L'Italo-Americano

italoamericano-digital-9-26-2013

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GIOVEDÌ 26 SETTEMBRE 2013 La Vignetta della Settimana L'attesa di Renzo Badolisani ELIO E KEVIN, IL GIGLIO TRISTE All'isola del Giglio, tra le case davanti al relitto della Concordia o quelle che, tra i vicoli, si inerpicano sulla collina, li conoscono tutti, da quasi un anno e mezzo. Gli abitanti dell'isola li salutano, cercano di dar loro conforto, dicendo anche frasi di circostanza. D'altronde cosa dire a uomini che hanno perduto i loro cari e non hanno ancora una tomba per piangerli? Elio è un professore di fisica, è risalito dalla Sicilia fino al Giglio la scorsa settimana, quando la Concordia si è rialzata, d'incanto, trascinando nuovamente a quella notte senza senso, nel gennaio del 2012, che l'ha afflosciata come un boxeur alle corde. Elio, assieme alla figlia Stefania - una delle scampate al naufragio - aspetta notizie del ritrovamento del corpo (o di ciò che è rimasto) della moglie, Maria Grazia, salita sulla Concordia per vivere un settimana senza stress, godendosi il mare d'inverno e le bellezze del tragitto. Era con la figlia, Maria Teresa: l'ha messa in salvo ed è stata poi inghiottita da un destino infame. I sommozzatori dicono che il suo corpo potrebbe essere stato coperto dalla parte della nave sommersa e che, adesso, sollevata metà della Concordia, qualcosa dovrebbe essere recuperato. Kevin, invece, è un ragazzo indiano che parla benissimo la nostra lingua. Risiede in Italia ed è fratello di Russell, un cameriere - uno dei tanti - che lavoravano su un'autentica città galleggiante. Anche Kevin - camminando nervosamente sul molo del Giglio - riservando sguardi commossi alla grande nave che non c'è più, aspetta un cenno. Che non è di speranza, ma di autentica pietà. Maria Grazia, mamma italiana, e Russell, cameriere che si guadagnava da vivere lontano dalle proprie cose, sono gli unici due dispersi della Concordia. Trentadue vittime, ha recitato il bollettino finale di una tragedia che ancora aspetta - dall'esito del processo in corso - di conoscere la catena delle responsabilità. Trenta di loro sono stati sepolti, anche dopo mesi. Per due di loro, Maria Grazia e Russell, niente di tutto ciò. Uno strazio infinito per le due famiglie, che ancora - stando così le cose – non hanno potuto elaborare quel lutto. Elio, tra qualche giorno, tornerà a Ragusa: l'anno scolastico è iniziato, lui è legatissimo ai propri alunni. Restare al Giglio gli sembra quasi un tradimento verso la professione e la scuola che ama. A cosa serve restare, poi? Appena i soccorritori avranno qualche notizia certa da comunicargli lo informeranno. Ci sono anche robot acquatici che solcano le onde del Tirreno per individuare qualcosa che, sia pure lontanamente, ormai, possa essere accostato a due vite umane, evaporate così, senza un perché. Kevin quasi ringrazia chi cerca di dargli conforto: è la saggezza indiana a renderlo meno vulnerabile. Si accontenterebbe anche di un paio d'ossa del fratello per riunirsi attorno a qualcosa e pregare. Ritrovare ciò che resta di Maria Grazia e Russell è diventato un punto d'onore per i soccorritori che hanno rialzato il gigante, ma non hanno dimenticato coloro che ancora, malinconicamente, non sono stati restituiti. L'Italo-Americano www.italoamericano.com 3 'Bocciata' la scuola italiana: aule sovraffollate e poco sicure. Basteranno 450 milioni? Lesioni strutturali in una scuola su sette, distacchi di intonaco in una su 5 e, nel corso dell'ultimo anno scolastico, 29 casi di tragedie sfiorate a causa di crolli. Un terzo delle scuole ha subito atti di vandalismo. Lo stato di manutenzione nel 39% dei casi è inadeguato, così come la qualità