L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-3-2013

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4 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 3 OTTOBRE 2013 Risparmiare inquinando meno. Solo lo smog costa 46 miliardi l'anno all'Ue. E negli Usa si calcolano 100mila ricoveri ospedalieri in meno EMANUELE PONZO Negli ultimi anni, secondo quanto riportato dai recenti rapporti dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, in Italia e in tutti gli altri Paesi economicamente avanzati, la produzione mondiale di beni e servizi è aumentata smisuratamente generando un'eccessiva dissipazione di risorse. Sebbene l'ultimo decennio sia stato contrassegnato da un importante sviluppo tecnologico e dal rinnovamento degli impianti industriali, le attività produttive delle industrie italiane, come nel resto del mondo, continuano an- I vari settori industriali, oltre allo smisurato consumo di materie prime, come l'acqua e il suolo, generano tonnellate di rifiuti difficili da smaltire e decisamente pericolosi per la salute. Alle attività svolte dalle industrie, soprattutto da quella manifatturiera, sono imputabili circa i tre quarti dei rifiuti realizzati, invece la percentuale rimanente, circa il 25%, è ascrivibile a tutte le altre funzioni svolte quotidianamente dai singoli cittadini. L'inquinamento atmosferico, determinato in buona parte dai mezzi pesanti impiegati per il trasporto delle merci, in base alla Torino e Pianura Padana sono tra le aree più inquinate dalle polveri sottili cora a determinare, tramite l'emissione di sostanze tossiche, un impatto fortemente dannoso sull'ambiente. relazione elaborata dall'Agenzia europea dell'ambiente, oltre a quasi 400 mila morti premature, genera un costo economico pari a 46 miliardi di euro l'anno per tutti i paesi dell'Unione Europea. Comprensibilmente la popolazione residente in spazi attigui a zone fortemente industrializzate, è più esposta alle frequenti emissioni di composti inquinanti che inevitabilmente raggiungono l'organismo. Anziani e bambini, tra l'altro, rappresentano le categorie più deboli e quindi sono assoggettati ad un maggior rischio. Stando alle ultime classifiche, stilate prendendo in considerazione la qualità dell'aria e i livelli di polveri sottili, Torino compare nella classifica delle dieci città più inquinate del mondo. Mentre nessuna città americana figura tra le prime in elenco. Inoltre secondo il rapporto di Legambiente, associazione ambientalista presente da venticinque anni nel Belpaese, il capoluogo piemontese indossa la maglia nera anche in Europa per il suo elevato tasso di inquinamento atmosferico. Per tutte queste ragioni, il primo cittadino Piero Fassino, ha avviato il potenziamento del trasporto pubblico, al fine di ridurre i continui sforamenti di Pm10 e permettere ai cittadini torinesi di raggiungere, attraverso una mobilità sostenibile, i posti più lontani della metropoli. È bene ricordare, però, che lo spargimento delle polveri sottili riguarda la maggior parte dei grandi comuni italiani. In più la Pianura Padana, area dove sorgono le più grandi metropoli industrializzate d'Italia, è caratterizzata da una conformazione morfologica che rende problematica la disgregazione dei gas inquinanti. Per tutte queste ragioni, il Ministro dell'Ambiente Orlando, ha confermato il suo impegno per la riduzione di gas inquinanti e lo stanziamento di maggiori incentivi per dar vita ad un'economia sostenibile. Ha inoltre rimarcato la necessità di intervenire, con nuove disposizioni normative a tutela dell'ambiente, per ridurre le 34 procedure di infrazione che l'Europa ha avviato nei confronti dell'Italia. Anche il Presidente americano Barack Obama, proprio quando questi temi sembravano depennati dall'agenda presidenziale, a più riprese ha rinnovato il suo impegno nella lotta ai cambiamenti climatici e all'inquinamento atmosferico. Ma il Presidente degli Stati Uniti d'America, senza mezzi termini, ha anche riaffermato che ogni individuo, in nome della preservazione dell'ambiente, deve iniziare a cambiare il proprio stile di vita, perché la tutela del nostro ecosistema è una responsabilità a cui nessuno di noi si può sottrarre. Eppure migliorare la situazione è immaginabile. Difatti gli Stati Uniti hanno registrato, a partire da quest'anno, un significativo cambio di tendenza: dalla relazione annuale, denominata "State of the Air", compiuta dall'American Lung Association (Ala), è emerso che il tasso di inquinamento dell'aria delle grandi metropoli americane è diminuito notevol- Smog e pm10 pongono Torino, in Piemonte, tra le dieci città più inquinate mente. Grazie alla migliore qualità dell'aria, in America sono state sottratte alla morte quasi 200.000 vite umane e di conseguenza sono state evitate all'incirca 100.000 degenze ospedaliere. Tutto questo, a parere degli economisti statunitensi, sta a significare il risparmio di una cospicua somma di denaro che assommerebbe pressoché a 2.000 miliardi di dollari. In ogni nucleo familiare, pur mantenendo uno stile di vita dignitoso, si possono mettere in pratica accorgimenti che, se adottati da tutti, ci porterebbero ad una riduzione drastica delle emissioni di gas a effetto serra. Se adottassimo un comportamento più rispettoso nei confronti dell'ambiente, sicuramente potremmo poi ridurre considerevolmente i costi legati al degrado ambientale con un notevole risparmio di denaro pubblico. Il gasolio costa più in Italia che negli altri Stati europei BARBARA MINAFRA Nessuno paga più degli italiani quando va a fare il pieno di gasolio al distributore. Non va meglio a chi ha un'auto a benzina: solo Norvegia e Olanda fanno peggio di noi in termini di costi. In cambio però, questi Paesi offrono una mobilità sostenibile alternativa che l'Italia non ha, e salari molto più alti, per cui i ricarichi sui carburanti risultano avere un'incidenza minore sul bilancio familiare. La colpa sta non solo nelle speculazioni che interessano il costo del petrolio sui mercati internazionali (del resto il prezzo industriale del greggio raffinato è più o meno lo stesso in tutto il continente) ma nel ricarico di tasse che viene applicato. E che in Italia subirà a breve un nuovo aumento per coprire i mancati introiti causati soprattutto dalla sospensione "politica" della tassazione sugli immobili. L'imminente maggiorazione però, potrebbe avere ripercussioni sui prezzi al dettaglio. Tenuto conto che oltre l'80% delle nostre merci viaggia su gomma, non è da escludere che gli aumenti dei carburanti possano spingere all'insù i prezzi dei principali beni di consumo. Secondo una recente indagine, il caro carburanti impatta sul reddito dei consumatori per il 12,7% su base annuale. E il peso di questa percentuale si deduce se si considera che per un cit- Costano più le tasse che il greggio tadino tedesco la spesa per i carburanti assorbe il 6,5% del reddito annuale, per un francese l'impatto è del 7,7% e per uno spagnolo è dell'8%. Senza contare che in Italia si spende ben il 25% in più che nella vicina Svizzera. Una spesa "enorme" per le famiglie italiane, dice Lamberto Santini, presidente dell'Adoc (associazione a difesa dei consumatori), ma spesso inevitabile a causa della pessima mobilità, soprattutto nelle grandi città. Negli ultimi 5 anni il prezzo della verde è cresciuto mediamente del 10% l'anno, causando danni economici sia ai consumatori che alle imprese. Una situazione insostenibile che, abbinata alla crisi, ha già fatto rinunciare all'auto a molti italiani.

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