L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2013

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GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2013 La Vignetta della Settimana B-bomb di Renzo Badolisani BERLUSCONEIDE La saga del Cavaliere ha ripreso linfa e vigore sabato scorso quando, a sorpresa, prima del tramonto, Berlusconi ha chiesto ai Ministri del Popolo della Libertà di sfilarsi dal Governo Letta, aprendo virtualmente una ennesima crisi politica. Governo sulla graticola, squassato da venti di tempesta. Come sovente è accaduto in questi cinque mesi di stramba maggioranza, retta da esponenti dei due maggiori poli, uniti per non far soccombere il Paese, ripetendo l'odissea greca. Giorni di turbolenza per il Governo, tanto che oggi, acquistando il nostro giornale, l'Esecutivo Letta potrebbe già essere evaporato, inghiottito dalla voglia di far saltare il banco - per tornare al voto il più presto possibile - di Silvio Berlusconi, chiuso nel fortino di Arcore, spesso mal consigliato, sicuramente vendicativo nell'animo. È destino, insomma, che il futuro italiano debba essere sempre contraddistinto dagli umori del Cavaliere. Condannato in terzo grado, in attesa di conoscere, nei prossimi giorni, se il Senato lo considererà decaduto dalla funzione e dunque fuori dalla politica istituzionale, ma sempre presente nella vita italiana, tanto da orientarne gli sviluppi. Stavolta, però, i 'falchi' del Popolo della Libertà, che lo hanno esortato a rompere gli indugi, rendendo vulnerabile il Governo Letta, non hanno fatto i conti con le eminenze grigie del movimento. Quelli che non avrebbero tradito Letta, in nome delle esigenze e delle attese di un Paese in perenne crisi economica, per nulla uscito dal guado dello spread e degli assalti in borsa degli speculatori. Ha mal digerito l'invito pressante del Cavaliere il Vice-Premier Alfano, mica uno qualunque. A lui si sono accodati altri due Ministri, Quagliariello e Lorenzin. Anche il titolare del Ministro delle Infrastrutture, Lupi, ha nicchiato, non avallando minimamente la decisione di Berlusconi di mollare il Governo Letta, sognando un nuovo ritorno alle urne. C'è un rischio-scisma, insomma, in seno al Popolo della Libertà' . Con molti esponenti di spicco del movimento che, ormai a stento, comprendono le scelte del Cavaliere, tentati, chissà, di sfilarsi, di non confluire insomma nel nuovo partito che Berlusconi ha in mente, un rinnovato 'Forza Italia'. No agli estremisti, agli sfascisti, a coloro che pensano solo a distruggere, ha sommessamente fatto notare l'ala moderata del Popolo della Libertà'. Inneggiando al paventato aumento dell'Iva - che il Governo avrebbe varato a breve - Berlusconi ha ritirato la fiducia, probabilmente provando a forzare la propria situazione, con la Giunta delle autorizzazioni del Senato chiamata a breve a decidere sulla sua decadenza da senatore in virtù della condanna inflittagli dai tribunali. Sogna il ritorno alle urne, il Cavaliere, per vincere nuovamente le elezioni. Non ha considerato però l'ostracismo di Napolitano all'ipotesi ('scioglierò le Camere solo se non ci sarà un'altra alternativa'), che, oggettivamente, ricaccerebbe il Paese in una spirale di grandissima instabilità. Via il Popolo della Libertà dal Governo? Potrebbe anche nascere un Letta-bis, sorretto dal PD, dai dissidenti (una ventina) di Grillo, dai vendoliani e, chissà, dai transfughi dal Cavaliere, quelli che, stufi dei suoi umori, gli darebbero clamorosamente le spalle, aprendo paradossalmente una profonda crisi in seno al centrodestra. L'Italo-Americano www.italoamericano.com 3 Lezione di comunicazione del guru di Obama a Bari. Slaby: vincono i valori BARBARA MINAFRA Ha curato la comunicazione sui social media nelle ultime due campagne presidenziali americane che hanno prima portato e poi confermato alla Casa Bianca Barack Obama. A Bari, per