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L'Italo-Americano GIOVEDÌ 24 OTTOBRE 2013 Anatomia matematica Doryphoros o portatore di lancia. Statua a tutto tondo in marmo di Luni del I sec. a.C. - I secolo oggi conservata al museo archeologico nazionale di Napoli. Proviene dalla Palestra Sannitica degli scavi di Pompei dove fu trovato il 3 aprile 1797. Il portatore di lancia (andata perduta) è appoggiato sulla gamba destra e con la gamba sinistra arretrata; il braccio destro scende lungo il corpo e il sinistro è flesso. C'è un sostegno cilindrico presso la gamba destra. È una copia di epoca romana da un originale bronzeo della metà del V secolo a.C. dell'artista greco Policleto. L'opera venne realizzata nel periodo in cui l'artista era attivo nel Peloponneso e raffigura probabilmente Achille con la lancia. Per realizzarla Policleto procedette a una serie di misurazioni di giovani fino ad arrivare a trovare un modulo matematico, che legasse le varie parti anatomiche. Corredo narrativo San Francesco e scene della sua vita. La tavola, veneratissima, appartiene fin dalle origini alla chiesa fiorentina di Santa Croce, non alla basilica attuale ma all'edificio precedente il cui cantiere prende avvio attorno al 1252, come ci documenta la Bolla di Papa Innocenzo IV in cui si concede un'indulgenza di 40 giorni a chi offre elemosine per la fabbrica. È opera del Maestro del San Francesco Bardi, Coppo di Marcovaldo, e l'opera si data negli anni '50-'60 del Duecento. La tavola del San Francesco Bardi costituisce una svolta nella rappresentazione del santo, sia per l'eccezionalità del corredo narrativo (sono presenti ben 20 storie), sia per il nuovo modo di presentare Francesco, non più santo taumaturgo e guaritore ma come alter Christus, in quanto vive su se stesso la Passione di Cristo attraverso le Stimmate. Volto rinascimentale La basilica di Santa Maria Novella è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza. Se Santa Croce era ed è un centro antichissimo di cultura francescana e Santo Spirito ospitava l'ordine agostiniano, Santa Maria Novella era il punto di riferimento per un altro importante ordine mendicante, i domenicani. La chiesa, sebbene già conclusa verso la metà del Trecento con la costruzione dell'adiacente convento, fu consacrata solo nel 1420 da papa Martino V che risiedeva in città. Su commissione della famiglia Rucellai, Leon Battista Alberti disegnò il grande portale centrale, la trabeazione e il completamento superiore della facciata, in marmo bianco e verde scuro, terminata nel 1470. La facciata marmorea è fra le più importanti del Rinascimento. www.italoamericano.com Caccia reale Palazzina di caccia di Stupinigi è un'opera di Filippo Juvarra. Fa parte delle Residenze Sabaude, sito seriale proclamato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. È situata nella località di Stupinigi, alla periferia sudoccidentale di Torino. Fu Vittorio Amedeo II di Savoia a vagheggiare la trasformazione del complesso in una palazzina degna della nuova figura reale. Era l'aprile 1729 e venne affidato il progetto a Filippo Juvarra. Ma fu sotto il regno di Carlo Emanuele III che la palazzina vide la nascita: nel 1731 veniva inaugurata con la prima battuta di caccia. Nel 1832 la palazzina divenne di nuovo proprietà della famiglia reale e il 12 aprile 1842 vi fu celebrato il matrimonio tra Vittorio Emanuele II, futuro primo re d'Italia, e l'austriaca Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena. 9 Sguardo materno Ritratto di Rosetta. Numerosi, nei soggetti di Bruno Cassinari, i volti di donna: essi hanno un sempre e continuo allacciamento all'amore materno. Membro dal 1940 del gruppo di Corrente, si orientò, nella ricerca del proprio linguaggio pittorico, verso una deformazione espressionistica e una essenziale valutazione del timbro cromatico. Collaborò alla rivista Il '45 e nel 1946 firmò il manifesto della "Nuova secessione artistica italiana" dalla quale, divenuta "Fronte nuovo delle arti", si ritirò nel 1947. Dopo un lungo soggiorno ad Antibes, durante il quale fu a contatto diretto con l'opera di Picasso ed ebbe modo di conoscere Chagall, Matisse e Gide, proseguì la ricerca organizzando in un rigore compositivo quella intensità emotiva che caratterizza i primi quadri.