L'Italo-Americano

italoamericano-digital-10-10-2013

Since 1908 the n.1 source of all things Italian featuring Italian news, culture, business and travel

Issue link: https://italoamericanodigital.uberflip.com/i/190386

Contents of this Issue

Navigation

Page 11 of 31

12 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2013 'Chi non ha paura, muore una sola volta'. Il fortunato personaggio di Ringo dà l'addio a Giuliano Gemma VALENTINA CALABRESE Un velo si stende sopra il grande Giuliano Gemma, l'eroe del western all'italiana, che a 75 anni, ha perso la vita in un incidente stradale a Cerveteri, vicino Roma. Il lutto è immenso. Gemma era e sarà ricordato da tutti per il grande successo ottenuto come attore di spaghetti western. Ha iniziato giovanissimo a lavorare per il cinema come stunt. Nel 1958 Dino Risi inevitabilmente iniziò la sua fortuna, ingaggiandolo per una piccola parte nella commedia "Venezia, la luna e tu" con Alberto Sordi e Nino Manfredi. Gemma è scomparso a 75 anni Sempre negli stessi anni, Gemma si fece notare per il suo fisico da ex pugile e diventò un centurione per il kolossal dei kolossal, "Ben Hur" di William Wyler. La vera popolarità però arrivò poco dopo con "Il Gattopardo" di Luchino Visconti e soprattutto grazie al filone degli intramontabili spaghetti western. Attraente cowboy, Gemma, ha lavorato con registi come Duccio Tessari, Tonino Valerii, Sergio Corbucci. "Un dollaro bucato", "I lunghi giorni della vendetta", "Per pochi dollari ancora". E ancora, "Una pistola per Ringo", "Il ritorno di Ringo" di Duccio Tessari, "Adiós gringo" di Giorgio Stegani e "Arizona Colt" di Michele Lupo. Qualche volta utilizzò il nome d'arte Montgomery Wood e fu cowboy anche in coppia con Bud Spencer in "Anche gli angeli mangiano fagioli", e con Ricky Bruch in "Anche gli angeli tirano di destro". Non finisce qui, Gemma non fu solo capace di fare il cowboy o il centurione, e lo ha dimostrato grazie a film più impegnati come "Il deserto dei Tartari" di Valerio Zurlini del 1976, forse la sua migliore interpretazione. E poi "Delitto d'amore" di Comencini, "Il prefetto di ferro" di Pasquale Squitieri e "Un uomo in ginocchio" di Damiano Damiani. Negli anni Ottanta è comparso in "Tenebre" di Dario Argento e in "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli. Nel 1985, dopo un lungo periodo di film impegnati, Giuliano Gemma, risentì il richiamo della frontiera, offrendo il suo volto per la rappresentazione del celebre personaggio dei fumetti Tex Willer in "Tex e il signore degli abissi", in cui ha rinnovato il sodalizio con Tessari. Dalla fine degli anni Ottanta a oggi, il nostro attore, ha lavorato soprattutto in produzioni televisive, come "Il capitano", "Butta la luna" e la terza stagione della fiction Rai "Capri". Gemma era un uomo pieno di Gli Spaghetti Western crearono la sua fortunata carriera La sua carriera, che conta oltre cento film e premi di prestigio, lo rese popolare con l'interpretazione di Ringo entusiasmo e di passioni, come quella della scultura che portava avanti da sempre e di recente, ospite al Giffoni Film Festival, dove si scoprì amato e molto conosciuto anche tra i bambini e il pubblico più giovane, stupì per una sua risposta alla domanda di come si facesse a non invecchia- re mai. "L'entusiasmo per la vita - aveva risposto - l'interesse per tante cose e soprattutto una passione, una grande passione". Giuliano Gemma oggi non c'è più. L'eroe del western, uno degli attori nazionali dalla più lunga carriera, vincitore di importanti premi come il David di Do- natello, il Globo d'oro, il Nastro d'argento, il Premio De Sica, ultimamente omaggiato anche da Quentin Tarantino in "Django Unchained", se n'è andato. Noi vogliamo salutarlo con le parole di Ringo: "Chi ha paura, muore un po' tante volte, chi non ha paura, muore una volta sola". La 'gratitudine per l'Italia' di Ron Howard nelle sale con l'ultimo Rush "Straordinaria l'opportunità di vivere e lavorare in Italia, che ha una delle più importanti e originali culture cinematografiche. È un luogo interessante da un punto di vista estetico, visivo. La storia è così ricca e densa che è impossibile sbagliare inquadratura in qualsiasi luogo del Paese. La storia, la cultura, riescono sempre a trovare spazio e farsi strada in qualunque scena tu stia girando". Così Ron Howard, il regista di "Rush" racconta il suo rapporto con l'Italia e il suo ultimo lavoro con Chris Hemsworth, Daniel Bruehl, Olivia Wilde, Christian McKay, Natalie Dormer e l'attore italiano Pierfrancesco Favino in uscita al cinema. Passato dietro la macchina da presa dopo aver esordito da bambino, figlio di attori, ed essere diventato famoso come Richie nella fortunatissima serie tv "Happy Days", ancora trasmessa in Italia, ha diretto 22 titoli, vincendo un Oscar come miglior regista nel 2002 con "A Beautiful Mind". Il suo ultimo lavoro è "Rush" dove, mischiando materiali di repertorio e spettacolari ricostruzioni digitali, racconta la sfida tra due piloti di Formula 1: Hunt e Lauda, cavalieri dell'era moderna, alle prese con un tor- Ron Howard ha presentato in Italia il suo ultimo film "Rush" neo privato dentro il grande circo dell'automobilismo. "L'Italia ha avuto un grandissimo impatto sulla mia carriera. Happy Days ha avuto un successo grandissimo in Italia ancor prima che negli Usa. Quindi provo ancora un profondo senso di gratitudine. Mi fa sentire nostalgia e mi piace moltissimo quando la gente per strada mi chiama ancora Richie Cunningam".

Articles in this issue

Links on this page

Archives of this issue

view archives of L'Italo-Americano - italoamericano-digital-10-10-2013