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8 www.italoamericano.com L'Italo-Americano GIOVEDÌ 10 OTTOBRE 2013 Cento anni fa in Toscana: la musica di Mascagni a teatro, le navi ospedale di ritorno dalla Libia, le carrozze e i tram elettrici TONy GHEzzO Anno 2013. Gli italiani speravano nella pace in Europa, ma dopo tante discussioni, questa agognata fine delle disastrose battaglie non si realizzava. Anzi, nonostante le "trattative di pace" in corso, la situazione andava peggiorando di giorno in giorno. Per quanto riguardava l'Italia, non passava giorno che a Trieste si ripetessero disordini anti-italiani. L'Austria aveva, contro gli italiani in genere, e contro quelli che erano suoi sudditi in specie, al "Margherita" furono offerti spettacoli di cinema e varietà a prezzo ridotto. Già dall'inizio di questo mese, Livorno era nel suo fulgore: oltre il mare, le corse ippiche, tutti i teatri, i ritrovi, gli stabilimenti balneari erano pronti a dar conforto di arte e di giocondità agli spiriti riposanti. Carrozze e tram elettrici, tutti in grande festa, percorrevano la città rovesciando lungo la spiaggia fiumane di persone. Sul lungomare era molto frequentato il parco divertimenti Eden, con un teatro all'aperto. Pietro Mascagni, compositore e direttore d'orchestra originario di Livorno un odio tradizionale atavico che l'accecava in maniera tale da non badare alla giustizia e da non vedere la realtà della vita. Il primo giorno di agosto i giornali livornesi riportarono il grande successo al Teatro Goldoni dell'opera "Isabeau" diretta dal famoso compositore e direttore d'orchestra nativo di Livorno Pietro Mascagni (1863-1945). Il pubblico che gremiva il teatro Tram elettrico massimo andò in delirio quando il loro concittadino in persona diresse una delle sue opere più affascinanti. Fu uno spettacolo meraviglioso. Nella sua vita Mascagni compose oltre 15 opere, tra cui la più celebre fu "La Cavalleria Rusticana". In quegli anni le sue opere furono rappresentate non solo in Europa e nel Sud America, ma nei maggiori teatri di tutto il mondo. Altre opere molto conosciute di Mascagni sono "L'amico Fritz", "Iris", "Le Maschere", "Parisina", "Lodoletta", etc. Frattanto in città si era costituito un "Comitato per le feste in mare" per il quale furono raccolte offerte per 5.781,50 Lire mentre le Ferrovie dello Stato offrirono buoni sconti per i treni da Fi-renze-Pisa. Intanto ai cinema "Centrale" e Contemporaneamente, Livorno assisteva all'arrivo della nave ospedale "Regina d'Italia" con 575 militari, di cui 20 erano ufficiali, provenienti dalla Libia. Il 16 del mese fu organizzata una sfilata di barche illuminate con premio di medaglia d'oro offerta dal Re. Due giorni dopo furono organizzate regate a remi con le squadre di Pisa, Firenze e Livorno. C'erano anche le corse al galoppo con gran premio Città di Livorno di Lire 10.000. Inoltre si organizzarono regate per esperimenti di salvataggio. Ad agosto invece il porto della città continuava a vedere i ripetuti arrivi delle navi che dalla Libia portavano in patria militari feriti (guerra libica del 19111912). Per esempio verso la metà del mese furono sbarcati 660 militari feriti; un gran numero del quale 193 rimasero all'opedale civile di Livorno, 200 andarono a Pisa, 110 a Pistoia, 87 a Firenze e 70 a Siena. Verso la fine di settembre, un vero diluvio si abbattè sulla città. Un vento ciclonico che fece volare tegole, vasi da fiori, finestre e persiane. Un paio di giorni dopo, i livornesi organizzarono La nave ospedale della Regia Marina usata per trasportare soldati feriti un'interessante tombola in Piazza Carlo Alberto. La partecipazione del pubblico fu commovente; la quaterna pagava 50 lire, la cinquina 100, la prima tombola 600 e la seconda 250. Le notizie che purtroppo si ripetevano quasi giornalmente erano gli