di vita all'interno degli ambienti scolastici, interessati più che in passato, forse per via dell'ultima annata particolarmente piovosa, da muffe, infiltrazioni e segni di umidità che colpiscono un'aula su cinque. Gran parte delle scuole è priva di barriere architettoniche: in un caso su 4 le aule sono inaccessibili a studenti in carrozzina e prive di arredi e attrezzature didattiche destinati a loro. È impietosa la fotografia scattata dall'11° Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità delle scuole italiane presentato da Cittadinanzattiva a Roma. L'Indagine ha interessato 165 istituti di 18 regioni, tutte ad eccezione di Valle D'Aosta e Liguria, ed è stata condotta da 155 cittadini monitori attraverso 446 indicatori. Risultato: una bocciatura a 360 gradi per la scuola italiana. L'indagine mostra poi un altro dato sconfortante in un periodo di crisi: nell'ultimo anno, dalle famiglie sono arrivati circa 390 milioni di euro, sotto forma di contributo volontario o donazione di materiali e beni, senza i quali la scuola non avrebbe potuto tirare avanti. "Pur apprezzando il grande sforzo compiuto dall'attuale Governo con lo stanziamento di fondi (150 milioni subito, 300 nel prossimo triennio), è poca cosa rispetto al reale fabbisogno. Basti pensare che il costo di un edificio scolastico di medie dimensioni, antisismico, energetico, a norma costa 5 milioni di euro", ha detto Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva. Tra i tanti problemi di cui soffre la scuola c'è poi il sovraffollamento. Una classe su 5 ha più di 25 alunni, dunque non è adeguata alla normativa antincendio. La sicurezza dei più piccoli non è garantita dalle strutture: 97 dei 165 edifici scolastici monitorati ospitano scuole dell'infanzia e scuole primarie, cioè bambini fra i 3 e gli 11 anni, e una scuola su quattro ha accessi diretti su strade ad alto traffico. L'ingresso non è sorvegliato costantemente nel 16% dei casi e nel 64% sono stati trovati i cancelli aperti durante le lezioni. Il 17% delle scuole non ha antiscivolo sui gradini. Il 40% dei bagni è privo di carta igienica, il 43% non ha asciugamano, il 38% è senza sapone. Le aule hanno nel 27% dei casi sedie danneggiate, nel 23% banchi rotti, nel 44% mobili o termosifoni con spigoli vivi, nel 55% vetrate non conformi. Le aree verdi ci sono nell'85% delle scuole dell'infanzia e primarie ma nel 32% non sono curate. Abitudini pericolose: un italiano su due parla al telefonino mentre guida Uno su due è al telefono mentre guida, naviga su internet o cinguetta su twitter, il 7% non allaccia le cinture ovvero 2,5 milioni di automobilisti italiani. Una recente ricerca condotta dall'Osservatorio Linear dei Servizi, che studia problematiche legate alla sicurezza stradale, ha messo in evidenza non solo le cattive abitudini degli italiani ma elencato una serie di comportamenti scorretti che mettono a repentaglio la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada. Se in Italia è ancora tutta da conquistare l'abitudine ad allacciare le cinture nei sedili posteriori, dove, ad utilizzarle sono solo il 30% degli intervistati, i dati peggiori arrivano da cellulari e smartphone: durante la guida quasi un italiano su due (47%) ammette di non riuscire a separarsene. In particolare il 21% degli automobilisti intervistati confessa di utilizzare il proprio cellulare alla guida per effettuare chiamate senza l'ausilio di auricolare o vivavoce, il 15% ammette di scrivere e leggere sms ed email o utilizzare servizi di messaggistica istantanea, l'8% cerca la strada online utilizzando internet smartphone ed un 3% di instancabili internauti rimane sempre connesso a Facebook e Twitter.

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