mostra internazionale del cinema di Spoleto. La manifestazione sarà arricchita con alcuni intrattenimenti sempre legati alla cultura, ovvero: tre pomeriggi alla poesia, uno alle letture tratte dalla vita di Gino Severini e un'ultima alla musica. Nella giornata inaugurale è prevista anche la presenza della figlia di Severini, Romana, e il tutto si concluderà con un buffet in un hotel della città. Cortona sorge su un poggio toscano ai confini con l'Umbria Vernissage artistico per celebrare il pittore cortonese Gino Severini