incidenti con automobili oltre a numerose rapine e furti. Alle famose "Acque della salute", la società volontaria di soccorso organizzò una tombola che fruttò 1.187,45 Lire a favore della benemerita società. A quell'epoca la nostra famosa "Piazza Grande" non era ancora completata, come l'hanno conosciuta i cittadini in questo secolo. Molti furono i suggerimenti e le esagerate idee per migliorare la piazza principale e tutti i livornesi furono soddisfatti quando il comune cominciò a spargere la notizia che una grande vasca sarebbe stata costruita nel centro della piazza. Alla fine del mese fu reso noto ai cittadini il resoconto finanziario delle feste estive dettagliando tutte le voci in entrata e uscita. Questa la vita nella città di Livorno, cento anni fa, durante il mese di settembre. Con un'improvvisa decisione, 70 anni fa, L'Aquila divenne il forziere di Hitler per la guerra in Italia AMEdEO ESPOSITO Dopo aver ricevuto dall'Aquila un "dono", come disse la propaganda di Goebbels, di ben 13 miliardi di Lire (ad oggi sarebbero 638 miliardi di lire pari a 330 milioni di euro), attorno alla metà di ottobre del 1943 Hitler decise di trasformare il capoluogo abruzzese nel suo "forziere" per la guerra in Italia, revocando così l'ordine dato il 29 settembre precedente che imponeva a Mus-solini il "trasferimento in Ger-mania del tesoro della Banca d'Italia e delle Officine Carte e Valori dall'Aquila a Verona". I 13 miliardi furono trovati dai tedeschi nelle vaste sacrestie della Filiale aquilana della Banca d'Italia, perché il vice presidente generale dell'Istituto del tempo, scrisse nella "roneata" (lettera circolare) dell'8 settembre 1943: "non sembra che possa essere presa in considerazione per l'ufficio speciale de L'Aquila il trasferimento altrove, anche in caso d'evacuazione della piazza data l'ingente massa dei valori detenuti, 13 miliardi". Trovarono anche in piena attività produttiva le Officine Carte e Valori che stampavano allora 600.000 biglietti bancari al giorno, nei tagli di mille, 500, 100 e 50 Lire. Produzione che i plenipotenziari germanici, il primo novembre successivo, chiesero ed ottennero che fosse portata a 900.000 pezzi al giorno. Su sollecitazione, anzi imposizione, del direttore della Rei- chsdrukerei (stamperia del Terzo Reich) Willy Schroder, alla Filiale aquilana dell'Istituto il 27 novembre 1943 giunse l'ordine: "…i biglietti prodotti dalle officine dell'Aquila saranno distribuiti. La produzione di 4 giornate di ogni settimana verrà avviata direttamente dall'Aquila alla sottosezione di Milano, salvo, in caso di necessità di lasciarne un certo quantitativo alla sede di Firenze, specialmente per le esigenze delle forze armate germaniche. I biglietti prodotti nelle altre tre giornate verranno spediti alla sottosezione della cassa speciale a Roma e saranno utilizzati per le necessità delle forze armate germaniche del Sud…". Hitler – è storia – alla costituzione della Repubblica sociale italiana, pretese da Mussolini elevati contributi per le spese generali del Terzo Reich che, in totale, ammontarono a 189 miliardi di lire (ad oggi 9,099 miliardi di lire, pari a 4,700 milioni di euro). La fine del "forziere" di Hitler, però, si ebbe l'8 dicembre del 1943, festa dell'Immacolata, quando i bombardieri Alleati, alzatisi dall'aeroporto di Foggia, distrussero le Officine Carte e Valori e lo scalo ferroviario annesso. Morirono 15 operaie e 4 operai dei 700 occupati nelle officine, mentre nell'adiacente stazione dell'Aquila persero la vita 25 civili, più di 200 prigionieri inglesi piombati in vagoni, agganciati ad altri carichi di esplosivi, e circa 50 tedeschi. Un luttuoso evento che L'Aquila, a distanza di 70 anni, ancora ricorda con dolore. La restituzione, sotto scorta armata, di parte dei lingotti d'oro sottratti dalla Germania alla Banca d'Italia