un'insolita lezione universitaria su internet, trasparenza e democrazia e per un confronto tra le campagne elettorali italiane e americane, nientemeno che Michael Slaby, capo innovazione dello staff del Presidente americano. Premesso l'elogio della trasparenza che oggi offrono i social media, considerato il crollo della fiducia nella politica e il dubbio nei canali di comunicazione tradizionali che possono manipolare le informazioni, quello che serve per convicere è "un sistema di valori". I media e la tecnologia sono estremamente importanti, ma continuano a fare la differenza le persone: chi li usa per trasmettere un messaggio e chi li riceve. Un doppio filtro importante per uno scambio comunicativo efficace: la comunicazione deve essere sempre bidirezionale, mai dimenticare di ascoltare l'altro, bisogna creare rapporti orizzontali anche tra le persone che sono nella stessa stanza. Michael Slaby , capo innov azione dello staff di Barack Obama Come dire capacità di ascolto e di relazione, proprio mentre si pensa che la comunicazione mediata da chat e tweet sia fredda e asimmetrica. Occorre sensibilità. Perché se al momento di votare vincono ancora il confronto personale con parenti e amici e il caro vecchio porta a porta, a fare la differenza è il coinvolgimento, la partecipazione, la convinzione, l'entusiasmo, non l'hi-tech che è un mezzo sì strategico per la diffusione di un messaggio ma non la chiave per la vittoria. Lo dimostrano le ideologie. Sono utili, ha detto Slaby, solo se servono a trovare soluzioni alle esigenze dell'elettore: destra e sinistra non valgono più nulla, contano solo i bisogni del cittadino e i valori professati dal candidato o da un partito. Cioè tweet e app non serviranno a molto se mancherà coerenza tra il carattere del candidato, i valori che professa e le risposte che si attendono gli elettori. "La comunicazione ha senso – ha detto Slaby sul palco insieme al sindaco di Bari Emiliano – se c'è un autentico coinvolgimento" oltre a una profonda conoscenza della materia. E questo lo si vede già nel momento in cui si mette in moto la macchina della comunicazione. Se i valori sono condivisi, tutta la squadra sta sulla stessa linea: anche l'ultimo dei volontari sa cosa fare e come farlo sebbene faccia parte di un team di quasi 500 persone, come era quello che si è occupato materialmente della gestione dell'ultima, vincente, campagna elettorale di Obama. Il sindaco di Firenze incontra il newyorkese Bloomberg: il futuro riparte dalle città "Il futuro riparte dalle città!" ha scritto il sindaco di Firenze Matteo Renzi su Fb. E in effetti non va sottovalutato il ruolo metropolitano nella gestione e risoluzione dei grandi problemi di mobilità e vivibilità. A Londra è stata appena lanciata la nuova fase di "Mayors Challenge", premio voluto dalla fondazione Bloomberg Philantropies per esortare le città a generare idee innovative, utili a migliorare la qualità della vita. Il primo premio è di 5 milioni di euro, al quale se ne affiancano altri 4 "di consolazione" pari a un milione a testa. Ciascuna delle circa 600 città eu- Matteo Renzi, sindaco di Firenze ropee con più di 100mila abitanti invitate a partecipare dovrà inviare un'idea volta a migliorare i servizi per i residenti, a creare efficienza energetica o a potenziare il rapporto con la cittadinanza. A Londra Renzi ha incontrato Michael Bloomberg, sindaco di New York, oltre a Boris Johnson, primo cittadino di Londra e a quello di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz. "In Italia, in Europa, a Firenze, ci sono città con un incredibile passato, ma il compito di un sindaco è di costruirne il futuro", ha detto. "Le città sono il vero motore dell'innovazione e questo invito all'azione mi emoziona e con entusiasmo attendo di vedere Firenze e altre città leader sviluppare proposte audaci".

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