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GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2013 La Vignetta della Settimana Senza parole di Renzo Badolisani LA PORTA INSANGUINATA Dicono - coloro che hanno una vena poetica - che Lampedusa, estremo lembo italiano a sud, sia la porta che, dall'Africa, porta nel cuore dell'Europa. Oggi, dopo l'ennesimo, tragico naufragio di un barcone di migranti (oltre trecento morti, alcuni recuperati in mare, altri incagliati sui fondali, rimasti intrappolati dentro la fatiscente imbarcazione partita dal porto libico di Misurata), in cerca di un futuro migliore, si può dire che quella porta sia sempre di più insanguinata. Quasi settemila morti, alcuni rimasti senza tomba, negli ultimi quindici anni. Storie di naufragi, di addii alla vita senza un perché. Di scafisti che reclamano ed incassano anche quattromila dollari a testa per provare, (viste le condizioni di autentiche 'carrette' del mare) a condurre questi poveretti, provenienti dall'Eritrea, dalla Somalia, dal deserto siriano, dalla Turchia nella terra promessa. Sbarcare sulle coste italiane, risalendo lo Stivale, cercando un lavoro onesto e una vita diversa nel Nord Europa, laddove, dalla partenza, sognano di approdare. I migranti dall'ennesima tragedia di Lampedusa sono morti inghiottiti dall'acqua. Erano oltre cinquecento, tra di essi molte donne e bambini, stipati all'inverosimile in un barcone vecchissimo e ansimante che, a stento, ne avrebbe potuto portare meno della metà. Quando il barcone é arrivato davanti all'isola dei Conigli, a pochissime miglia, ormai, da Lampedusa, un corto circuito ha sprigionato un incendio. I poveretti si sono spostati tutti da un lato della barca per schivare le fiamme. È stato un attimo, la barca si è inclinata da un lato per l'eccessivo peso, rovesciandosi e andando a picco. In pochi, pochissimi sapevano nuotare. E questo è l'aspetto più triste di questa ennesima storia di morte. Dieci giorni fa, sulle coste siciliane, teatro degli splendidi romanzi dello scrittore Camilleri e delle indagini del Commissario Montalbano, tredici migranti sono morti a pochissimi metri dalla spiaggia. La salvezza era lì, ad una manciata di bracciate. Nessuno sapeva nuotare: li hanno ritrovati con gli occhi sbarrati, gonfi d'acqua. Nell'ultimo naufragio è stato peggio, anche per i soccorritori (pure persone normali, partite dal porto di Lampedusa con mezzi privati). I migranti, caduti in acqua, erano sporchi di nafta, retaggio dell'incendio. Molti di loro sono stati inghiottiti dalle onde perché letteralmente scivolati dalle mani dei soccorritori. La nafta sulla pelle li aveva resi ulteriormente vulnerabili. Sono spariti dalla vita, guardando negli occhi i loro potenziali soccorritori, lanciandogli un ultimo, disperato lampo di luce. Li hanno raccolti in oltre un centinaio di sacchi scuri, adagiati in un hangar a lato dell'aeroporto di Lampedusa. Ironia del destino: dall'altro lato dell'isola centinaia di turisti trascorrevano il tempo a prendere il sole, godendosi gli ultimi scampoli dell'estate. Sono arrivati il vice-Premier, Alfano, il Presidente della Camera, Boldrini. Parole di speranza: 'mai più eventi del genere'. A molti soprattutto coloro che a Lampedusa vivono e che da anni assistono impotenti a drammi del genere - sono sembrate frasi effimere. Occorrerebbe una maggiore protezione delle coste, soprattutto intese durature col nuovo governo libico e con le altre istituzioni dei paesi del Nord Africa. Per adesso la porta di Lampedusa resta insanguinata. L'Italo-Americano www.italoamericano.com 3 Il Papa celebra S.Francesco, patrono d'Italia, ad Assisi. La prima volta in 900 anni BARBARA MINAFRA Il Papa che, per primo nella storia della Chiesa cattolica, ha scelto di portare il nome del Poverello d'Assisi, ha omaggiato il patrono d'Italia. Lo ha celebrato venerdì 4 ottobre, ricorrenza della sua festività nel calendario cristiano, proprio ad Assisi. È la prima volta in 900 anni che un Papa visita il luogo in cui San Francesco d'Assisi ha vissuto, si è spogliato di ogni bene per scegliere solo l'amore di Cristo ed è morto. Il Pontefice si è seduto a pregare nella Sala della Spogliazione, dove quel ragazzo nel 1182 si tolse gli abiti del figlio di un ricco mercante per indossare un saio da frate e fare della povertà la sua missione spirituale e materiale. "La mondanità spirituale - ha detto il Papa - uccide. Uccide l'anima, uccide le persone, uccide la Chiesa. Quando Francesco qui ha fatto quel gesto di spogliarsi, era un ragazzo giovane, non aveva forza. È stata la forza di Dio che lo ha spinto a farlo, per ricordarci che Gesù ha pregato il Padre perché ci salvasse dallo spirito del mondo: il denaro, la vanità e l'orgoglio. La mondanità uccide l'anima e la Chiesa perché è idolatria, è come un cancro, una lebbra, una malattia Papa Francesco ha celebrato il patrono d'Italia davanti alla Basilica di Assisi gravissima che soffoca, toglie la vita". Bergoglio ha invitato a "spogliarsi di ciò che non è essenziale" altrimenti "diventeremmo cristiani di pasticceria, delle cose dolci bellissime ma non cristiani davvero". Per celebrare la festa di San Francesco, per la quale ad Assisi sono giunti migliaia di pellegrini, anche dagli Stati Uniti, Papa Francesco ha incontrato disabili, giovani ammalati, pranzato con i poveri e ha avuto parole durissime per la nuova strage di migranti al largo di Lampedusa. Dopo il suo primo viaggio apostolico, proprio sull'isola siciliana dei migranti per la quale ora si chiede un Nobel per la pace, dove ha gettato una corona di fiori in mare in memoria di tutti i profughi morti nella speranza di una vita migliore, ha detto: "È il giorno del pianto" e ancora: "Viene la parola vergogna: è una vergogna! Parlando di pace, parlando della inumana crisi economica mondiale, che è un sintomo grande della mancanza di rispetto per l'uomo, non posso non ricordare con grande dolore le numerose vittime dell'ennesimo tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa". Sul sagrato antistante la basilica di Santa Maria Maggiore di Assisi, dove ha celebrato messa con 50 mila fedeli, non è mancato un pensiero per l'Italia e gli italiani. "Non posso dimenticare che l'Italia celebra San Francesco quale suo Patrono. Do gli auguri a tutti gli italiani, nella persona del capo del Governo che è qui presente". Sempre più povere le famiglie italiane: crolla il potere d'acquisto, ai minimi da 22 anni La crisi c'è e le famiglie italiane la sentono tutta. Fare la spesa è sempre più difficile. Il potere d'acquisto è calato notevolmente scendendo del 4,7% e toccando così il calo peggiore dal 1990, mentre il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è sceso in termini correnti del 2%. Il 2012 è stato un anno nero per i bilanci delle famiglie italiane, con record negativi sia per la capacità di spesa in termini reali, ormai in diminuzione dal 2008, sia per l'inclinazione al risparmio, che risulta più che dimezzata a confronto con 15 anni fa, essendoci minore possibilità di Sempre più difficile fare la spesa mettere soldi da parte. La parte di consumi che le famiglie hanno destinato a beni e servizi obbligati (abitazione, sanità, assicura- zioni, carburanti, servizi finanziari) tra il 1992 e il 2012 è più che raddoppiata. I consumi obbligati hanno infatti mostrato un'inflazione annua superiore del 66% rispetto a quella dei commercializzabili. Nel 2013 la spesa pro capite per le spese obbligate sarà di oltre 6.500 euro a fronte dei 2.700 euro che si spendevano nel 1992. Detto altrimenti, anche se ci sono indicatori, come l'export e la fiducia delle imprese, che iniziano a dare qualche segnale di risveglio, non ci sono ancora effetti sull'economia reale: la ripresa è solo un annuncio.